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Cronaca
12 Dicembre 2024 - 22:51
Sarah Disabato, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Piemonte
Il circo è spesso sinonimo di magia, di luci che incantano e di un mondo dove tutto sembra possibile. Ma dietro il tendone del Circo Maya Orfei Madagascar, allestito al Parco della Pellerina di Torino, si nascondeva una storia fatta di ombre e sofferenze, ben lontana dall'immagine scintillante che il pubblico applaudiva. Lo scorso 5 dicembre, i carabinieri hanno sequestrato il circo nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Genova, svelando un sistema che sembra uscito da un’altra epoca, ma che invece si consuma ancora oggi, all’alba del 2025.
Dietro lo spettacolo, almeno 14 lavoratori – molti di origine indiana e senza documenti regolari – vivevano una quotidianità segnata da fatica e umiliazioni. Costretti a turni di almeno dieci ore al giorno, sette giorni su sette, ricevevano una paga settimanale che variava tra i 180 e i 250 euro. “Condizioni disumane”, le ha definite chi ha condotto le indagini, sottolineando come gli alloggi consistessero in una sola roulotte sovraffollata, con servizi igienici inadeguati. “Non potevamo riposare, né vivere una vita dignitosa”, avrebbe raccontato uno dei lavoratori agli inquirenti.
L’indagine è partita dopo un episodio drammatico avvenuto nell’aprile 2023 a Genova, quando un lavoratore è precipitato da un’altezza considerevole durante uno spettacolo, finendo in coma. La Procura sostiene che il titolare del circo abbia cercato di occultare l’accaduto, spostando il ferito vicino a un camion per inscenare un incidente meno grave. Un gesto che getta un’ombra ancora più pesante su una situazione già insostenibile.
Sarah Disabato, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Piemonte, ha commentato duramente la vicenda. “Dopo il sequestro del circo Maya Orfei Madagascar al Parco della Pellerina, a Torino, oggi abbiamo presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere quali provvedimenti verranno presi a tutela dei lavoratori e come si attiverà l’Asl per la salvaguardia degli animali che, ad oggi, non risultano posti sotto sequestro. Non abbiamo però ricevuto, per il momento, risposte concrete”.
Disabato ha poi aggiunto: “Non è la prima volta che il circo Maya Orfei fa tappa in Piemonte e la Regione ha il dovere di garantire che attività e spettacoli sul proprio territorio rispettino i diritti dei lavoratori e le norme di sicurezza e di detenzione degli animali. Le indagini avrebbero fatto emergere un sistema di sfruttamento che ha coinvolto almeno 14 lavoratori, molti dei quali irregolari, sottoposti a condizioni disumane di lavoro e alloggio: turni di almeno dieci ore al giorno, sette giorni su sette, retribuzioni misere e sistemazioni sovraffollate in un caravan con servizi igienici inadeguati”.
Un altro punto oscuro della vicenda riguarda gli animali utilizzati negli spettacoli. Nonostante il sequestro del tendone e dei beni, gli animali non sono stati posti sotto sequestro, sollevando preoccupazioni sul loro benessere. “Abbiamo chiesto un report dei controlli eseguiti in questi anni da Asl e Spresal per vagliare le condizioni lavorative e quelle di detenzione degli animali”, ha spiegato Disabato. “Non avendo ricevuto riscontro, procederemo con un accesso agli atti perché vogliamo che sulla vicenda venga fatta luce. Tutto questo, all’alba del 2025, è davvero inaccettabile”.
Il sequestro ha portato alla sospensione degli spettacoli, mentre il titolare è stato sottoposto all’obbligo di dimora. Tra i beni confiscati figurano 67 veicoli e diversi conti correnti, ma il futuro del circo appare incerto. La vicenda solleva domande cruciali sul controllo delle attività itineranti e sulla capacità delle istituzioni di garantire il rispetto dei diritti umani e animali.
Davanti a queste storie di sfruttamento, il luccichio del circo perde ogni magia. Resta solo la consapevolezza che dietro a ogni spettacolo c’è un sistema che deve essere vigilato con attenzione. Perché, come ha detto qualcuno, “non basta illuminare il tendone, bisogna guardare cosa c’è sotto di esso”. E sotto il tendone del Circo Maya Orfei Madagascar, purtroppo, si nascondeva un mondo che non fa sognare, ma rabbrividire.
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