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Cronaca

Settimo Torinese, nuovo campo nomadi abusivo: denunciati sei Camminanti Siciliani

Occupato un terreno a via Moglia, con tanto di strada in cemento per i camper. La Procura di Ivrea indaga. Il caso riaccende il dibattito sulla sicurezza e sulla presenza dei nomadi in città

Settimo Torinese, nuovo campo nomadi abusivo: denunciati sei Camminanti Siciliani

Carabinieri (foto archivio)

Non è chiaro quando sia sorto, ma il campo nomadi abusivo di via Moglia a Settimo Torinese è ormai una realtà. Sei uomini appartenenti ai Camminanti Siciliani hanno occupato un’area ai margini della città, trasformandola in un insediamento clandestino, dotato persino di una strada in cemento per facilitare l’accesso dei camper.

La scoperta è avvenuta nei giorni scorsi durante un blitz all’alba condotto dai Carabinieri della Tenenza di Settimo, supportati dagli agenti della Polizia Locale, dai militari delle stazioni di Chivasso, Caluso, Castiglione e Montanaro e dalle unità cinofile. Con loro era presente anche il personale dell’Ufficio Tecnico del Comune, che ha certificato la natura totalmente abusiva della lottizzazione.

L’area interessata è già nota per la presenza di un altro insediamento nomade e per numerosi episodi di criminalità, tra cui furti in abitazioni e auto parcheggiate. A preoccupare ulteriormente i residenti è la strada in cemento, realizzata senza alcuna autorizzazione per agevolare il transito dei mezzi. Dopo gli accertamenti, tutti e sei gli occupanti sono stati denunciati per "lottizzazione abusiva in assenza di permesso di costruzione", mentre la Procura di Ivrea ha avviato un’indagine che potrebbe portare al sequestro dell’area.

L’ennesima occupazione abusiva riporta alla ribalta il tema della sicurezza in via Moglia, già al centro di denunce e segnalazioni da parte dei cittadini.

Il 27 febbraio scorso, in Consiglio Comunale, Manolo Maugeri (Lega) aveva segnalato furti e degrado nei pressi del supermercato Conad di piazza Caduti del Lavoro.

L’assessore Angelo Sante Barbati, rispondendo all’interpellanza, aveva precisato che non esistono campi nomadi autorizzati a Settimo Torinese, ma aveva confermato la presenza di famiglie di etnia slava stabilmente insediate su un terreno privato in fondo a via Moglia.

Un controllo aveva portato all’identificazione di 19 persone, inclusi minori, e l’amministrazione comunale aveva  poi annunciato il potenziamento della videosorveglianza e un aumento dei pattugliamenti.

Le autorità promettono che la situazione sarà monitorata, ma i cittadini restano scettici. Il timore è che, come accaduto più volte in passato, uno sgombero possa semplicemente spostare il problema in un’altra zona, senza una soluzione definitiva.

Gli accertamenti sulla lottizzazione abusiva sono ancora in corso e non si escludono ulteriori provvedimenti nei confronti degli occupanti.

L’episodio riporta l’attenzione su una questione più ampia: la presenza dei Camminanti Siciliani nel Nord Italia e il loro modello di vita, spesso in contrasto con le regole della società contemporanea.

Questo gruppo nomade, originario della Sicilia e concentrato prevalentemente tra Noto e Siracusa, è una delle comunità meno conosciute e più discusse del Paese. A differenza di rom e sinti, i Camminanti sono italiani, ma hanno sempre condotto un’esistenza itinerante, regolata da tradizioni claniche e da una forte organizzazione familiare.

Le loro origini restano avvolte nel mistero. Alcune teorie li collegano ai profughi Arberes’h, giunti in Sicilia nel Trecento, mentre altre ipotesi li riconducono a gruppi marginalizzati durante il periodo borbonico o a lavoratori itineranti medievali. Quel che è certo è che hanno sviluppato una struttura sociale chiusa e gerarchica, con matrimoni combinati tra parenti stretti e il capofamiglia più anziano come figura di riferimento. La loro lingua è un dialetto siciliano misto a termini propri, incomprensibile ai non appartenenti alla comunità, utile a mantenere riservatezza e identità.

Per secoli si sono dedicati a mestieri itineranti come affilatori, arrotini, stagnini e artisti di strada, ma con il declino di queste professioni la loro economia è diventata più fragile. Oggi, molti si mantengono con la vendita di palloncini nelle fiere di paese, una delle poche attività rimaste. Tuttavia, negli ultimi anni alcuni gruppi sono stati collegati a truffe e raggiri, come la truffa dello specchietto, i falsi incidenti stradali e le frodi ai danni di anziani, episodi che hanno contribuito a rafforzare una percezione negativa nei loro confronti. Le forze dell’ordine monitorano da tempo i loro spostamenti, soprattutto nel Nord Italia, dove si registrano frequentemente insediamenti abusivi in città come Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli.

Pur essendo cittadini italiani, i Camminanti vivono ai margini della società e tendono a rifiutare le regole imposte dallo Stato, preferendo un’esistenza basata sull’autosufficienza e sulla coesione familiare. Questo atteggiamento ha spesso creato tensioni con le amministrazioni locali, con ripetuti sgomberi e ordinanze restrittive. Lo Stato ha cercato di favorire percorsi di integrazione, soprattutto attraverso programmi di scolarizzazione per i più giovani, ma con risultati limitati. Molte famiglie preferiscono ritirare i figli dalla scuola prima che completino gli studi, indirizzandoli direttamente verso il mestiere di famiglia, alimentando così un circolo vizioso di esclusione sociale.

Dalla Sicilia al Nord Italia, i Camminanti continuano a spostarsi in cerca di migliori condizioni economiche e territori più favorevoli per i loro insediamenti. La loro presenza resta un tema di dibattito tra chi invoca una maggiore integrazione e chi invece li considera un problema di ordine pubblico.

Nonostante tutto, i Camminanti Siciliani rimangono una comunità unica nel panorama italiano, legata a tradizioni antiche ma al tempo stesso incapace di trovare un posto nel mondo moderno. La loro identità resta sospesa tra il richiamo delle usanze del passato e la necessità di adattarsi a una realtà che li vede sempre più ai margini.

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