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16 Ottobre 2020 - 11:01
Dopo il rientro dai Bootcamp del noto programma “X Factor” abbiamo nuovamente incontrato Giovanni Humareda, in arte Huma… un ragazzo ventenne di Saluggia con un obiettivo nella vita: fare musica. Molti di voi già lo conosceranno, in particolare dopo la partecipazione a questo noto programma televisivo. E’ qui per raccontarci chi è, per parlarci dell’esperienza a “X Factor” e per presentarci il suo nuovo disco e i suoi progetti futuri.
Presentati. Chi è Huma?
“Huma sono io. E’ difficile da spiegare… Ho lottato tanto contro me stesso per capire chi è Huma; è un mix di arte, amore e passione, un insieme di tante cose”.
Come nasce il tuo amore per la musica?
“E’ innato, c’è da sempre, sono cresciuto con la musica. Arrivo da una famiglia latino-americana e la musica è nel nostro dna. La mia passione si è solo evoluta e trasformata nel mio genere e ho scoperto altri stili musicali, ma la musica mi accompagna da tutta la vita. La musica è vita per me”.
Tu sei un compositore, scrivi i tuoi pezzi, canti solo in italiano e non fai cover. Come nasce l’ispirazione dato che tratti tematiche diverse nei tuoi brani?
“I miei pezzi nascono sulla base di ciò che vivo. Non mi piace scrivere di cose che non vivo. Scrivo in base a come mi sento: se sono un po’ triste o ho problemi di cuore scrivo pezzi più sentimentali, più malinconici, se sono in un periodo felice scrivo pezzi più allegri, poi magari capita il periodo dei pezzi un po’ più ‘arroganti’. Scrivo ciò che sento”.
Apriamo una piccola parentesi su “X Factor”, un programma che rappresenta il sogno di tanti. Come è nata per te l’idea di parteciparvi?
“Sono un super fan del programma, fin da piccolo; ‘X Factor’ rappresenta il sogno di un bambino. L’iscrizione è nata un po’ per gioco, anche se il percorso è stato molto lungo perché si passa attraverso diverse selezioni prima di salire sul palco. Non mi sarei mai aspettato di arrivare a esibirmi lì sopra, proprio io fra i tantissimi che partecipano ai casting. E’ una vittoria già solo essere arrivato a cantare di fronte ai quattro giudici... ai Bootcamp siamo arrivati in quindici per la categoria ‘Under Uomo’. Inoltre ho portato un genere abbastanza particolare e non ho delle doti canore altissime, alle selezioni il livello era altissimo e anche alcuni talentuosissimi sono stati eliminati. Andando avanti con i casting ho capito che non basta essere bravi a cantare, intonati ce ne sono a migliaia, devi essere originale e trasmettere ciò che provi. Devi dare qualcosa a chi ti sta ascoltando”.
Com’ è stare su quel palco?
“Un’emozione assurda, da pelle d’oca. In particolare perché per me era il sogno di una vita che avevo fin da bimbo. Sentire poi le opinioni dei giudici, che sono grandi artisti, è una gran cosa: un loro pensiero conta parecchio. Io però ero super easy, super sciallo e quando mi hanno chiamato mi è scesa tutta l’ansia ed è caduta la tensione”.
Un commento sui giudici Emma Marrone, Manuel Agnelli, Mika e Hell Raton: come sono?
“Sono tutti bravissimi, veri professionisti e grandi artisti. Molto umani nonostante siano delle star anche internazionali, me li aspettavo più snob e invece sono umilissimi. L’ho notato in particolare con Emma, il giudice della mia categoria… ci ha trattati come se fossimo al suo stesso livello. Non ci ha fatti sentire briciole al suo confronto e questo vale per tutti i giudici. Mi sono trovato bene sotto tutti i punti di vista”.
Ti è dispiaciuto non essere andato oltre i Bootcamp ed essere stato eliminato da Emma?
“Non mi è dispiaciuto per niente, me lo aspettavo. Essere arrivato a Roma, ed essere fra i quindici della categoria ‘Under Uomo’ è stata un’enorme soddisfazione. Il livello dei ragazzi era davvero alto e avevo capito che non sarei andato oltre. Ma ripeto, va bene così… per il genere che ho portato e per il pezzo è andata più che bene. Questa esperienza mi ha fatto capire che voglio davvero fare musica nella vita, non per hobby, ma per lavoro. Voglio fare questo e nient’altro e ‘X Factor’ mi ha spronato ancora di più a darci dentro per realizzare il mio sogno. Ho lasciato il mio lavoro per puntare solo sulla musica. Ho un bel team attorno e sappiamo ciò che possiamo fare, siamo ‘speciali’ e diversi da tanti altri e non lo dico per essere arrogante, ma perché sappiamo quanto valiamo e che possiamo fare grandi cose. Morire in un magazzino o in fabbrica non era il mio destino”.
