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Il caso
28 Luglio 2023 - 00:03
È ufficiale. I carabinieri hanno definitivamente lasciato Sciolze, paese nel cuore della collina attorno a Torino.
La questione era sulla bocca di tutti già da qualche settimana, con i cittadini preoccupati e il vice-sindaco locale Vittorio Moncalvo che cercava di salvare il salvabile: “la caserma non chiude, ma non essendo più a norma l’edificio in cui i carabinieri hanno la loro attività e non essendo la proprietà disposta ad aggiornare la struttura, le forze dell’ordine saranno sempre sul nostro territorio ma “abiteranno” in una caserma del chierese. La nostra amministrazione, assieme a quelle di Marentino, Cinzano e Montaldo, sta cercando ogni possibile soluzione per far sì che ritornino al più presto. Per il momento sono ancora a Sciolze e non conosciamo la data di chiusura del presidio” spiegava a fine giugno.
Ed eccoci qua, giunti a mercoledì 26 luglio, momento in cui i carabineri hanno definitivamente lasciato il loro presidio, con tanto di foto postata via social da una degli abitanti che raffigura, in pieno “stile divorzio”, un camion dei traslochi di fronte alla caserma, intento a caricare tutti gli strumenti utilizzati dalle forze dell’ordine che, adesso, si sposteranno a Riva presso Chieri.
La caserma dei carabinieri a Sciolze
“Un altro pezzo di Sciolze che trasloca” scrive la cittadina a corredo dell’immagine, con altri che rincarano: “che tristezza, mi dispiace”, “evito di commentare”.
L’affermazione che più racchiude il nocciolo della questione, forse, è quella di Denis, che ha specificato: “da Chieri sono almeno 35 minuti. Se una qualsiasi pattuglia dovesse intervenire a Santena, che se non sbaglio è sotto la competenza di Chieri, per arrivare qui a Sciolze ci metterebbe almeno un’ora. È un’ipotesi drammatica”.
E sì, il punto è proprio questo. Sciolze è immersa nel verde della collina, con dolci tornanti e tante villette, abitate da persone che da tempo lamentano la poca sicurezza della zona, con furti ed effrazioni all’ordine del giorno.
“Ecco cosa succede sempre più spesso nelle nostre zone - spiegava un mese fa Eugenio - a Buttigliera Alta, sono state vittime di fatti analoghi uno studente, un domestico e una vicina ottantenne. Rapinati e sequestrati in casa”. Non dimentichiamo, poi, l’allarme lanciato da Giovanna, residente in Regione Garavaglia: “due anni fa io ho fatto una chiamata alla caserma, in piena notte, perché avevamo sentito uno sparo e ci siamo spaventati - affermava - i carabinieri sono arrivati qui 45 minuti dopo. E se ci fosse stato un ladro? Non ce l’abbiamo con le forze dell’ordine, ma ci sentiamo abbandonati. Per sentirci al sicuro abbiamo dovuto prendere il porto d’armi”.
Se questo è lo scenario che si profilava mesi addietro, figuriamoci cosa potrebbe succedere adesso che, di fatto, i carabinieri se ne sono andati.
Il vice-sindaco sciolzese Vittorio Moncalvo
Amaro anche il commento del vice-sindaco Moncalvo: “nonostante gli sforzi congiunti dei 4 comuni interessati, la proprietà, tramite i propri legali, ha fatto orecchie da mercante a tutte le proposte avanzate rendendo inagibile e non più fruibile l’edificio - dice - comunque, non mancherà la presenza dei nostri Carabinieri sul territorio, come é stato finora”.
Per carità, le forze dell’ordine non sono “sparite” da Sciolze e sicuramente continueranno a presidiare la zona ma, e su questo l’opinione dei cittadini è unanime, un conto è avere una caserma in loco e, un altro, è doversi spostare per tutta la collina cercando di arrivare in tempo, soprattutto in caso di emergenze.
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