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Cronaca
15 Aprile 2025 - 10:16
Torino, operaio 21enne denuncia molestie in GTT: due superiori licenziati
Tra ponti sollevatori e chiavi inglesi, Andrea ha passato mesi a ingoiare battute sporche, pacche indesiderate e occhi addosso. Aveva ventun anni, appena assunto in officina GTT, e un sogno semplice: lavorare, imparare, crescere. Al suo fianco, però, non ha trovato maestri né colleghi, ma due superiori sessantenni che hanno trasformato ogni turno in un incubo fatto di molestie quotidiane.
Il copione si ripeteva. Commenti a sfondo sessuale, messaggi fuori luogo, contatti fisici mai richiesti. In officina, in pausa, a fine giornata. Andrea ha pensato più volte di mollare tutto. Ma è stato grazie al sostegno di un collega che ha trovato la forza di denunciare. Si è rivolto alla direzione aziendale, rompendo un silenzio pesante e complice.
La GTT ha aperto un’indagine interna. La commissione disciplinare ha ascoltato testimonianze. Non una sola voce, ma diverse. I racconti degli altri operai hanno confermato una verità scomoda: il giovane diceva il vero. I due uomini sono stati licenziati per giusta causa e l’azienda ha trasmesso gli atti in Procura. La magistratura valuterà se procedere penalmente. Per ora, nessuno dei due ha fatto ricorso.
Molestie sul lavoro
Un ambiente ostile, che molti definiscono ancora “da caserma”. In officina si scherza, si stuzzica, si insulta “per ridere”. Ma c’è una linea, e quella linea è stata superata. Alcuni parlano di “scherzi pesanti”, altri dicono che “una lettera bastava”. Ma la verità è che in troppi hanno girato lo sguardo. E che Andrea è rimasto solo, fino alla denuncia.
La GTT si chiude nel silenzio. Nessuna dichiarazione ufficiale. Nessuna parola pubblica. Forse per prudenza legale. Ma il vuoto comunicativo pesa come piombo. Pesa anche il clima interno: imbarazzo, tensione, omertà. Nessuno vuole esporsi, nessuno vuole parlarne.
Eppure la questione è enorme. Sistemica. È il 2025 e ancora oggi, in molte aziende, mancano reali strumenti di prevenzione e tutela. “Ci sono ambienti dove la legge del più forte è la regola – racconta un sindacalista – e dove i giovani sono lasciati a loro stessi”. Serve di più: formazione, protocolli chiari, sanzioni reali.
Andrea oggi è ancora in forze, ma guarda con diffidenza al suo posto di lavoro. Ha vinto una battaglia, ma a caro prezzo. Il caso GTT può diventare un segnale forte, se si vorrà coglierlo. O restare l’ennesimo episodio isolato, archiviato nel cassetto del “non succederà più”.
Ma è già successo. E se non cambia nulla, succederà ancora.
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