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Torino
22 Maggio 2024 - 22:42
Il bar interno del Palazzo di Giustizia di Torino è al centro di un'inchiesta giudiziaria che ha portato all'apertura, oggi, di un processo contro 18 imputati. Il locale, chiuso nel 2020, ha riaperto nel 2023 sotto una nuova gestione. L'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) ha rivelato che personaggi legati alla 'ndrangheta avevano acquisito il controllo di Liberamensa, la cooperativa che nel 2018 aveva ottenuto l'appalto per il servizio di ristorazione dal Comune di Torino.
L'inchiesta, presentata in aula dai pubblici ministeri Paolo Toso e Francesco Pelosi, ha portato all'accusa di concorso in trasferimento fraudolento di valori con l'aggravante dell'agevolazione mafiosa per cinque persone. Tra gli imputati spicca la figura di Rocco Pronestì, 73 anni, originario di Cittanova (Reggio Calabria), considerato il referente del clan di Carmagnola per la zona di Orbassano e ritenuto di grado 'Vangelo' all'interno dell'organizzazione criminale.
Le intercettazioni hanno rivelato come Pronestì si vantasse del controllo sulla cooperativa, affermando: "È società nostra". Secondo gli inquirenti, il controllo della cooperativa avveniva attraverso prestanome inseriti nel consiglio di amministrazione, che agivano per conto di Pronestì e altri esponenti della 'ndrangheta, evitando così misure di prevenzione patrimoniale.
Le modalità operative della 'ndrangheta includevano l'intimidazione e l'estorsione, come evidenziato dai prestiti usurari e dalle pressioni sulle vittime. L'obiettivo era acquisire il controllo di attività economiche nel settore della ristorazione e del commercio, nonché ottenere appalti di servizi pubblici. La cooperativa Liberamensa, oltre a gestire il bar del Palagiustizia, si occupava anche della mensa del carcere delle Vallette a Torino.
Tra gli imputati figura anche Silvana Perrone, ex presidente del consiglio di amministrazione di Liberamensa. Perrone è accusata di aver facilitato il subentro di prestanome nel consiglio di amministrazione della cooperativa durante il periodo di predissesto finanziario. Gli inquirenti ritengono che il commercialista compiacente abbia predisposto le pratiche necessarie per il subentro, fornendo consulenze fiscali e servizi annessi.
Il bar del Palagiustizia ha riaperto nel 2023 con una nuova gestione, estranea ai fatti contestati. Tuttavia, il processo in corso getta luce sui tentativi continui della 'ndrangheta di infiltrarsi nelle attività economiche legate alla ristorazione e al commercio. La Regione Piemonte e il Comune di Torino si sono costituite parte civile nel processo, a testimonianza della gravità delle accuse e dell'impatto sulle istituzioni locali.
Il processo in corso a Torino rappresenta un ulteriore capitolo nella lotta contro la 'ndrangheta e le sue infiltrazioni nell'economia legale. Gli esiti delle udienze e le eventuali condanne contribuiranno a delineare ulteriormente il quadro di un'organizzazione criminale che, nonostante gli sforzi delle autorità, continua a trovare nuove modalità per perpetrare i propri affari illeciti.
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