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Cronaca

Furto in uno studio veterinario a Torino: arrestati due uomini

Colti in flagrante nella notte a corso Einaudi: i ladri tornano sul luogo del crimine e vengono bloccati dai carabinieri. Il titolare lascia un messaggio amaro ai futuri ladri

Furto in uno studio

Furto in uno studio veterinario a Torino: arrestati due uomini

 Nelle prime ore di domenica 23 marzo 2025, a Torino, due uomini sono stati sorpresi mentre cercavano di introdursi in uno studio veterinario di corso Einaudi. I carabinieri del nucleo radiomobile li hanno bloccati proprio mentre stavano tentando di forzare l'ingresso, dopo essere già riusciti in un primo colpo a rubare un telefono e una medaglia. I due, un italiano di 45 anni e un marocchino di 42, sono finiti in manette con l’accusa di tentato furto aggravato. A tradirli è stato il rumore provocato dallo scardinamento della saracinesca, che ha svegliato alcuni residenti della zona. Le chiamate ai carabinieri sono state immediate e l’intervento tempestivo.

I militari, giunti sul posto in pochi minuti, hanno sorpreso i ladri ancora intenti a forzare la porta dello studio. Non c’è stato bisogno di inseguimenti: sono stati colti in flagrante, con gli arnesi da scasso ancora in mano. Un episodio che ha lasciato il segno, non solo per il danno subito, ma anche per il senso di insicurezza crescente che ha colpito commercianti e residenti della zona. Il titolare dello studio, amareggiato, ha deciso di reagire in modo singolare: ha affisso sulla porta un cartello che recita, in modo ironico ma pungente, “Lo studio è stato svaligiato stanotte. È inutile entrare, non c’è nulla da rubare”. Una frase che suona come una resa amara, ma anche come un grido di frustrazione.

Un gesto che fotografa perfettamente la rabbia e lo scoraggiamento di chi si vede colpito nella propria attività, frutto di anni di lavoro. La procura ha aperto un’indagine per capire se i due arrestati siano coinvolti in altri episodi simili avvenuti nelle scorse settimane nella stessa zona. Gli inquirenti stanno cercando di verificare eventuali collegamenti tra diversi furti con modalità analoghe, tutti ai danni di piccoli esercizi commerciali, spesso lasciati senza sistemi di allarme. L’ipotesi è che possa esserci un disegno più ampio dietro queste azioni, anche se al momento non si esclude che si tratti di azioni sporadiche. Il fatto riaccende inevitabilmente il dibattito sulla sicurezza urbana.

Torino, come molte altre grandi città italiane, vive da anni una convivenza difficile tra la vivacità delle sue attività economiche e le tensioni legate alla microcriminalità. I cittadini chiedono maggiore presenza delle forze dell’ordine, più controlli, e interventi concreti sul fronte della prevenzione. Ma questa vicenda dimostra anche quanto possa fare la comunità: sono stati i cittadini, svegliati da quei rumori sospetti, a prendere il telefono e a fare la differenza. La loro prontezza ha evitato un altro colpo andato a segno. È anche grazie a loro che la notte non si è conclusa con l’ennesimo danno impunito.

La collaborazione tra istituzioni e cittadini è uno dei pochi strumenti davvero efficaci nella lotta alla criminalità diffusa. Se da un lato servono risposte politiche e investimenti sulla sicurezza, dall’altro serve anche la consapevolezza che la partecipazione attiva di chi vive i quartieri può cambiare le cose. 

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