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Cronaca
14 Dicembre 2022 - 17:18
Arresto (foto d'archivio)
Criminali che, per arrotondare, portano a casa anche il reddito di cittadinanza. È questa ls storia di una famiglia borgarese dedita all'usura.
Lo scenario è stato tratteggiato all'interno di una specifica inchiesta della Procura di Torino che ha portato a una decina di arresti (5 in carcere, questi tutti della stessa famiglia, e 5 ai domiciliari). In tutto gli indagati sono 16, chi non è finito agli arresti sarà sottoposto all'obbligo di firma presso la più vicina caserma dei Carabinieri.
I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti, nei giorni scorsi, dai carabinieri della compagnia Oltre Dora su disposizione della procura di Torino.
Le forze dell'ordine, nell'ambito dell'operazione, hanno sequestrato decine di migliaia di euro che rappresenterebbero proprio il profitto dell'usura. Pacchi di soldi in contanti sono stati ritrovati a casa degli indagati, su conti correnti a loro ricondubili o anche in una carrozzeria di Caselle Torinese, di proprietà di uno degli indagati. Anche questa è stata sottoposta a perquisizione.
Ma non è tutto.
Come già capitato anche in altre occasioni, alcuni dei componenti del nucleo familiare, finito sotto inchiesta, devono rispondere anche di avere percepito indebitamente il reddito di cittadinanza o altri sostegni pubblici non dovuti. Molto probabilmente dovranno risarcire queste somme allo Stato.
Le forze dell'ordine, nell'ambito delle carte dell'inchiesta, hanno documentato episodi piuttosto gravi.
Le vittime dell'usura, in alcune occasioni, sono state costrette a prelievi forzati al bancomat, portate di peso a prelevare per restituire parte delle rate dei prestiti concessi con interessi a tassi usurari (anche del 600% annuo). Ci sono, poi, anche una serie di spese gratis (o rifornimenti gratis alle pompe di benzina) effettuate dagli usurai nei negozi gestiti dai beneficiari dei prestiti o ancora alcuni di loro utilizzati come prestanome nei contratti di affitto degli appartamenti.
È una storia che si ripete. Proprio qualche settimana fa, infatti, avevamo parlato di una "lady prestito", anche lei membro della famiglia finita agli arresti in carcere.
Una donna di 45 anni era stata arrestata dagli uomini della Compagnia dei Carabinieri di Venaria Reale, per lei l'accusa di usura, una pratica portata avanti fino a poche settimane fa.
I militari l'avevano "beccata" proprio mentre stava praticando il suo "lavoro", in flagranza di reato. La donna, infatti, si era appena fatta consegnare 200 euro in contanti da un commerciante del Comune in cui risiede. L'usuraia aveva prestato qualche centinaia di euro all'esercente borgarese.
La 45enne è la figlia del 71enne arrestato, a gennaio, per le stesse motivazioni. Parliamo di un pluricondannato per usura, con tassi di interesse annuo del 120%, finito in carcere più volte. L'ultima a inizio anno quando all'uomo era stato confiscato un immenso patrimonio, 1 milione e mezzo di euro tra immobili e auto.
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