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Giudiziaria
26 Novembre 2022 - 14:17
I soccorritori al rally
Si è aperto a Ivrea il processo per la morte a Coassolo del piccolo Aldo Ubaudi, 6 anni appena, al Rally Città di Torino. Da quel tragico 27 maggio 2017 sono passati cinque anni e mezzo e, venerdì, in aula il giudice Antonio Borretta ha calendarizzato le udienze per l’istruttoria.
Si è aperto dunque il processo, non senza colpi di scena. Come la richiesta di rivedere le responsabilità attribuite a Giuseppe Rustichelli di Settimo Torinese, che ricoprì l'incarico di direttore di gara aggiunto: in aula la sua posizione è stata stralciata e gli atti ritornano al giudice per l'udienza preliminare.
Perché il suo legale, l’avvocato Saverio Rodi, ha ritenuto il capo d'imputazione carico di Rustichelli troppo generico. E ora puntualizza: “La figura del giudice di gara aggiunto è solo una riserva nel caso in cui non ci sia il direttore e quel giorno Rustichelli non mi risulta sia intervenuto nell'organizzazione della gara. Per questo motivo confido che la sua posizione venga stralciata alla prossima udienza preliminare. E che nei suoi confronti si chiuda qui il processo”.
Richiesta di stralcio, alla quale, per altro, non si è opposta l'accusa rappresentata in aula dal capo della Procura, Gabriella Viglione.
L'auto che aveva travolto il piccolo Aldo Ubaudi
Alla prima udienza aggiornata al 4 aprile del prossimo anno dovranno invece dimostrare la loro innocenza: Mario Ghiotti di Pavarolo titolare della società organizzatrice del Rally, la «Team Eventi», il direttore di gara Alfredo Delleani di Biella, il delegato allestimento del percorso Fabrizio Giuggia di Frabosa Sottana (Cuneo), il capo posto della prova speciale Giampiero Loffi di Alice Castello (Vercelli), il membro dell'equipaggio delegato all'allestimento del percorso Guido Penasso di Pecetto, l'equipaggio della vettura apripista Antonio Multari di Rivoli e Massimo Sasso di Carmagnola e l'equipaggio di una seconda vettura apripista composto da Gianluca Morello di Giaveno e Valentina Grassone di Castagneto Po.
Il commissario di gara, Gabriele Crutto, biellese di Netro, aveva già patteggiato sei mesi durante una precedente udienza preliminare.
Tribunale di Ivrea
L'incidente era avvenuto lungo la strada provinciale 22. All'altezza di un incrocio, l'equipaggio della vettura Skoda Fabia, aveva travolto anche il papà del piccolo Aldo, Giacomino, la mamma Valeria Bellino Roci rimasti feriti e il fratellino più piccolo (unico illeso). La famiglia, già risarcita dall'assicurazione, non si è costituita parte civile.
Qualche giorno prima della prova speciale di quel Rally, il Comitato Spontaneo Piloti Automobilistici, avesse scritto a prefettura, procura e Città metropolitana, segnalando “una possibile violazione di legge”.
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