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Lupi in città: come il Piemonte sta affrontando questa presenza selvaggia

In Piemonte, il Consiglio Regionale discute sul futuro dei lupi: tra tutela, contenimento e convivenza con l'uomo

Lupi in città

Lupi in città: come il Piemonte sta affrontando questa presenza selvaggia

La presenza dei lupi in Piemonte è al centro di un acceso dibattito che coinvolge istituzioni, allevatori, ambientalisti e cittadini. Un tempo considerata una specie protettissima, la popolazione di lupi ha subito un declassamento, come sottolineato da Sarah Disabato, capogruppo del Movimento 5 Stelle: “Non è più protettissima, ma solo protetta”. Questo cambiamento riflette l'aumento numerico della specie, che si ritiene più facilmente controllabile. Tuttavia, la questione resta divisiva, con opinioni divergenti sulle strategie per gestire una convivenza sempre più complessa.

L'espansione territoriale del lupo

Secondo Roberto Ravello, vice capogruppo di Fratelli d’Italia, la presenza del lupo non è più confinata alle aree montane, ma si estende anche alla pianura del Canavese e alla seconda cintura di Torino. Questo ha sollevato preoccupazioni non solo tra gli allevatori, ma anche tra le comunità locali, che si interrogano sulla sicurezza e sull’impatto di questa convivenza. Ravello, pur riconoscendo il valore culturale e ambientale del lupo, sostiene che misure di contenimento non debbano essere escluse a priori.

I numeri del conflitto

Nel 2023, più di 1.500 capi di bestiame sono stati coinvolti in attacchi di lupi in Piemonte, con oltre mille morti e 400 dispersi. Questi dati evidenziano il costo economico e sociale della presenza del lupo, soprattutto per gli allevatori. Tuttavia, come avverte Disabato, l'abbattimento indiscriminato potrebbe peggiorare la situazione, rendendo i branchi più ostili verso l'uomo e gli animali domestici. “Bisogna tutelarli ma controllarli”, afferma, suggerendo un approccio bilanciato che tenga conto delle esigenze di tutti.

Lupi sempre più vicini alle città

Un progetto internazionale per la convivenza

Una possibile soluzione arriva dal progetto LIFE, coordinato dalla professoressa Francesca Marucco dell'Università di Torino. Questo progetto coinvolge sei nazioni alpine – Italia, Francia, Austria, Slovenia, Svizzera e Germania – con l'obiettivo di migliorare la convivenza tra uomo e lupo. “Abbiamo elaborato una mappa della presenza dei lupi nelle sei nazioni alpine, con il lavoro di più di mille persone”, spiega Marucco. I censimenti hanno individuato 846 lupi, di cui 680 nella zona ovest delle Alpi, con una crescita della popolazione particolarmente marcata in Piemonte e Lombardia.

Il progetto prevede un sistema di governance comune, protocolli condivisi e interventi mirati, come la dismissione di pratiche dannose e l'implementazione di misure di prevenzione per ridurre i conflitti con gli allevatori.

Educazione e sensibilizzazione

Uno degli aspetti centrali del progetto è l'educazione. Incontri con allevatori, cacciatori, veterinari e studenti sono stati organizzati in tutta la regione per informare e sensibilizzare sulla convivenza con il lupo. Le unità cinofile antiveleno, i parchi naturali e i carabinieri forestali sono stati coinvolti per monitorare e proteggere la fauna selvatica.

Questi interventi puntano a promuovere una visione del lupo non come minaccia, ma come parte integrante dell’ecosistema. “Il lupo è una ricchezza culturale e ambientale dei nostri territori,” ha dichiarato Ravello, sottolineando però la necessità di bilanciare la tutela della specie con la protezione delle attività umane.

La questione dei lupi in Piemonte rappresenta una sfida complessa, simbolo di un più ampio conflitto tra uomo e natura. La crescita della popolazione di lupi è un segnale positivo per la biodiversità, ma richiede soluzioni innovative e condivise per garantire una convivenza sostenibile. Il dialogo tra istituzioni, comunità locali e ambientalisti è fondamentale per trovare un equilibrio che tuteli sia la fauna selvatica che le attività economiche delle terre alte.

Il dibattito è tutt’altro che concluso, ma iniziative come il progetto LIFE offrono una strada percorribile per trasformare il conflitto in opportunità, puntando su sensibilizzazione, prevenzione e dialogo per costruire un futuro in cui uomo e lupo possano davvero coesistere.

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