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Cronaca
10 Aprile 2025 - 12:18
Caprie in lutto, muore a 5 anni per un malore improvviso
Una tragedia silenziosa, devastante, che ha travolto in poche ore la comunità di Caprie, piccolo paese ai piedi delle montagne torinesi. Una bambina di appena cinque anni è morta nella serata di mercoledì 9 aprile dopo essere stata colpita da un malore improvviso. Il tempo si è fermato quando la piccola è stata trasferita d’urgenza all’ospedale Regina Margherita di Torino. Arrivata in arresto cardiaco, i medici hanno tentato tutto il possibile per rianimarla. Ma non c’è stato nulla da fare.
Una vita spezzata senza preavviso, senza una diagnosi chiara, senza segnali. E proprio per questo, la tragedia ha lasciato dietro di sé interrogativi profondi, a cui le autorità stanno cercando di dare risposta. La procura ha aperto un’inchiesta, e le indagini sono in corso per ricostruire le ore precedenti al malore: si cercano eventuali patologie pregresse, condizioni ambientali o infezioni fulminanti che possano spiegare un quadro clinico tanto drammatico quanto inatteso.
Regina Margherita
Il piccolo Comune di Caprie, scosso e incredulo, si è subito stretto attorno alla famiglia. Messaggi di solidarietà, fiori, preghiere. In paese non si parla d’altro, con un sentimento condiviso che va oltre la cronaca: “Potrebbe essere successo a chiunque di noi”, si sussurra tra i vicini. In momenti come questo, il dolore diventa collettivo, unisce generazioni e storie diverse in una sola, grande ferita.
E mentre la comunità medica cerca di trovare una spiegazione, restano le domande che fanno più male: come può accadere un arresto cardiaco così devastante in una bambina sana? Si poteva fare qualcosa? Ogni elemento viene ora analizzato: referti, cartelle cliniche, contatti recenti, nella speranza che la verità, per quanto dolorosa, porti almeno un senso.
In queste ore difficili, Caprie ricorda una bambina piena di vita, che frequentava la scuola dell’infanzia, con gli occhi grandi e i giochi nel cortile. Il suo sorriso resterà inciso nella memoria di chi l’ha conosciuta. Ma anche nella responsabilità collettiva di non restare indifferenti, di chiedere chiarezza, e di investire, ancora una volta, nella prevenzione pediatrica. Perché nessun genitore dovrebbe mai affrontare un dolore così grande senza risposte. E nessuna comunità dovrebbe più ritrovarsi a piangere una vita così piccola, andata via troppo presto.
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