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Addio a Duccio Abbo, figura storica di Costadoro Caffè e protagonista di una stagione decisiva dell’azienda torinese

Il presidente onorario aveva contribuito alla crescita e all’internazionalizzazione del marchio. Il ricordo del ceo Giulio Trombetta

Addio a Duccio Abbo, figura storica di Costadoro Caffè e protagonista di una stagione decisiva dell’azienda torinese

Addio a Duccio Abbo, figura storica di Costadoro Caffè e protagonista di una stagione decisiva dell’azienda torinese

È morto Duccio Abbo, presidente onorario e figura centrale nella storia di Costadoro Caffè, azienda torinese fondata nel 1890 e oggi punto di riferimento nel settore del caffè di alta qualità in Italia e all’estero. La sua scomparsa segna la fine di una stagione imprenditoriale che ha inciso in modo profondo sull’identità e sull’evoluzione del marchio.

Costadoro nasce come piccola torrefazione con vendita al dettaglio in via Pietro Micca, a Torino, per iniziativa del commendator Emilio Oreste Beccuti. La svolta arriva nel 1979, quando la fusione tra Fratelli Trombetta & C. e Caffè Abbo dà vita alla nuova e definitiva Costadoro. Un passaggio chiave, che vede proprio Duccio Abbo tra i protagonisti, contribuendo a consolidare un progetto industriale destinato a crescere negli anni successivi.

Negli anni Novanta l’azienda affronta una fase di trasformazione strutturale, diventando un’impresa moderna anche dal punto di vista produttivo, con il trasferimento degli stabilimenti nell’attuale sede di Lungo Dora Colletta. Con l’inizio del nuovo millennio si avvia poi il graduale ricambio generazionale ai vertici e un deciso processo di internazionalizzazione, con filiali commerciali in Francia, Spagna e Regno Unito e una rete di concessionari estesa in Europa, Stati Uniti, Russia ed Estremo Oriente.

In questo percorso, il contributo di Duccio Abbo è stato determinante. L’azienda lo ricorda come uno dei principali artefici del consolidamento di Costadoro nel panorama del caffè di qualità, capace di coniugare competenza tecnica, visione commerciale e profonda conoscenza della materia prima. In una nota, Costadoro ha espresso il proprio cordoglio a Stefano Abbo e alla sua famiglia, sottolineando come l’impegno e la passione di Duccio continueranno a rappresentare un riferimento per le sfide future.

Parole particolarmente sentite arrivano dal presidente e ceo Giulio Trombetta, che ha voluto ricordarlo anche sul piano umano e professionale. «È mancato il signor Abbo, per tutti Duccio. Non so quanti di voi hanno avuto la fortuna di conoscerlo e il privilegio di lavorarci assieme. Io sì, per quasi trent’anni, e mio padre forse anche di più», ha dichiarato. Un legame lungo una vita professionale, che Trombetta sintetizza così: «Duccio era una persona speciale, unica, un fuoriclasse senza eguali. Instancabile, entusiasta, con una volontà e una determinazione veramente rare».

Nel suo ricordo emerge il ritratto di un imprenditore completo. «La fortuna e il successo della Costadoro sono dovute anche e soprattutto grazie a lui. Un commerciale straordinario, un tecnico capace e un profondo conoscitore di caffè», ha aggiunto Trombetta, sottolineando qualità come generosità, onestà e lealtà. «Instancabile, generoso, onesto, leale e senza filtri, sarà difficile poterlo dimenticare».

Il ceo di Costadoro ha infine indicato quella che considera la forma più autentica di commemorazione. «Al di là delle preghiere, credo che la maniera migliore per ricordarlo e onorarlo sia lavorare meglio e sempre di più come lui ci ha insegnato», ha concluso, chiudendo con un ringraziamento a nome dell’azienda e della propria famiglia.

Con la scomparsa di Duccio Abbo, Costadoro perde uno dei suoi padri storici. Resta però un’eredità fatta di competenze, metodo e visione industriale, che ha contribuito a costruire un marchio torinese capace di affermarsi ben oltre i confini nazionali.

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