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Cronaca
31 Agosto 2023 - 23:08
Gli ultimi messaggi sui social di Kevin Laganà e Michael Zanera morti nella strage di Brandizzo
Colpiti a morte nel cuore della notte da un treno che viaggiava a 160 chilometri all'ora, senza nemmeno la possibilità di spostarsi, mentre stavano lavorando sui binari.
Pochi secondi hanno segnato la fine per cinque operai della ditta Sigifer di Borgo Vercelli, uno poco più che ventenne.
Sarà un'inchiesta della procura a stabilire le cause: certo chi guidava il convoglio, era sicuro di trasportare dodici vagoni vuoti da Alessandria a Torino in un orario in cui nessuno avrebbe dovuto transitare e men che meno lavorare, come ha precisato Fs.
Il treno che ha investito gli operai
Invece gli operai erano là, e soltanto due si sono salvati, ma non si sanno spiegare "cosa sia successo".
Mentre il sindaco di Brandizzo, piccolo paese della Città metropolitana di Torino dove è avvenuta la tragedia, ha riferito di un "errore di comunicazione".
Un incidente che ha sollevato lo sdegno e il dolore dell'Italia: "Tutti quanti, abbiamo pensato come morire sul lavoro sia un oltraggio ai valori della convivenza" sono state le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciate a Torre Pellice, per il sinodo dei Valdesi. "Gli incidenti sono una calamità. È un'ingiustizia. Sempre per una mancanza di cura... I lavoratori sono sacri", ha detto da parte sua papa Francesco sull'aereo verso la Mongolia.
Particolarmente colpito, il capo dello Stato ha cambiato il suo rigido protocollo per un omaggio di persona alle vittime, passando sul luogo dell'incidente nel tardo pomeriggio per deporre all'entrata della stazione un mazzo di rose gialle e di lylium bianchi.
Ad accoglierlo il sindaco della Città metropolitana di Torino, Stefano Lo Russo, e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che erano già accorsi sul posto la mattina.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Brandizzo
Con Cirio è stata in contatto per gli aggiornamenti la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Alle famiglie delle vittime e ai loro cari il mio profondo cordoglio e i più sinceri sentimenti di vicinanza" il suo messaggio, con "l'auspicio di fare quanto prima piena luce sull'accaduto".
Solidarietà, sconcerto e richieste di chiarimento sono arrivate trasversali ai partiti con il passare delle ore: dalle parole del ministro per i Trasporti, Matteo Salvini, con il Mit che aperto una propria inchiesta, a quelle dell'intero governo, insieme al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e del Senato, Ignazio La Russa.
A domandare chiarezza molti parlamentari: Pd, M5s, Partito della Rifondazione comunista, Noi Moderati e altri.
Reazioni locali anche dalla Calabria e dalla Sicilia, regioni d'origine rispettivamente di una e di due delle cinque vittime.
Lutto per il Piemonte e per una serie di cittadine legate alle vittime in regione.
Duri i sindacati, col segretario regionale del Piemonte della Cgil, Giorgio Airaudo, che ha parlato di una "nuova Thyssen", ricordando l'incidente nell'acciaieria del capoluogo piemontese che nel dicembre del 2007 costò la vita a sette operai.
La decisione collettiva delle rappresentanze, da Maurizio Landini alle Usb, è stata poi uno sciopero dei manutentori di Rfi domani, mentre lunedì Vercelli è pronta a uno sciopero generale dei trasporti.
Immediato anche il cordoglio della Rete ferroviaria italiana, insieme alle annunciate verifiche sulla dinamica dell'accaduto e alle precisazioni di Fs sulle procedure. Procede intanto la magistratura, che con la pm Giulia Nicodemi ha coordinato nell'immediato i rilievi di polizia ferroviaria e carabinieri, accorsi sul posto con vigili del fuoco e ambulanze e ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo al momento contro ignoti.
Immediata la sospensione nel tratto fra Settimo e Chivasso della circolazione ferroviaria su quella che è la linea storica della Torino-Milano, con bus sostitutivi, dopo che la mattinata aveva visto una serie di cancellazioni di regionali e intercity.
Aspettando i bus sostitutivi alla stazione ferroviaria di Chivasso
Ritorno alla normalità a sera. Ma non per parenti e amici delle vittime.
L'incidente ha segnato anche chi si è salvato: i due operai che hanno evitato il treno sono stati dimessi solo a sera, dopo ore di sostegno psicologico fornito nell'ospedale della vicina Chivasso. Un servizio che si è reso necessario allo stesso modo per chi guidava il convoglio e per l'altro macchinista che gli era accanto.
Il più giovane aveva 22 anni, il più anziano 52.
