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Save the Children lancia l’allarme: i nostri bambini sono in pericolo!

Save the Children lancia una campagna per l'educazione digitale: "Un terzo dei bimbi tra 6 e 10 anni usa il cellulare ogni giorno, serve consapevolezza"

Save the Children

Save the Children lancia l’allarme: i nostri bambini sono in pericolo!

Un bambino su tre, in Italia, tra i 6 e i 10 anni, utilizza lo smartphone ogni giorno. Un dato in netto aumento rispetto al periodo 2018-2019, quando erano meno di due su dieci. È la fotografia scattata da Save the Children nel brief “Educare al digitale. Dati utili per adulti consapevoli”, che accompagna la nuova campagna per promuovere un uso più competente, sicuro e consapevole della rete.

La geografia del fenomeno parla chiaro: al Sud e nelle Isole la percentuale schizza al 44,4%, quasi il doppio rispetto al Nord (23,9%). Anche tra gli 11-13enni i numeri sono alti: oltre il 62% ha almeno un account social, e il 35,5% è attivo su più piattaforme, spesso senza un controllo adulto adeguato. Tutto questo nonostante i limiti di età previsti per legge, fissati a 14 anni (o 13 con consenso genitoriale) per il trattamento dei dati personali online.

La risposta dell’organizzazione è una campagna informativa articolata che punta dritto al cuore del problema: educare adulti e minori al digitale, non demonizzando la tecnologia, ma imparando a gestirla. Il progetto, che coinvolge anche Rai per la Sostenibilità e volti noti come Cesare Bocci e Tosca D’Aquino, prevede giornate di sensibilizzazione (10-13 aprile), una guida per i genitori e un originale esperimento sociale, “La recita con un fine”, in cui i bambini cantano ai propri genitori i rischi e le potenzialità del mondo online.

L'uso dei dispositivi da parte dei bambini deve essere supervisionato dagli adulti

La guida fornisce consigli pratici divisi per fasce d’età, dai 5 ai 14 anni: suggerimenti su regole, dialogo, privacy, gestione dei social e identità digitale, con una particolare attenzione al ruolo della scuola e alla necessità di costruire un'alleanza educativa tra docenti e famiglie. Un richiamo, questo, anche al nuovo Digital Services Act, che chiama in causa le piattaforme digitali e le responsabilizza nel garantire ambienti più sicuri per i minori.

Approfondimento
Nel mondo digitale non esistono "parco giochi" con sorveglianza: i bambini oggi crescono in un ambiente in cui l'accesso a internet è continuo, fluido, senza barriere fisiche né temporali. Secondo l’Osservatorio Polimi, l’età media del primo smartphone in Italia è scesa a 9 anni, e i contenuti a cui i più piccoli possono accedere – dai social ai video su YouTube, fino alla messaggistica istantanea – possono influire su comportamenti, autopercezione e relazioni. Il rischio, sottolineano gli esperti, non è solo l’esposizione a contenuti inappropriati, ma anche la costruzione precoce di un’identità digitale non protetta.

L’educazione digitale non è più un optional, ma una priorità educativa. Non basta consegnare uno smartphone: bisogna anche insegnare come usarlo, insieme.

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