AGGIORNAMENTI
Cerca
Caluso
08 Giugno 2024 - 15:35
Il disastro ferroviario di Arè risale a 6 anni fa
"Mai più su un treno e, per andare in vacanza, non salgono più su un aereo".
E' la confessione di Morena Gauna, ex capotreno ferita nello schianto al passaggio a livello di Arè di Caluso la sera del 23 maggio 2018, quando un tir fermo sui binari fece deragliare il treno diretto a Ivrea, provocando la morte di due persone e il ferimento di 23 passeggeri.
Morena Gauna è una dei sopravvissuti.
Venerdì 7 giugno, in tribunale a Ivrea, è stato il giorno dei sopravvissuti a quella tragedia, testimoni nel processo contro Darius Zujius, autista del trasporto eccezionale, e Wolfgang Oberhofer, legale rappresentante della ditta Translog sas. Tra loro, appunto, l’ex capotreno, che vive a Montanaro, e che quella sera rimase incastrata nella carrozza capottata.
Da sinistra Oscar Notte, l'avvocato Alfonso Aliperta e Morena Gauna fuori dal tribunale di Ivrea, venerdì pomeriggio
Gauna, parte civile nel processo con l'avvocato Alfonso Aliperta, ha raccontato al collegio dei giudici: "Ero salita a Porta Nuova, poi la sosta a Chivasso. Da quel momento non ricordo più molto, solo di essermi svegliata tra le macerie. Ho una gamba più corta di un centimetro a causa del bacino spostato. Dopo l'incidente sono stata ricoverata due giorni in coma farmacologico e poi ho affrontato cure e terapie; per 90 giorni non ho potuto alzarmi dal letto".
Oggi lavora all'ufficio Risorse Umane in stazione a Chivasso e, nella sua deposizione, interrotta da pianti e lacrime, ricorda: "Ho la sindrome dei sopravvissuti. Sogno catastrofi e ogni volta sono io a salvarmi" racconta, asciugandosi gli occhi.
Tra le conseguenze psicologiche provocate dall'incidente c'è anche l'incapacità di frequentare posti affollati, come i concerti. "Al mare non indosso più il costume a due pezzi perché mi vergogno di mostrare le cicatrici", precisando come questi siano particolari poco importanti. E poi c'è la sofferenza vissuta dai tre figli: "Giorgia, la seconda, si strappa i capelli dallo stress subito".
Il video del disastro ferroviario di Caluso
Prima di lei aveva parlato come teste il marito Oscar Notte, anche lui dipendente di RFI. Era macchinista; ora lavora in biglietteria alla stazione di Chivasso. In aula riavvolge il nastro: "Quella sera ero arrivato con il treno a Bardonecchia. Morena non mi rispondeva al telefono. Alla centrale operativa mi avevano poi detto che il 'treno 10023 era sviato', ovvero deragliato. Ma non riuscivo a mettermi in contatto con lei. Nel frattempo, in un gruppo WhatsApp arrivavano immagini dell'incidente. Allora ho chiesto al mio responsabile di cambiare il turno e, in taxi, ho raggiunto mia moglie al CTO".
Edicola digitale
I più letti
Ultimi Video
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.