I cinque operai travolti e uccisi da un treno la notte scorsa sulla linea ferroviaria Milano-Torino mentre lavoravano su un binario della stazione di Brandizzo, nel Torinese, si chiamavano Kevin Laganà, 22 anni, Michael Zanera, 34, Giuseppe Sorvillo, 43, Giuseppe Saverio Lombardo, 52 e Giuseppe Aversa, 49.
Erano tutti dipendenti della Sigifer, impresa leader nel settore di costruzione e manutenzione degli impianti ferroviari.
Kevin Laganà il più giovane
Kevin, di origini messinesi, era stato assunto dell'azienda due anni fa.
"È sempre stato un grande lavoratore, da quando aveva 18 anni, con un sorriso brillante, educato e con tanta voglia di vivere", così, in lacrime, lo ricorda la cugina Cinzia.
"Assurdo sia tutto finito", aggiunge. Era molto legato al padre Massimo, che chiamava sui social "il mio eroe" e al fratello Antonino.
Da Melania, compagna del padre, che lo ha cresciuto, viene descritto come "solare".
"L'abbiamo visto ieri sera a cena come quasi tutti i giorni. Siamo distrutti", aggiunge la donna mentre cerca delle risposte davanti alla stazione. A Vercelli abitava anche Zanera.
Michael Zanera aveva 34 anni
"Era un ragazzo sveglio, intelligente, gli piaceva troppo quel lavoro - racconta Marco Faraci, lo zio di Michael - Un ragazzo in gamba, volenteroso, anche se sapeva che certe cose non andavano bene faceva finta di nulla, si sforzava e andava avanti sul lavoro".
Nome proprio in comune per gli altri tre morti. Giuseppe Aversa era di Chivasso, nel Torinese, ma da dieci anni viveva a Borgo D'Ale (Vercelli). Lascia la madre, la compagna e la sorella.
Giuseppe Aversa
"Con l'intera comunità borgodalese ci stringiamo intorno alla famiglia", commenta il sindaco della cittadina vercellese, Pier Mauro Adorno.
Giuseppe Sorvillo ieri, prima di andare a lavorare, aveva salutato - per l'ultima volta - la moglie e i suoi due bimbi piccoli.
Viveva a Brandizzo, ma era originario di Capua (Caserta).
Giuseppe Sorvillo
Amava la montagna e raccontava delle sue gite con la famiglia attraverso le foto sui social.
Giuseppe Saverio Lombardo era nato a Marsala (Trapani).
Giuseppe Saverio Lombardo
Sposato e padre di un figlio, aveva vissuto in Sicilia fino al 2001, poi si era trasferito in Piemonte, a Vercelli.
"E' stato terribile apprendere questa tristissima notizia. Non si può continuare a morire mentre si lavora", è stato il commento del sindaco di Marsala Massimo Grillo, mentre a Vercelli, dove viveva solo, la voglia di parlarne mancava.
Si sono salvati in due da quel treno che nel buio è arrivato a 160 chilometri l'ora, spazzando via cinque colleghi a Brandizzo, nel Torinese.
In sette erano intenti a cambiare alcuni metri di binari vicino alla stazione, e loro, di 44 e 52 anni, non sono nemmeno stati sfiorati, perciò sono rimasti illesi.
Ma stanno male: sono sotto shock e dopo la visita in un'ambulanza accorsa sul posto sono stati portati già nella notte in ospedale nella vicina Chivasso.
La stazione di Brandizzo
Presi in carico dal pronto soccorso, in compagnia ciascuno di un familiare, sono stati assistiti dal punto di vista psicologico dal personale dell'Asl To4.
Tra i primi a sentire il loro racconto c'è stato il sindaco di Chivasso, Claudio Castello, che ha annunciato il lutto cittadino, in ospedale col sindaco di Brandizzo, Paolo Bodoni.
Come si legge online sul quotidiano La Stampa, uno dei superstiti Girardin Gibin, si è accorto del pericolo all'ultimo: "Ho sentito il treno arrivare, ho alzato lo sguardo e l'ho visto. Ho fatto appena in tempo a lanciarmi istintivamente di fianco".
La fortuna di Antonio Massa, di Grugliasco, dipendente di Rfi, è stata invece di trovarsi in quel momento su un altro binario, intento a scrivere. I due sindaci dalle loro parole non sono riusciti a ricostruire l'accaduto: "Ci hanno detto poco. Saranno i rilievi, le autorità che dovranno stabilirlo". Del resto dalle testimonianze di alcuni residenti vicini alle ferrovia le parole raccolte sono di "un forte boato, quasi a pensare che fosse crollato il ponte".
Lo stesso rumore fortissimo sentito da un gruppo di adolescenti ai giardinetti vicini. Davanti all'ospedale, senza però entrare, è passato Aboubakar Soumahoro, deputato e componente della commissione lavoro della Camera, per mostre solidarietà agli operai illesi.
