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Addio alle case “pericolose”, da domani comprare un immobile ricevuto in donazione non fa più paura

Da domani cambiano le regole: sparisce uno dei principali ostacoli alle compravendite immobiliari, tutelati acquirenti ed eredi

Addio alle case “pericolose”

Addio alle case “pericolose”, da domani comprare un immobile ricevuto in donazione non fa più paura

Per anni è stato uno dei grandi tabù del mercato immobiliare italiano. Case belle, spesso a buon prezzo, ma con un marchio difficile da cancellare: la provenienza da donazione. Un dettaglio che bastava a far scattare l’allarme tra acquirenti, banche e agenti immobiliari, con il risultato di migliaia di compravendite bloccate o mai nemmeno iniziate. Da domani, 18 dicembre, questo scenario cambia radicalmente.

Con l’entrata in vigore del ddl Semplificazioni, acquistare un immobile ricevuto in donazione dal venditore non comporterà più il rischio di perdere la casa dopo anni, anche a fronte di un pagamento regolare e di un rogito formalmente ineccepibile. Una svolta che il Consiglio nazionale del Notariato definisce storica e che interviene su una delle principali fonti di incertezza giuridica nel settore immobiliare.

Fino a oggi, infatti, chi comprava una casa proveniente da donazione viveva con una spada di Damocle sulla testa. Gli eredi legittimari del donante originario, qualora si fossero ritenuti danneggiati nella loro quota di legittima, potevano agire anche contro il terzo acquirente, chiedendo la restituzione dell’immobile. Un’azione possibile anche molti anni dopo la firma del rogito, entro precisi termini, ma sufficienti a rendere l’acquisto un azzardo. Non a caso, molte banche rifiutavano di concedere mutui su immobili di questo tipo.

La riforma ribalta questo meccanismo. Da domani, gli eredi che si ritengono lesi non potranno più rivalersi sull’immobile venduto a terzi, mettendo al sicuro l’acquirente finale. Questo non significa cancellare i diritti degli eredi, ma spostarli sul piano economico: il loro diritto diventa un credito nei confronti del donatario, non più una pretesa sul bene. Un modello già adottato in altri Paesi europei e che punta a bilanciare tutela familiare e certezza dei traffici giuridici.

Il Notariato rivendica un ruolo centrale nella nascita della riforma, sottolineando come l’obiettivo fosse quello di rendere più sicure e certe le donazioni immobiliari, evitando che uno strumento pensato per semplificare la successione diventasse, di fatto, un problema per chi acquistava in buona fede. Una modifica che, oltre a tutelare i cittadini, promette di sbloccare una parte significativa del mercato.

I numeri aiutano a capire il contesto. Le donazioni di immobili sono in crescita, spinte soprattutto dall’invecchiamento della popolazione e dal desiderio di molti anziani di sistemare il proprio patrimonio quando sono ancora pienamente lucidi. Sempre più famiglie scelgono di regolare in vita la futura successione, riducendo il rischio di conflitti tra eredi e semplificando la gestione dei beni. Ma senza una cornice normativa chiara, queste scelte finivano per creare effetti collaterali inattesi.

La riforma interviene proprio qui, provando a chiudere una contraddizione tutta italiana: incentivare le donazioni e, allo stesso tempo, rendere insicuro il destino degli immobili donati una volta immessi sul mercato. Da domani, questa incoerenza viene superata, con un beneficio che riguarda non solo chi compra e vende, ma l’intero sistema.

Per gli operatori del settore si tratta di una svolta pratica, più che teorica. Agenzie immobiliari, notai e istituti di credito potranno tornare a trattare questo tipo di immobili senza le cautele estreme che finora li rendevano poco appetibili. Per i cittadini, significa poter acquistare una casa senza il timore che una controversia ereditaria, magari lontana nel tempo, possa azzerare anni di sacrifici.

Resta ovviamente il tema della corretta informazione. La riforma non elimina la necessità di verifiche accurate e di una consulenza professionale qualificata, ma riduce drasticamente l’incertezza che ha segnato il passato. In un mercato immobiliare già provato da costi elevati e accesso al credito complicato, anche una sola certezza in più può fare la differenza.

Da domani, dunque, una casa donata non sarà più una casa “a rischio”. Un cambiamento silenzioso, ma destinato a lasciare il segno nel modo in cui gli italiani comprano, vendono e pianificano il proprio futuro patrimoniale.

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