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Cronaca

Uomo trovato nel bagagliaio a Torino: si era messo da solo?

Si fa sempre più largo l’ipotesi che Conforti in quel bagagliaio si sia messo da solo, dopo una serata delle “sue”, dopo un viaggio senza ritorno sulle ali di un fatale mix di alcol e droghe.

Conforti

Marco Conforti, 55 anni, e il Range Rover grigio dove è stato trovato cadavere nel bagagliaio la sera del 28 maggio scorso

A venti giorni dal ritrovamento del corpo senza vita e in avanzato stato di decomposizione di Marco Conforti, 55 anni, chiuso nel bagagliaio della sua Range Rover parcheggiata in via Rovigo a Torino, le indagini sulla morte dell’imprenditore delle autoscuole proseguono.

Gli investigatori della squadra mobile diretta dal dirigente Luigi Mitola stanno mettendo in fila, uno dietro l’altro, tutti gli indizi raccolti finora e che potrebbero far luce sulla morte dell’uomo di Castagneto Po. 

Marco Conforti era un imprenditore del settore delle scuole guida

Da fonti investigative trapela poco o nulla, ma la sensazione è che ogni giorno che passi si faccia sempre più largo l’ipotesi che Conforti in quel bagagliaio si sia messo da solo, dopo una serata delle “sue”, dopo un viaggio senza ritorno sulle ali di un fatale mix di alcol e droghe.

L’autopsia eseguita sul corpo dell’uomo dai medici legali Francesco Cattaneo e Roberto Testi ha evidenziato che il decesso sarebbe avvenuto per un infarto dovuto all’assunzione di sostanze stupefacenti.

Sul corpo non c'erano segni di violenza.

Si attendono ancora gli esiti dell’esame tossicologico per capire quante e quali sostanze l’uomo abbia assunto poco prima di morire.

L’autopsia ha anche evidenziato che al momento è impossibile individuare con esattezza sufficiente anche l'epoca della morte: il cadavere sarebbe rimasto troppo a lungo nel bagagliaio esposto al sole.

Mercoledì 24 maggio è comunque la data del decesso più plausibile.

Se Conforti si fosse messo da solo nel bagagliaio della sua Range Rover cadrebbero dunque tutte le altre ipotesi investigative.

A partire da quella che è stata percorsa ma non ancora abbandonata del tutto secondo cui, dato il peso e la corporatura di Conforti, difficilmente una sola persona sarebbe riuscita a metterlo nel bagagliaio. 

Sarebbe stata necessaria la forza di due uomini: sì, ma chi?

Sinora questa ipotesi investigativa non avrebbe trovato conferme nei vari interrogatori.

Inoltre, le chiavi del suv sono state trovate all’interno dell’auto accanto al corpo dell’uomo e il mezzo, all’arrivo degli inquirenti, era chiuso.

Qui le ipotesi che si fanno sono due: o qualcuno sarebbe stato in possesso di un secondo mazzo di chiavi del Suv oppure l’auto si sarebbe chiusa autonomamente dopo qualche minuto, perché così è programmata la centralina del Range Rover (ma non di tutti i modelli).

Gli interrogativi restano comunque ancora tanti e ci si aggrappa, in questa fase, alle sole certezze che ci sono.

Una di queste è che in via Rovigo il Suv sia stato parcheggiato dallo stesso Conforti, giunto lì al termine di una serata come tante. 

Prima la cena al ristorante di pesce "Esca" dietro la basilica della Gran Madre, con altri 4 amici. 

Poi intorno a mezzanotte tutto è finito. O, almeno, tutto è finito con quella compagnia.

Conforti, infatti, e un amico carrozziere proseguono la serata allo strip club Samara, dietro la stazione Porta Nuova, mentre gli altri vanno a casa.

Mi ha portato a casa e poi è scomparso, andato via come una scheggia. Da giorni sto vivendo un incubo senza fine”, ha raccontato agli inquirenti e ai giornalisti l’amico di Marco Conforti, il carrozziere, l’ultimo ad averlo visto in vita.

Poi, il buio. La fine del viaggio.

Una settimana fa famigliari, amici e i dipendenti delle autoscuole di Conforti l’hanno salutato ai funerali celebrati in Duomo a Chivasso, città d’origine dell’imprenditore.

Non amerò mai più nessun uomo come te: che dire papà, sei stato il migliore. Avrei solo voluto avere più tempo per te: avevamo grandi progetti per il futuro, ora ho imparato a non dare più nulla per scontato. Mi hai donato grandi ali e, insieme a mamma e Ricky (Riccardo, ndr), porteremo avanti ciò che hai creato”, l’ha ricordato la figlia Carola durante l’omelia funebre.

La squadra che hai creato è qui per te. Sarai lontano dal tuo ufficio ma mai dai nostri cuori. Buon viaggio Marco e ritrova la tua serenità”, la lettera commovente letta da una sua dipendente a nome di tutti.

Un lungo applauso ha accompagnato la salma mentre usciva dal Duomo, mentre palloncini bianchi volavano verso un cielo grigio pieno di nuvole di pioggia.

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