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La donna che parla con gli occhi diventa Ufficiale della Repubblica, lo Stato riconosce la voce silenziosa di Daniela Gazzano

Colpita da locked-in syndrome dopo il parto, comunica battendo le palpebre e da anni difende i diritti delle persone intrappolate nel proprio corpo

Daniela Gazzano

La donna che parla con gli occhi diventa Ufficiale della Repubblica, lo Stato riconosce la voce silenziosa di Daniela Gazzano

C’è una storia che obbliga a rallentare, a riconsiderare il significato stesso della parola comunicazione. È la storia di Daniela Gazzano, 59 anni, ex insegnante, madre, residente a Bra, che oggi pomeriggio a Cuneo riceverà l’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. Un riconoscimento che non celebra un gesto eclatante o un’impresa pubblica nel senso tradizionale, ma una vita intera vissuta in una condizione estrema, trasformata in testimonianza civile.

Daniela aveva 39 anni quando, nell’agosto del 2005, pochi giorni dopo la nascita della sua seconda figlia, fu colpita da una grave emorragia cerebrale post-partum. Entrò in coma e vi rimase a lungo. Seguì un periodo di stato vegetativo, durato mesi, durante il quale il confine tra presenza e assenza sembrava invalicabile. Poi, lentamente, emerse una verità sconvolgente: Daniela era cosciente. Lucida. Presente. Prigioniera del proprio corpo.

La diagnosi fu locked-in syndrome, la cosiddetta sindrome del chiavistello. Una condizione rarissima e devastante, in cui il corpo è quasi totalmente paralizzato, mentre la mente resta intatta. Daniela non poteva parlare, né muovere arti o volto. Solo gli occhi restavano liberi. È da lì che è ricominciata la sua vita.

Grazie a un percorso di riabilitazione lungo e complesso, e all’utilizzo di un sistema tecnologico in grado di interpretare i movimenti oculari, Daniela ha imparato a comunicare battendo le palpebre. Un alfabeto lento, paziente, fatto di concentrazione assoluta. Un linguaggio che richiede tempo, ma che non ammette ambiguità. Ogni battito è una scelta, ogni frase una conquista.

Con questo metodo, Daniela ha fatto qualcosa che sembrava impossibile: ha scritto un libro. Migliaia di parole composte una lettera alla volta, attraverso oltre 110mila battiti di ciglia. Un’opera dedicata ai figli Leonardo e Camilla, un gesto che va oltre la letteratura e diventa atto di resistenza, di maternità, di presenza. Non un simbolo astratto, ma una prova concreta di comunicazione possibile anche quando il corpo tradisce.

Ma la storia di Daniela non si ferma alla dimensione privata. Dal 2007, insieme al marito Luigi, ai figli e ad altre famiglie, ha dato vita all’associazione Amici di Daniela aps, impegnata nella tutela, nell’assistenza e nella cura delle persone in stato vegetativo, in minima coscienza e affette da locked-in syndrome. Un lavoro costante, spesso lontano dai riflettori, che ha contribuito a portare attenzione su condizioni ancora oggi poco conosciute, fraintendibili, talvolta ignorate.

In un Paese dove la disabilità viene spesso raccontata solo nei momenti eccezionali, Daniela ha costruito una presenza continua, fatta di relazioni, sensibilizzazione, sostegno alle famiglie, dialogo con le istituzioni sanitarie. Il suo impegno ha mostrato quanto sia sottile, e pericolosa, la linea che separa il silenzio dall’assenza. Perché chi non parla, spesso, viene trattato come se non ci fosse.

L’onorificenza che le verrà consegnata oggi dalla Prefettura di Cuneo assume quindi un valore che va oltre la persona. È un riconoscimento alla dignità della coscienza, al diritto di essere ascoltati anche quando la voce non esce dalla bocca. È il segnale, tardivo ma significativo, che lo Stato riconosce l’esistenza di chi vive intrappolato in un corpo immobile ma non per questo rinuncia a pensare, sentire, scegliere.

Daniela Gazzano incarna in modo radicale l’espressione “parlare con gli occhi”. Non come metafora poetica, ma come realtà quotidiana. I suoi occhi sono diventati una voce pubblica, capace di attraversare il dolore senza negarlo, di trasformare una condizione estrema in una forma di presenza attiva. Uno sguardo che racconta emozioni, volontà, determinazione, e che obbliga chi lo incontra a interrogarsi sul senso profondo della comunicazione umana.

La sua storia smonta molte certezze comode. Dimostra che la disabilità non coincide con l’assenza, che il silenzio non è vuoto, che la tecnologia, se usata con intelligenza e rispetto, può restituire diritti fondamentali. Dimostra anche quanto sia fragile il confine tra normalità e rottura, e quanto rapidamente una vita possa cambiare direzione senza perdere valore.

Oggi, a Cuneo, Daniela Gazzano verrà insignita come Ufficiale della Repubblica. Un titolo che non cancella la fatica quotidiana, né la lentezza imposta dalla sua condizione. Ma che riconosce ufficialmente ciò che chi la conosce sa da tempo: che esistono voci che non fanno rumore, e proprio per questo meritano di essere ascoltate con più attenzione.

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