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Cronaca
28 Febbraio 2025 - 09:42
Un piano criminale che sembrava una protesta: la verità dietro gli autovelox abbattuti
Una storia che sembrava un atto di protesta contro gli autovelox, in realtà si è rivelata un piano criminale meticoloso, smascherato da un'indagine senza precedenti. La banda di ladri capeggiata da Giuseppe Artusio ha danneggiato sistematicamente i dispositivi di rilevazione della velocità per coprire i propri movimenti, prima di colpire abitazioni e negozi in tutta la provincia di Asti. Un'operazione criminale che ha richiesto mesi di indagini ai carabinieri, culminata con l'arresto e la condanna dei responsabili. Quando gli autovelox abbattuti hanno iniziato a moltiplicarsi, si pensava a un'onda di emulazione del celebre "giustiziere" che combatteva le multe stradali.
Ma la realtà era ben diversa: dietro ai pali distrutti non c'era un atto di ribellione, bensì un disegno criminale volto a cancellare le prove del passaggio della banda durante i furti. Il tribunale di Asti ha inflitto pene severe ai colpevoli. Giuseppe Artusio, la mente del gruppo, è stato condannato a 9 anni di reclusione. Il suo braccio destro, Claudio Gola, ha ricevuto 8 anni e 8 mesi, mentre Alger Bajraktari dovrà scontare 7 anni. Altri tre membri del sodalizio hanno ricevuto condanne comprese tra 2 anni e 6 mesi e 1 anno e 5 mesi.L'inchiesta, avviata nel dicembre 2023, ha portato alla luce una struttura organizzativa ben oliata, con una base operativa nascosta in un'autorimessa di Isola d'Asti.
Il modus operandi era chiaro: sabotare le telecamere per garantire impunità e colpire indisturbati. Tuttavia, il lavoro scrupoloso dei carabinieri di Asti ha permesso di ricostruire nei dettagli l'intera rete criminale, fino ad assicurare i colpevoli alla giustizia. Le sentenze rappresentano un segnale forte: la giustizia trionfa su ogni tentativo di eludere la legge. La comunità di Asti può ora sentirsi più sicura, con la consapevolezza che chi ha minacciato la loro tranquillità è stato fermato.
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