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Cronaca

“O salvi mia madre o muori”: pistola alla testa del medico del 118

L'episodio solleva preoccupazioni sulla sicurezza degli operatori sanitari in servizio

“O salvi mia madre o muori”

“O salvi mia madre o muori”: pistola alla testa del medico del 118 (foto di repertorio)

Una pistola puntata alla testa, a pochi centimetri dalla nuca, e la frase "Se non salvi mia madre ti ammazzo". Una scena che sembra essere uscita da un film di Quentin Tarantino o da una qualsiasi gangster stories. È quanto sarebbe accaduto a Torino, secondo il racconto fatto da un infermiere di un equipaggio del 118, in un alloggio al quarto piano delle case popolari di corso Grosseto. L’arma sarebbe stata puntata contro un medico impegnato a rianimare una donna di 83 anni, sofferente di cuore. La polizia, intervenuta sul posto, però, non ha trovato traccia della pistola.

I fatti sono accaduti il 20 marzo scorso e a denunciare l’episodio è stato il sindacato degli infermieri Nursind. L’ambulanza era intervenuta per una richiesta di soccorso: i sanitari, una volta all’interno dell’appartamento, hanno trovato la donna riversa sul divano, mentre uno dei figli ha iniziato a minacciarli. Poi, mentre il medico era di spalle, l’uomo ha estratto una pistola e l’ha puntata alla nuca. Tutta la scena è stata vista dall’infermiere che gli stava di fronte. La pistola poi sarebbe sparita, prima dell’arrivo della polizia. La madre, poco dopo, è stata trasportata all’ospedale Maria Vittoria, con l’aiuto di un secondo equipaggio del 118, intervenuto per aiutare i colleghi.

Una volta in ambulanza, l’infermiere aveva spiegato quella scena: "Dottore, mentre lei era di spalle, aveva una pistola alla nuca".

Ed è qui che nasce il giallo. Perché effettivamente il 20 marzo la polizia era intervenuta in corso Grosseto. Gli agenti delle volanti erano stati chiamati perché era in corso un litigio tra i sanitari e i familiari della donna. Gli animi erano particolarmente agitati: i figli dell’anziana non avevano nascosto la loro rabbia nei confronti del medico e degli infermieri, che avevano raggiunto l’alloggio facendo quattro piani a piedi. Secondo loro non stavano aiutando la madre al meglio.

Ma alla polizia intervenuta nessuno aveva parlato della presenza della pistola, che invece, secondo il racconto fatto ai colleghi dall’infermiere, sarebbe stata nascosta prima dell’arrivo degli agenti. Nessuno, inoltre, ha mai presentato una denuncia.

Il Nursind parla di ennesima violenza ai danni del personale medico-infermieristico. "Sono ancora disattese le norme in materia di sicurezza", evidenziano dal sindacato, a cui fa eco l’altra sigla, il Nursing Up, che, per bocca del presidente nazionale Antonio De Palma, evidenzia che quanto accaduto a Torino "non è un episodio isolato ma è l’ennesima dimostrazione che la violenza contro i sanitari è del tutto fuori controllo".

Medico minacciato di morte

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