Basta un attimo. Un pezzo di cibo, un oggetto troppo piccolo, un respiro che si interrompe. È in quel vuoto di pochi secondi che si gioca la differenza tra la vita e la morte. Torino ha deciso di non voltarsi dall’altra parte e di portare questa consapevolezza direttamente nelle scuole, là dove ogni giorno bambini e bambine affidano la loro sicurezza agli adulti. È stato presentato a Palazzo Civico il progetto “Quando un respiro vale una vita”, iniziativa pilota dedicata alla disostruzione delle vie aeree in età pediatrica e all’uso dei dispositivi antisoffocamento, promossa dalla Ginnastica Victoria Torino insieme all’associazione medico-scientifica O.I.S.I., con il sostegno di Banca Mediolanum e il patrocinio delle istituzioni.
Il contesto da cui nasce il progetto è tutt’altro che rassicurante. In Italia ogni anno oltre cinquanta persone muoiono per soffocamento, più di una a settimana, e la maggioranza sono bambini. I ricoveri per ostruzione delle vie aeree superano il migliaio, mentre decine di migliaia di episodi restano fuori dalle statistiche ufficiali. Secondo i dati Istat, più di un quarto dei decessi accidentali tra zero e quattro anni è legato proprio al soffocamento. Numeri che trasformano una paura diffusa in un’emergenza silenziosa.
Il progetto punta a colmare uno dei vuoti più gravi: la mancanza di formazione strutturata per chi ogni giorno vive accanto ai bambini. L’obiettivo è formare circa 800 insegnanti e membri del personale ATA, dotare 40 plessi scolastici di dispositivi antisoffocamento e costruire una rete stabile di competenze grazie all’intervento di medici e infermieri specializzati nel primo soccorso pediatrico. Tutto senza costi per le scuole, grazie alla collaborazione tra sport, sanità e mondo privato.
Il cuore operativo dell’iniziativa è il PalaGinnastica di via Pacchiotti, struttura d’eccellenza gestita dalla Federazione Ginnastica d’Italia insieme alla Ginnastica Victoria Torino. Qui dal 2024 è attiva una Sala di Simulazione Pediatrica, una delle poche in Italia, pensata per allenare operatori e soccorritori a intervenire in condizioni realistiche e ad alto stress. Un luogo che racconta come lo sport, quando assume una responsabilità sociale, possa diventare presidio di sicurezza e prevenzione.

Il presidente della Ginnastica Victoria Torino, Ezio Torta, ha spiegato che questo progetto è il naturale proseguimento di un impegno che va oltre l’agonismo. La società, ha ricordato, lavora da anni sulla formazione e sulla sicurezza, e l’esperienza maturata con O.I.S.I. ha mostrato quanto sia decisivo sapere cosa fare quando il tempo si accorcia e il panico prende il sopravvento. L’obiettivo dichiarato è dare a educatori, insegnanti e allenatori strumenti concreti per prevenire il rischio di soffocamento e intervenire in modo efficace quando serve davvero.
Sulla stessa linea il presidente di O.I.S.I., Marco Fadde, che ha sottolineato come un’ostruzione delle vie aeree possa evolvere rapidamente in arresto cardiorespiratorio se non riconosciuta e gestita secondo le linee guida internazionali. Per questo la formazione non è un’opzione, ma una necessità.
Accanto al mondo sportivo e sanitario, il progetto ha trovato il sostegno del sistema istituzionale. L’assessore allo Sport della Città di Torino, Domenico Carretta, ha parlato di un’iniziativa capace di unire sport e sicurezza, dimostrando come le società sportive possano essere un pilastro civico e non solo agonistico. L’assessora alle Politiche educative Carlotta Salerno ha ribadito che prevenzione e formazione sono un dovere collettivo e che rafforzare le competenze di chi si prende cura dei più piccoli significa costruire una società più consapevole. Anche la Regione Piemonte, con l’assessore Andrea Tronzano, ha espresso pieno sostegno a un progetto che mette al centro la tutela dei bambini e la responsabilità condivisa.
Non è solo un corso, né una buona pratica isolata. È un cambio di prospettiva. Portare la formazione salvavita nelle scuole significa ammettere che l’emergenza può accadere ovunque, anche durante una merenda o un gioco. Significa smettere di affidarsi alla fortuna e scegliere la competenza. Perché quando un respiro si ferma, non c’è tempo per cercare risposte: bisogna averle già.