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Il caso
29 Giugno 2023 - 11:58
La caserma dei carabinieri di Sciolze
Continuano le lamentele da parte degli abitanti di Sciolze sul tema “sicurezza” in paese.
L’occasione, questa volta, è stato un post divulgato tramite social da Eugenio, residente in collina: “e intanto i carabinieri lasciano Sciolze. Non sarebbe meglio incentivare la sicurezza piuttosto che fornire trastulli a chi va in bicicletta?” scrive l’uomo, facendo riferimento ai progetti nei piani delle amministrazioni locali relativi alle piste ciclabili.
“Ecco cosa succede sempre più spesso nelle nostre colline - continua l’uomo - banditi: rapina e sequestro in pieno giorno. A Buttigliera Alta, sono state vittime di fatti analoghi uno studente, un domestico e una vicina ottantenne. Rapinati e sequestrati in casa”.
Ad aggravare la situazione, il fatto che i carabinieri di Sciolze, nei prossimi mesi, lasceranno il paese per trasferirsi a Riva presso Chieri.
Di fatto l’allarme era già stato lanciato a novembre dell’anno scorso da un cittadina sciolzese residente in Regione Garavaglia, Giovanna Busoni.
“Ci sentiamo abbandonati - spiegava al tempo la donna - due anni fa io ho fatto una chiamata alla caserma, in piena notte, perché avevamo sentito uno sparo e ci siamo spaventati. Sono arrivati qui 45 minuti dopo. E se ci fosse stato un ladro? La scorsa estate in una delle prime case, vicino alla salita, c’erano i ladri, e i carabinieri sono arrivati un’ora dopo. Non è colpa degli agenti, ma sono troppo pochi: non possono coprire tutto il territorio. Servono più forze dell’ordine, non sappiamo come fare”.
La soluzione a questa situazione, per alcuni residenti che si sentivano trascurati, era stata drastica: prendere il porto d’armi. Se a tutto ciò aggiungiamo anche il fatto che i carabinieri lasceranno il paese (situazione già denunciata da Busoni), il calderone rischia di implodere.
L’edificio che ospita la caserma sciolzese è stato considerato non a norma e le forze dell’ordine hanno ricevuto lo sfratto dai privati proprietari dello stabile, con i carabinieri che nei prossimi mesi si dovranno trasferire, appunto, vicino a Chieri.
“Sicuramente i carabinieri presidieranno comunque il territorio, ma in caso di grosse problematiche di sicurezza (furti, rapine e simili), un conto è arrivare da Chieri, e un altro è essere sul posto e agire subito in pochi minuti - aggiunge Eugenio - non è tanto il furto che preoccupa, ma bensì le rapine, specialmente se violente. L’unica soluzione è il controllo capillare del territorio”.
Vittorio Moncalvo, vice-sindaco di Sciolze
A cercare di rassicurare i cittadini, poi, ci ha pensato il vice-sindaco sciolzese Vittorio Moncalvo: “la caserma non chiude, ma non essendo più a norma l’edificio in cui i carabinieri hanno la loro attività e non essendo la proprietà disposta ad aggiornare la struttura, le forze dell’ordine saranno sempre sul nostro territorio ma “abiteranno” in una caserma del chierese. La nostra amministrazione, assieme a quella di Marentino, Cinzano e Montaldo, sta cercando ogni possibile soluzione (collaborando con le forze dell’ordine) per far sì che ritornino al più presto. Per il momento sono ancora a Sciolze e non conosciamo la data di chiusura del presidio”.
Insomma, se già adesso gli abitanti di questa parte di territorio non si sentono sicuri, quando i carabinieri non saranno più nelle vicinanze la situazione potrebbe peggiorare, soprattutto se si considera che la zona è piena di villette (alle volte anche isolate), prede facili per ladri e malintenzionati. L’unica speranza, attualmente, è che prima della chiusura del presidio di Sciolze, le 4 amministrazioni della zona riescano a fare rete e trovare una soluzione che garantisca ai cittadini maggiore sicurezza.
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