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Tumore al seno, tra speranza e spese: quando curarsi diventa un lusso

Il 70% delle pazienti affronta spese private, con picchi fino a 4.000 euro l’anno per farmaci, visite e trasporti

Tumore al seno

Tumore al seno, tra speranza e spese: quando curarsi diventa un lusso (foto di repertorio)

Il costo del cancro al seno non è solo emotivo e fisico, ma anche economico, e incide in modo diseguale sul territorio italiano. Secondo il Rapporto nazionale di Andos – “Effetti collaterali del cancro alla mammella”, presentato il 31 marzo a Roma, il 70% delle pazienti affette da tumore al seno ha sostenuto spese private lungo il percorso di cura, con una media annua pari a 1.665,8 euro. Tuttavia, la forbice geografica è ampia: la spesa più alta si registra al Sud e nelle Isole, dove può arrivare a 4.129,7 euro, mentre è minima nel Nord-Est, con 614 euro.

A fornire i dati è Federico Spandonaro, presidente del Comitato Scientifico di C.R.E.A. Sanità, che sottolinea anche come la spesa cresca all’aumentare del livello di istruzione e raggiunga il suo picco tra le donne di 41-50 anni. Le disuguaglianze territoriali si riflettono anche nella distanza dai centri di cura: molte pazienti sono costrette a percorrere in media 43 km a tratta, per 2,3 viaggi mensili, arrivando a coprire fino a 160 km al mese per ricevere trattamenti o esami.

Nonostante la quasi totalità delle pazienti sia esente dal ticket, circa il 15% ha comunque deciso di attivare una polizza assicurativa aggiuntiva. Ma la malattia non genera solo costi: comporta anche discriminazioni sistemiche. A una percentuale significativa di donne – il 17,6% – è stata negata la copertura assicurativa, mentre il 12,5% ha denunciato limitazioni o dinieghi nell’accesso al credito, ad esempio per l’acquisto della casa tramite mutuo.

Nel dettaglio, la voce di spesa più rilevante è quella dei farmaci, che rappresentano il 40,8% del totale, pari a 502,8 euro annui. Seguono le visite specialistiche con il 14,7% (181,6 euro), i trattamenti di fisioterapia e riabilitazione con il 10,5% (129,1 euro), e gli esami diagnostici con il 7,6% (93,6 euro). Il 5,7% della spesa è destinato all’acquisto di presidi medici e protesici (70,3 euro), mentre solo lo 0,2% (1,9 euro) riguarda servizi di assistenza domiciliare a pagamento. Altre spese correlate – come cure dentistiche, visite oculistiche e integratori – incidono per il 10,3%, pari a 127,1 euro.

Il tema del trasporto rappresenta un altro fronte critico: il 36,4% delle donne lamenta la distanza del centro di cura, mentre il 32,1% sottolinea il peso economico del viaggio per accedervi. Una situazione che, ancora una volta, pesa maggiormente su chi vive in aree più periferiche o svantaggiate dal punto di vista sanitario.

Non mancano, però, aspetti positivi. Come evidenziato dal presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), Franco Perrone, quasi l’80% delle pazienti ha dichiarato di aver ricevuto supporto e agevolazioni dal personale sanitario, e ben l’86,3% riesce a sottoporsi ai controlli di follow-up nei tempi previsti.

Il rapporto Andos fotografa una realtà in cui il peso economico della malattia si somma alle sue implicazioni mediche, psicologiche e sociali, disegnando un’Italia divisa, dove il diritto alla cura non è ancora uguale per tutte.

Il costo del cancro al seno non è solo emotivo e fisico, ma anche economico, e incide in modo diseguale sul territorio italiano

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