Parli spesso al plurale… vuoi presentarci il tuo team?
“Sì certo, mi sembra anche doveroso farlo. Dietro tutto, in primis, c’è Quinto Dan. E’ il mio produttore e siamo amici da una vita, abbiamo iniziato insieme a fare musica, dal nulla. L’aver fatto numeri più importanti, l’essere riconosciuti per strada sono cose che abbiamo vissuto insieme. Rimarrà per sempre il mio produttore. Poi c’è Drop, il mio fonico che è un po’ come se fosse mio padre nella musica. Ha un’esperienza musicale assurda e da lui ho imparato davvero tanto e continuo ad imparare tanto. Segue tutti i miei progetti musicali e lo ringrazio tanto. Controsenso è, invece, colui che ha realizzato la copertina del mio album: il mio ritratto dipinto su tela da lui. Una foto sarebbe stata troppo banale e ho scelto di farmi ritrarre così come sono. Infine, ultimo ma non meno importante, c’è Nicola, il mio manager/ direttore artistico che gestisce tutto il mio personaggio, i miei social, il mio marketing. Sono arrivato ad un punto in cui mi sono reso conto che non ero capace a farlo, era troppo complicato gestire tutto da solo. Lui è stato la mia salvezza, mi ha aiutato e mi aiuta artisticamente. Niente di ciò che stiamo facendo sarebbe possibile senza di lui. Tutti insieme siamo una famiglia”.
Diventare popolare significa ricevere tanti apprezzamenti, ma anche tanti commenti negativi e tu sei anche molto criticato sia per la tua musica che per il tuo aspetto fisico: cosa vuoi dire ai tuoi haters?
“Non lo so se posso dirlo… sarebbe da bippare”.
Parliamo di Huma oggi: è appena uscito il tuo disco… dicci di cosa parla, quali sono i contenuti e anche il titolo.
“Il disco si chiama “Giovanni”, ha il mio nome. E’ indescrivibile, non saprei dire ‘‘Giovanni’ è questo o quest’altro’, è un insieme di tracce, di arte, è un anno di sentimenti e di avventure racchiusi e trasformati in mp3 e inseriti in un cd. Va ascoltato per capire di cosa si tratta e chi volesse acquistarlo può farlo solo in versione fisica, perché abbiamo deciso di non farlo uscire in formato digitale e di non venderlo nei digital store. Il digitale ha rovinato il mercato dei dischi e spesso i dischi stessi vengono screditati… noi abbiamo deciso di stravolgere questa cosa realizzando solo la copia fisica. Vuoi il disco di Huma? Lo compri e lo ascolti come si faceva una volta, mentre se non lo compri non lo ascolti… semplice. Non è arroganza, noi amiamo la musica e non c’è niente di meglio del disco vero e proprio. Abbiamo deciso così a nostro rischio e pericolo, ma siamo contenti”.
Chi ha lavorato a questo disco oltre a te?
“Tante persone: io, Quinto Dan, Controsenso, Drop, Nicola, poi ci sono due tracce di due produttori emergenti fortissimi: Xoxotic e Zimohh. Non ci sono collaborazioni, c’è solo Huma, nessun featuring, o meglio… ho scelto solo di lavorare con i due ragazzi appena citati che tanto volevo nel mio album”.
Dato che ti hanno accompagnato due membri del tuo team ti va di presentarceli?
“Certo: vi presento Quinto Dan e Controsenso, rispettivamente il mio produttore e l’artista che ha realizzato copertina e retro del disco interamente dipinti a mano”
Visto che abbiamo qui il tuo produttore potremmo farci raccontare qualcosa sul disco anche da lui…
“E’ stato un anno di sacrifici, un anno di duro lavoro per cercare sempre di far piacere, in primis, le cose a Giovanni e poi per farle suonare col suo modo, con il suo flow e con la sua attitudine. Sono dieci brani che hanno un filo conduttore fra loro, ci sono pezzi più classici con il piano, pezzi più trap che fanno ballare… è un disco variegato e speriamo che piaccia al pubblico. Lavorare con Huma è divertente, ma bisogna saperci fare perché è un ragazzo esigente”.
Controsenso, dicci invece come è stato ritrarre Huma…
“Mi aveva chiesto il dipinto già un anno fa e ne sono stato felice. Ho realizzato il ritratto e il retro dell’album in circa una settimana”.
Cosa vuoi dirci in conclusione, Huma?
“Che siamo molto orgogliosi di questo album, non sempre abbiamo avuto le possibilità di fare le cose al meglio e di fare musica nel modo in cui ci meritavamo. Quello che abbiamo fatto lo abbiamo realizzato con il sudore della nostra fronte e gli sforzi di una vita. Arrivare ad avere un disco reale in mano per noi è una soddisfazione enorme. Invito tutti ad acquistare il disco e a seguirmi sui social e su YouTube. Spero che la mia musica possa trasmettervi qualcosa e che vi piaccia”.
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