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TORINO. Bar Palagiustizia Torino, no al trasferimento del processo

Resta a Torino, almeno per il momento, il processo per le presunte irregolarità nell'assegnazione dell'appalto per la vecchia gestione del bar del Palazzo di Giustizia. Uno degli avvocati difensori aveva chiesto la rimessione del procedimento - e quindi il trasferimento in un'altra città - ma la Cassazione ha dichiarato "inammissibile" la sua istanza. La causa, giunta alla fase dell'udienza preliminare, riprenderà il 12 novembre. Gli imputati sono dieci. L'avvocato, come si legge nelle carte, aveva sostenuto che a Torino il processo non poteva svolgersi con la necessaria serenità perché era "più che ragionevole" supporre che i magistrati pensassero di "avere patito una lesione all'immagine" per via delle vicissitudini del bar (che è rimasto chiuso a lungo e che riaprirà tra qualche settimana con una nuova gestione). La Cassazione non è entrata nel merito della questione ma ha rilevato un problema di metodo e di tempi: il legale aveva consegnato una copia della sua istanza "brevi manu" nel corso di un'udienza ad alcuni dei soggetti che era necessario informare, mentre per gli altri (tra cui il Ministero della Giustizia) si era affidato all'ufficiale giudiziario. Una soluzione che i supremi giudici non hanno apprezzato: "il richiedente - scrivono - deve curare, a pena di inammissibilità, il rigoroso adempimento della notifica dell'istanza alle parti entro sette giorni dal deposito in cancelleria".
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