"Nelle prossime ore - ha detto - presenterò un'interrogazione parlamentare al ministro dei trasporti - ha poi annunciato -. Ogni volta che una lavoratrice o un lavoratore perdono la vita - ha sottolineato - crollano le fondamenta della nostra Repubblica".
Nella struttura sanitaria però hanno trovato cure anche altri due uomini, i due macchinisti che stavano in cabina nel treno, uno alla guida e l'altro ad assistere, di 30 e 51 anni.
Non hanno subito lesioni nell'incidente, ma hanno riportato un forte shock per l'accaduto, tale da indurre i medici a trattenerli in ospedale come gli operai.
Le dimissioni per tutti e quattro sono arrivate nel tardo pomeriggio.
Per qualcuno, a leggerla oggi, è stata una premonizione.
Una casualità secondo altri.
Resta il fatto che quella piccola croce che si vede su una foto scattata da Michael Zanera, 34 anni, uno degli operai morti a Brandizzo, travolto da un treno mentre lavorava di notte insieme agli altri colleghi, sta facendo il giro del web, diventando virale.
Si tratta di un post che Zanera, che spesso raccontava il suo lavoro di saldatore iniziato nel 2019, proprio sui social, ha pubblicato ieri notte, poco prima di morire sul suo canale Tik Tok.
"È la prima volta che mi succede, mentre saldo la rotaia mi è uscito il crocifisso. Dio mi vuole dire qualcosa sicuramente, nonostante lo richiamo tutti i giorni ultimamente, perché non è un bel periodo per me", aveva scritto in una storia, con lo scatto di quel crocifisso che appare sulle rotaie, rosse dell'incandescenza della saldatura.
In sottofondo la musica e le parole di 'The power of love', il potere dell'amore, dei Frankie Goes to Hollywood.
Oltre centomila visualizzazioni sotto quell'ultimo messaggio, in cui Zanera aveva accennato a un momento difficile che stava passando. Già, lui che per il suo compleanno ad agosto aveva chiesto su Facebook donazioni per una onlus.
Il post di Michael Zanera poche ore prima di morire
"Per la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Torino: ho scelto questa organizzazione perché il suo obiettivo è molto importante per me. Prevenire è vivere", scriveva.
Che vivesse un momento particolare lo si intuisce anche da un altro suo messaggio della mattina prima del drammatico incidente: "Se devi vivere tutta la vita strisciando come un verme, alzati e muori", aveva scritto citando una frase attribuita a Jim Morrison.
A un'amica aveva confidato che gli sarebbe piaciuto andare a trovarla.
Una promessa mai mantenuta come ricorda in un messaggio che Anna Maria, distrutta dal dolore, rivolge all'amico che oggi non c'è più: "Ti ricordi? dicevi che volevi venire a Ischia - scrive - Non si può morire così, povero angelo".
Quel crocifisso contornato dal rosso del calore e del lavoro di Michael incuriosisce, fa pensare anche chi non è credente. Qualcuno lo afferma: "Io che sono ateo rifletto tanto su questo post... Povero ragazzo".
Per altri "questo post fa venire i brividi e la pelle d'oca. Spero che dove ti trovi adesso Dio ti dia le risposte e la pace". Un segno quella foto, "probabilmente una benedizione perché portavi il nome di un angelo".
Michael aveva perso entrambi i genitori e l'amico Francesco lo saluta per l'ultima volta così: "Ora potrai riabbracciare il tanto amato papà e la tua cara mamma".
La procura di Ivrea indaga per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. Molti i punti non chiari della vicenda. A mettere alcuni paletti sono state le Fs: "Per quanto riguarda la velocità del treno investitore, le condizioni della linea gli consentivano in quel tratto di raggiungere una velocità massima di 160 km/h. La questione è altra: i lavori, secondo procedura, sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno".
E parallelamente a quella della magistratura, è stata aperta anche un'inchiesta interna del ministero dei Trasporti, voluta dal vicepremier Matteo Salvini. Per il momento il fascicolo della Procura di Ivrea è a carico di ignoti.
I primi ad essere interrogati, già nel pomeriggio dopo le dimissioni dall'ospedale di Chivasso, sono stati i due macchinisti del treno, di 52 e 29 anni, entrambi residenti a Torino.
Sotto indagine c'è il rispetto della procedura di sicurezza vigente.
Il passaggio del treno era previsto, così come il cantiere di manutenzione che, in quel punto all'ingresso della stazione di Brandizzo, prevedeva la sostituzione di alcuni metri di rotaia al binario 1.
