Cerca

Cronaca

Falsi d’autore: maxi sequestro a Tortona, nel mirino 600 articoli di pelletteria (FOTO &VIDEO)

Dietro i marchi di lusso si nascondeva una truffa: borse e portafogli importati dalla Cina spacciati per Made in Italy

Falsi d’autore

Falsi d’autore: maxi sequestro a Tortona, nel mirino 600 articoli di pelletteria

Un nuovo colpo al mercato del falso è stato messo a segno a Tortona, dove la Guardia di Finanza e i funzionari delle Dogane hanno sequestrato circa 600 articoli in pelle provenienti dalla Cina e recanti un marchio italiano di alta moda. Si tratta di borse da donna e portafogli destinati al commercio sul territorio nazionale, con un potenziale valore di mercato stimato attorno ai 10.000 euro. Il sospetto è che questi prodotti, pur essendo fabbricati all’estero, fossero stati immessi sul mercato senza alcuna indicazione sull’origine straniera, ingannando i consumatori e danneggiando le imprese oneste.

Il titolare dell’azienda importatrice, un imprenditore di nazionalità cinese, è stato segnalato per violazioni alle norme sulla tutela del Made in Italy e sulla trasparenza dell’informazione al consumatore. L’operazione evidenzia ancora una volta quanto sia diffusa e strutturata la rete del commercio di prodotti contraffatti, che spesso si infiltra nel mercato legale attraverso canali di importazione regolari, ma manipolati per celare l’origine reale delle merci.

Il fenomeno della contraffazione in Italia non è affatto marginale. Secondo gli ultimi dati disponibili, il mercato del falso genera un giro d’affari di oltre 7 miliardi di euro all’anno. Le conseguenze sono pesanti: perdita di posti di lavoro, evasione fiscale, concorrenza sleale e danni alla reputazione dei marchi italiani, spesso copiati nei dettagli per ingannare anche gli occhi più esperti. La pelletteria è uno dei settori più colpiti, insieme all’abbigliamento, all’elettronica e ai giocattoli.

Le modalità sono sempre più sofisticate. Non si tratta più di bancarelle improvvisate o mercati clandestini, ma di interi container che arrivano nei porti italiani con documentazione regolare e dichiarazioni doganali ambigue. Le etichette fuorvianti, l’assenza di informazioni sull’origine, l’uso di nomi e simboli evocativi dell’Italia sono tutte strategie per indurre il cliente a credere di acquistare un prodotto autentico, spesso a un prezzo solo leggermente inferiore rispetto all’originale.

La risposta delle istituzioni si sta facendo sempre più incisiva, con controlli serrati nei punti di ingresso delle merci, verifiche incrociate sulle filiere e sanzioni severe. La collaborazione tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane si conferma uno strumento fondamentale per prevenire l’immissione sul mercato di prodotti non conformi. Ma la repressione da sola non basta: serve anche una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori, che devono imparare a riconoscere le insidie della contraffazione e a scegliere responsabilmente.

Comprare un prodotto falso, anche inconsapevolmente, non è solo un danno per le grandi firme, ma un colpo all’economia reale, fatta di piccole e medie imprese, di artigiani, di lavoratori che ogni giorno contribuiscono alla qualità e alla reputazione del Made in Italy. Un marchio non è solo un simbolo: è una storia, una garanzia, un impegno. E chi lo falsifica, lo tradisce.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori