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Strage di Brandizzo

L'ex dipendente Sigifer: "Vadano in galera e chiudano la ditta!". Il titolare: "Non volevo che usassero il cellulare per riprendersi durante il lavoro!"

Franco Sirianni respinge le accuse: "Per noi la sicurezza è sempre stata al primo posto"

Brandizzo

I binari della stazione di Brandizzo

"Abbiamo confermato quello che avevamo già detto, cioè che si lavorava anche senza autorizzazioni".

A dirlo, uscendo dalla Procura di Ivrea, è stato oggi Antonio Veneziano, un ex dipendente della Sigifer di Borgo Vercelli.

La stessa ditta dei cinque operai travolti da un treno mentre lavoravano a Brandizzo, nel Torinese, per cambiare dei binari, nella notte tra mercoledì e venerdì.

Antonio Veneziano all'uscita dalla Procura 

Dalla giustizia cosa si aspetta?

"Che vadano in galera e che chiuda l'azienda" ha risposto Veneziano ai cronisti intorno alle 14.30, dopo cinque ore all'interno del Palazzo di Giustizia con un altro ex collega, Marco Buccino.

Intanto nella giornata di oggi, nell'edizione odierna del Corriere della Sera, viene riportato che il tecnico di Rfi Antonio Massa nella serata del 31 agosto, il giorno dopo la strage di Brandizzo, avrebbe ammesso in lacrime davanti ai magistrati di aver dato il via libera agli operai sapendo che la linea non era stata interrotta.

Così come sarebbe dimostrato anche dal video nella mani della Procura di Ivrea registrato da Laganà, una delle vittime, pochi minuti prima di morire e salvato sul suo profilo Instagram (ma non pubblicato).

Il secondo indagato è Andrea Girardin Gibin, capocantiere della Sigifer, la ditta del Vercellese per la quale lavoravano le cinque vittime.

Ma l'indagine della Procura s'allarga anche ad altri episodi.

I dubbi delle prime ore si stanno concretizzando giorno dopo giorno negli uffici della procura di Ivrea.

Dalle gravi violazioni alle procedure di sicurezza fino ai cantieri aperti senza nullaosta, quelli che all'inizio erano solo sospetti si stanno trasformando in qualcosa di ben più concreto per gli inquirenti.

Oggi a Ivrea sono stati sentiti i due ex dipendenti della Sigifer, la ditta di Borgovercelli, titolare del subappalto da Rfi per i lavori di manutenzione alla stazione di Brandizzo, per la quale lavoravano le cinque vittime.

Ed ha parlato anche Franco Sirianni, titolare della Sigifer: "Non è assolutamente una cosa normale - ha spiegato in un'intervista - per noi la sicurezza è sempre stata al primo posto. I ragazzi lo sapevano. Non volevo nemmeno usassero il cellulare durante i lavori, per evitare di distrarsi".

Ben presto, però, anche in virtù di quanto emerso nelle ultime ore, è possibile che la lista degli indagati sia destinata ad allungarsi. Come la procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione, aveva confermato anche nei giorni scorsi, c'è la volontà della Procura di andare a fondo di quanto è successo.

Non solo in relazione all'incidente che è costato la vita ai cinque operai ma anche per capire se le procedure di sicurezza oggi in vigore sono sufficienti a tutelare i lavoratori e se quelle stesse procedure vengono effettivamente rispettate.

Da quello fin qui emerso, pare che in certi contesti, lavorare senza nullaosta, di notte, magari tra il passaggio di un treno e l'altro, fosse quasi una consuetudine.

Sulla scrivania della procuratrice Viglione già nei giorni scorsi sono arrivate segnalazioni da altre procure di episodi sospetti un po' da tutta Italia e il prossimo 14 settembre, alle ore 9, il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini terrà una informativa urgente nell'Aula della Camera sulla tragedia.

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