Il magistrato della procura eporediese sul luogo della strage
Proprio quello dove il treno in transito, a 160 chilometri orari, ha falciato i cinque operai uccidendoli sul colpo.
Questo genere di interventi di manutenzione, che nello specifico riguardano l'armamento della linea, Rfi li affida anche a imprese esterne e sono lavori che si eseguono in assenza di circolazione dei treni.
Secondo Rfi, "un cantiere di quel tipo può essere attivato soltanto dopo che il responsabile della squadra operativa, in questo caso dell'impresa appaltatrice, ha ricevuto il nulla osta formale ad operare, in esito all'interruzione del traffico ferroviario concessa da parte del personale abilitato".
I lavori, in buona sostanza, stando alle procedure vigenti, sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno.
Ci sarebbe stato quindi un difetto di comunicazione alla base dell'incidente.
Stessa mancanza di comunicazione di cui hanno parlato alcuni operai al sindaco di Brandizzo, Paolo Bodoni: "Da notizie che ho avuto dagli operai presenti, pare ci sia stato un problema di comunicazione tra la squadra presente sul posto e chi doveva coordinare i lavori. Ma sarà la magistratura a fare chiarezza su quello che è successo".
Il ministero dei Trasporti, intanto, nominerà una commissione, come annunciato oggi da Salvini. "Ci sono le ricognizioni in corso, la procura sta facendo il suo, il ministero nominerà anche una commissione perché nel 2023 non si può morire di notte lavorando sui binari: qualcosa non ha funzionato, c'è stato un errore umano".
Il vicepremier Matteo Salvini
Il vicepremier ha ribadito che le norme già oggi prevedono che non si possa lavorare sui binari se non c'è la certificazione della sospensione del traffico ferroviario.
"Stiamo investendo in sicurezza per i lavoratori delle ferrovie, per gli operatori, per i passeggeri, su questo però voglio andare fino in fondo perché ci sono cinque famiglie che hanno perso i loro cari", ha aggiunto.
"Pare certo un errore umano, ma non sta a me giudicare da parte di chi". La commissione, ha poi concluso Salvini, "non vuole certamente sostituirsi alla magistratura".
Dopo 16 anni un'altra Thyssen. La morte dei cinque operai travolti da un treno a Brandizzo mentre facevano lavori di manutenzione ha un'angosciante assonanza con la strage della notte del 6 dicembre del 2007 quando nel rogo dell'acciaieria a Torino persero la vita sette operai.
Qualcuno ricorda anche i tre operai morti per il crollo di una gru in via Genova nel capoluogo piemontese a dicembre del 2021.
I binari, la fabbrica, il cantiere: luoghi diversi, ma tutte tragedie collettive sul lavoro. E tutte hanno il Torinese come teatro. "A sedici anni di distanza siamo di fronte a una nuova Thyssen. Quello che è successo alla stazione di Brandizzo è inconcepibile, soprattutto a Torino e in Piemonte" afferma Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte.
"Le indagini della magistratura accerteranno le responsabilità - spiega - ma non si cerchi un capro espiatorio negli errori umani. Non dipende dal caso, non è colpa di un fulmine o di un meteorite. La sentenza Thyssen ha dimostrato che ci sono responsabilità che non sono casuali. Le imprese hanno delle responsabilità. Politiche aziendali tese al risparmio aumentano i rischi e le vittime, determinano tragedie e compromettono la vita di persone che escono da casa per lavorare e non ci ritornano più. E' un sistema che va cambiato".
Sono attoniti e amareggiati i protagonisti della strage Thyssen, i familiari che non hanno mai sconfitto il dolore e l'operaio sopravvissuto per miracolo.
"E' una triste storia che crea angoscia, ansia, dolore. Riapre una ferita mai guarita. Come si fa a morire in questo modo sul lavoro? La vicenda Thyssen purtroppo non ha insegnato nulla. Per qualche anno abbiamo sperato che qualcosa cambiasse, ma si tende a dimenticare. Dicono che investono in sicurezza e invece tutto resta fermo", dice Rosaria Demasi Platì, la mamma di Giuseppe, operaio della Thyssen morto a 26 anni per le ustioni riportate nel rogo dopo 24 giorni di agonia.
Antonio Boccuzzi
"Impossibile non pensare alle famiglie e a quello che stanno vivendo, ai lavoratori che hanno perso la vita. Uno di loro aveva solo 22 anni, una vita spezzata", osserva Rosaria. "Avevamo detto 'mai più Thyssen' e invece assistiamo a un'ennesima tragedia sul lavoro. Forse era solo uno slogan di quel momento. C'è un tempo che trascorre e le cose negative non cambiano, restano ferme", dice Antonio Boccuzzi, l'operaio sopravvissuto all'incendio dell'acciaieria...
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