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19 Dicembre 2025 - 17:32
Il virus corre, gli ospedali tremano: l’influenza travolge anche l’Italia
La stagione influenzale è entrata nel vivo e sta investendo con forza l’Europa, con numeri che in alcuni Paesi fanno già parlare di emergenza sanitaria. In Italia, nella sola ultima settimana, oltre 816 mila persone sono state costrette a letto da infezioni respiratorie acute, quasi 100 mila in più rispetto ai sette giorni precedenti. Un dato che segna un’accelerazione netta e che conferma come l’ondata influenzale abbia ormai superato la soglia di guardia.
Secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, oltre il 40% delle infezioni respiratorie è riconducibile a virus influenzali e, in più della metà dei casi, il responsabile è il nuovo ceppo K del virus A/H3N2. Si tratta di una variante che, come sottolinea l’ISS nel bollettino settimanale, è caratterizzata «da un vantaggio evolutivo che ne aumenta la trasmissibilità», anche se al momento «non mostra un aumento nella severità delle manifestazioni cliniche». I primi test indicano che i vaccini continuano a proteggere dal ricovero ospedaliero, mentre resta da chiarire se siano in grado di evitare del tutto l’infezione.
È proprio questa variante che da circa un mese sta imperversando in gran parte del continente. Nei giorni scorsi l’ufficio europeo dell’Oms ha lanciato l’allarme, spiegando che «più della metà della regione europea dell’Oms sta vivendo una stagione influenzale intensa e a inizio precoce trainata dal nuovo ceppo» K. In almeno 27 dei 38 Paesi membri, l’attività influenzale è giudicata alta o molto alta.
In Germania, nell’ultima settimana, i casi si sono stabilizzati su un livello considerato elevato e oltre 7 milioni di cittadini sono stati messi a letto da infezioni respiratorie. Una situazione che pesa sul sistema sanitario e fotografa la diffusione capillare del virus. Scenario diverso nel Regno Unito, che dopo essere stato tra i primi Paesi colpiti e aver temuto per la tenuta degli ospedali, mostra ora segnali di rallentamento. Il bollettino pubblicato ieri dall’UK Health Security Agency evidenzia una netta flessione della curva: «Dopo un inizio anticipato della stagione e un forte picco nelle ultime settimane, il tasso di positività influenzale sta iniziando a diminuire». L’agenzia britannica invita però alla cautela: «Sono segnali incoraggianti, ma è troppo presto per dire se l’influenza ha raggiunto il picco in questa stagione».
Nel resto d’Europa, il trend resta invece in crescita. In Francia, nell’ultima settimana, tutti gli indicatori relativi alle infezioni respiratorie acute sono in salita e aumenta anche la pressione sugli ospedali. Negli ultimi sette giorni si sono registrati 23.800 accessi al pronto soccorso per infezioni respiratorie acute, pari al 6,2% degli accessi complessivi, e oltre 7 mila ricoveri, quasi uno su dieci.
Anche la Spagna vede la curva dell’influenza salire con decisione. Nell’ultima settimana l’incidenza ha raggiunto 195,9 casi ogni 100 mila abitanti e tra le infezioni respiratorie intercettate dal sistema di sorveglianza la positività all’influenza è del 55,2%. Crescono gli accessi ospedalieri e le autorità stimano che il 4,1% dei pazienti ricoverati per influenza dall’inizio della stagione sia deceduto.

Tornando all’Italia, i casi sono in aumento su tutto il territorio nazionale. Sardegna e Campania hanno registrato un’impennata improvvisa dei contagi, mentre l’intensità è giudicata alta anche in Sicilia. Fa eccezione il Molise, dove la stagione influenzale non sembra ancora essere partita. Un quadro disomogeneo, ma complessivamente in peggioramento, che conferma come il nuovo ceppo stia mettendo alla prova la tenuta dei sistemi sanitari e la capacità di risposta dei Paesi europei.
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