AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
29 Novembre 2024 - 15:11
Scontri dopo il corteo per lo sciopero generale: occupati i binari a Porta Susa
Torino si è risvegliata oggi, venerdì 29 novembre 2024, in un clima di tensione e proteste, con gli studenti pro-Palestina che hanno paralizzato temporaneamente il traffico ferroviario occupando i binari della stazione di Porta Susa. L’azione, parte di una mobilitazione legata allo sciopero generale e alla solidarietà con la causa palestinese, ha coinvolto ragazzi e ragazze riconducibili all’area dell’intifada studentesca, culminando in disordini, scontri con la polizia e forti disagi per pendolari e cittadini.
Intorno alle 12:30, un gruppo di manifestanti ha raggiunto la stazione di Porta Susa, occupando i binari 1 e 2 per circa 10 minuti. La scelta del luogo, un nodo cruciale per la mobilità cittadina e regionale, non è stata casuale: i manifestanti miravano a creare visibilità e a generare un impatto tangibile sulla quotidianità dei cittadini.
Pendolari e viaggiatori, colti di sorpresa, si sono trovati bloccati, generando momenti di forte tensione e battibecchi con i manifestanti.
L'occupazione si è conclusa poco dopo, ma solo dopo che gli studenti hanno lasciato il luogo per unirsi ad altri attivisti su Corso Bolzano. Nonostante la breve durata, l’episodio ha causato ritardi significativi nel traffico ferroviario e ha richiesto un intervento mirato delle forze dell’ordine per riportare la situazione alla normalità.
Prima di raggiungere Porta Susa, i manifestanti avevano tentato di occupare la stazione di Porta Nuova, teatro di scontri più intensi con la polizia. Gli studenti hanno lanciato uova con vernice rossa e fumogeni contro gli agenti e i carabinieri, in un gesto simbolico che ha evidenziato il livello di frustrazione e la volontà di visibilità della protesta.
Gli agenti, in tenuta anti-sommossa, hanno risposto con una carica di alleggerimento, chiudendo i varchi di accesso alla stazione e chiedendo ai negozianti di abbassare le serrande per motivi di sicurezza. I pendolari, intrappolati all’interno della stazione per circa mezz’ora, hanno vissuto momenti di puro terrore, incapaci di uscire mentre la tensione cresceva all’esterno.
Dopo essere stati respinti, i manifestanti si sono diretti verso Porta Susa, dove hanno messo in atto un’altra dimostrazione, questa volta meno conflittuale ma altrettanto simbolica.
Le manifestazioni di oggi si inseriscono in un più ampio scenario di mobilitazione legato alle proteste per la causa palestinese e alla contestazione delle politiche internazionali sulla questione mediorientale.
Nel pomeriggio, Piazza Castello è stata teatro di un comizio che ha visto riuniti diversi gruppi di manifestanti, accomunati dalla volontà di attirare l’attenzione su una causa che ritengono cruciale.
Se da un lato il lancio di oggetti contro le forze dell’ordine è stato duramente criticato, dall’altro i manifestanti difendono le loro azioni come un modo per dare voce a tematiche spesso ignorate. Solidarietà, giustizia sociale e diritti umani restano al centro delle rivendicazioni, ma la modalità con cui vengono portate avanti continua a dividere l’opinione pubblica.
Gli eventi di Torino evidenziano il crescente protagonismo dei giovani nelle proteste politiche e sociali. I membri dell’intifada studentesca dimostrano una determinazione che, se da un lato rappresenta un segnale di vitalità democratica, dall’altro solleva interrogativi sulle modalità e le conseguenze delle loro azioni.
L’occupazione delle stazioni ferroviarie, in particolare, pone questioni significative su come garantire il diritto alla protesta senza compromettere la sicurezza e l’ordine pubblico.
Le proteste di oggi hanno lasciato un segno tangibile su Torino, sollevando interrogativi importanti su come gestire manifestazioni che, pur animate da intenti nobili, possono degenerare in disordini. La sfida per le autorità rimane quella di bilanciare il diritto al dissenso con la necessità di preservare la sicurezza e la funzionalità delle infrastrutture critiche.
Mentre la città torna gradualmente alla normalità, resta aperto il dibattito su come affrontare simili situazioni in futuro. La giornata di oggi ha dimostrato che, in un’epoca di crescente tensione globale, le questioni internazionali trovano spesso eco nelle piazze e nelle strade delle nostre città, trasformandosi in atti di protesta locale che non possono essere ignorati.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.