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Settimo Torinese

Il tiktoker Frank Mascia non potrà più mettere piede a Torino per un anno

L'ex pugile, famoso per le sue ronde fai-da-te contro lo spaccio. Perquisizioni choc: trovati tirapugni e pistola a salve

Frank Mascia

Frank Mascia

La questura di Torino ha emesso un foglio di via per Franco Masciandaro, noto sui social come Frank Mascia, impedendogli di mettere piede nel capoluogo piemontese per un anno. Il tiktoker ed ex pugile, già candidato alle ultime elezioni amministrative con la Lega a Settimo Torinese, commerciante di frutta e verdura, famoso per i suoi video contro il degrado urbano e lo spaccio di droga, è indagato insieme ad altre due persone per usurpazione di funzioni pubbliche.

L’accusa principale riguarda l’organizzazione di ronde non autorizzate finalizzate ad allontanare presunti spacciatori dalle strade della città. Secondo gli inquirenti, Mascia e il suo gruppo avrebbero agito come se fossero vere e proprie forze dell’ordine, utilizzando strumenti che simulavano quelli in dotazione alla polizia.

Mascia, residente a Settimo Torinese è diventato una figura nota sui social media per le sue battaglie contro il degrado delle periferie. Con oltre migliaia di follower su TikTok, si è costruito una solida base di sostenitori, molti dei quali condividono la sua visione di un quartiere più sicuro e privo di criminalità. Tuttavia, la sua attività non ha tardato a destare sospetti.

A fine agosto, la polizia ha perquisito le abitazioni dei tre indagati, sequestrando un tirapugni, una pistola a salve con munizioni e una placca identificativa, oggetti che suggeriscono la volontà di far sembrare queste ronde come operazioni "ufficiali". È questo l’elemento più delicato che ha portato le autorità a intervenire, impedendo a Mascia di tornare a Torino senza previa autorizzazione.

frank mascia

Il foglio di via emesso contro il tiktoker arriva in un momento particolare: a pochi giorni dall'annunciata manifestazione "Stop degrado", programmata per il 13 settembre in piazza Castello.

L’evento, promosso dallo stesso Mascia sui suoi canali social, avrebbe dovuto raccogliere cittadini stanchi della situazione di degrado e spaccio nelle vie di Torino, con l’obiettivo di sensibilizzare e fare pressione sulle istituzioni. La questura, però, ha deciso di intervenire preventivamente per evitare che l’iniziativa potesse degenerare in atti non controllati.

Quello delle ronde non è un tema nuovo per Torino. In passato, altri gruppi di cittadini hanno provato a organizzare azioni simili per contrastare il microspaccio, soprattutto nei quartieri periferici. Zone come Barriera di Milano sono da anni al centro di un dibattito su sicurezza e criminalità, e molti residenti denunciano una presenza troppo flebile delle forze dell’ordine. Tuttavia, le ronde autogestite rischiano di creare più problemi di quelli che vorrebbero risolvere. Le autorità temono che iniziative del genere possano sfociare in episodi di violenza incontrollata, mettendo a rischio la sicurezza di tutti.

Masciandaro ha sempre difeso la sua posizione, dichiarando di voler semplicemente proteggere il suo quartiere.

Nei video pubblicati su TikTok, ha spesso lamentato l’inefficienza delle istituzioni e ha esortato i cittadini a prendere in mano la situazione. "Se non lo facciamo noi, chi lo farà?", ha scritto in uno dei suoi post, esprimendo un sentimento di frustrazione condiviso da molti dei suoi follower. Tuttavia, il confine tra il desiderio di giustizia e l’illegalità è molto sottile, e l’intervento delle autorità mira proprio a evitare che il fenomeno delle ronde sfugga di mano.

La vicenda di Mascia solleva anche una questione più ampia sul ruolo dei social media nel creare nuove figure di riferimento, in grado di mobilitare persone e influenzare l’opinione pubblica. La sua attività su TikTok ha sicuramente contribuito a dare visibilità al problema del degrado urbano, ma al tempo stesso ha attirato l’attenzione delle autorità, preoccupate dalle potenziali conseguenze di un’azione non regolamentata. La presenza di armi improprie e di una placca identificativa simile a quella delle forze dell’ordine ha fatto scattare l’allarme, rendendo necessaria l’emissione del foglio di via.

Mascia in questi giorni ha continuato a pubblicare video sui suoi canali social, in cui ribadisce la sua determinazione a proseguire nella sua battaglia contro lo spaccio. La sua esclusione dalla manifestazione del 13 settembre potrebbe non bastare a fermare l’evento, che potrebbe comunque tenersi senza di lui. Ma la questura ha lasciato intendere che non ci saranno concessioni: se Masciandaro tenterà di rientrare in città senza autorizzazione, le conseguenze saranno più severe.

La questione delle ronde cittadine e delle iniziative private contro il crimine è destinata a restare al centro del dibattito, non solo a Torino. Mentre da una parte c’è chi considera queste azioni come l’ultima risorsa per risolvere problemi che le istituzioni faticano ad affrontare, dall’altra si teme che l’iniziativa privata possa scivolare troppo facilmente nel terreno dell’illegalità, con conseguenze imprevedibili per la sicurezza pubblica.

Nel frattempo, la figura di Frank Mascia resta il simbolo di un fenomeno che, nel bene e nel male, ha trovato nei social media un potente amplificatore.

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