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Il caso

Aveva due debiti col Comune e un processo in corso: il candidato sindaco decade da consigliere

Fosse stato eletto primo cittadino il Comune sarebbe stato commissariato

Aveva due debiti col Comune e un processo in corso: il candidato sindaco decade da consigliere

Lorenzo Perotto è incompatibile con la carica di consigliere comunale, e perciò è decaduto dal suo ruolo di capogruppo di minoranza. La decisione è stata presa nel corso dell'ultimo consiglio comunale di Chialamberto, comune in cui Perotto si era candidato a sindaco.

Aveva perso le elezioni un mese e mezzo fa contro Gabriele Castellini e perciò era finito in minoranza. Perotto, come si legge nella delibera di consiglio comunale che riguarda il suo decadimento da consigliere, "ha in essere n. 2 debiti liquidi ed esigibili e quindi ricade nelle fattispecie di incompatibilità" previste dal Tuel

Il Testo Unico degli Enti Locali, al riguardo, è molto chiaro: "Non può ricoprire la carica di sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, consigliere metropolitano, provinciale o circoscrizionale: ... omissis ... 2) colui che, avendo un debito liquido ed esigibile, rispettivamente verso il comune o la provincia ovvero verso istituto o azienda da essi dipendenti è stato legalmente messo in mora".

Inoltre, Perotto "ha in essere un ricorso contro il Comune di Chialamberto dinanzi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche". Anche questa condizione è prevista dal Tuel come chiara incompatibilità con la carica di consigliere comunale: chi ha un processo pendente con la pubblica amministrazione non può di certo diventare amministratore.

Gli uffici del Comune hanno così inviato a Perotto la notifica del problema invitandolo a rimuovere la causa relativa all’incompatibilità entro 10 giorni". Perotto aveva anche comunicato di voler rateizzare i suoi debiti col Comune, ma l'istanza è stata respinta, si legge in delibera, "stante il lungo lasso di tempo trascorso dalle sentenze ad oggi (rispettivamente del 01.08.2020 e del 17.03.2021)".

Perotto è stato così dichiarato incompatibile e il consiglio comunale l'ha fatto decadere. Questo anche se, si legge proprio sul verbale della delibera di consiglio, Perotto aveva ribadito "la rinuncia alla carica di Consigliere Comunale senza tuttavia attenersi alle modalità di presentazione delle dimissioni così come previsto dall’art. 38 del TUEL".

Perotto è dunque finito in minoranza e quindi la conseguenza dei due debiti e del processo di fronte al Tribunale delle Acque si è limitata alle sole dimissioni da consigliere. Fosse stato eletto sindaco la storia sarebbe stata ben diversa: il Comune sarebbe stato commissariato e si sarebbe andati ad elezioni l'anno prossimo.

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