Cerca

Attualità

Audi cede la maggioranza di Italdesign a UST: cambia il futuro della storica firma di Giugiaro

Lamborghini resta nella compagine e l’azienda fondata nel 1968 entra nell’orbita del colosso indiano-americano

Audi cede la maggioranza di Italdesign a UST: cambia il futuro della storica firma di Giugiaro

Audi cede la maggioranza di Italdesign a UST: cambia il futuro della storica firma di Giugiaro

Il passaggio di mano è ufficiale e segna una svolta profonda nella storia del design automobilistico italiano: Audi ha venduto oggi la maggioranza di Italdesign Giugiaro a UST, multinazionale di origine indiana con sede in California. La notizia, pubblicata sul sito dell’azienda, chiude una fase durata oltre tredici anni sotto il controllo del gruppo tedesco. Automobili Lamborghini, come confermato, manterrà una quota.

La mossa viene presentata da Geoffrey Bouquot, chief technology officer di Audi, come un nuovo inizio: «UST è il partner ideale per rafforzare le solide basi di Italdesign e aprire nuove opportunità di mercato». Parole che certificano una scelta strategica: portare Italdesign dentro un network tecnologico globale capace di integrare software, intelligenza artificiale, servizi digitali e produzione avanzata.

Ma cosa significa realmente questa operazione per uno dei nomi più iconici del made in Italy?

Italdesign non è un marchio qualsiasi: è la casa in cui, dal 1968, Giorgetto Giugiaro ha costruito un pezzo di storia dell’auto mondiale. Dalla Volkswagen Golf alla Fiat Panda, dalla DeLorean DMC-12 diventata mito grazie a Ritorno al futuro, fino ai modelli più avveniristici degli ultimi decenni. La forza dell’azienda è sempre stata la capacità di unire design, ingegneria e prototipazione, diventando un punto di riferimento per costruttori europei e asiatici.

Negli anni, però, ci sono stati anche passaggi più complessi, con critiche – soprattutto nel mondo degli appassionati – sui progetti meno fortunati o percepiti come troppo legati alle strategie dei grandi gruppi industriali. L’ingresso di Audi nel 2010 aveva segnato una fase di forte razionalizzazione: più engineering, meno sperimentazione creativa pura.

Ora lo scenario cambia ancora.

L’arrivo di UST introduce una logica diversa, meno centrata sull’automotive tradizionale e più orientata ai servizi digitali, alla mobilità integrata, al design di sistemi complessi. Per Italdesign, questo potrebbe voler dire un ritorno allo spirito originario – un laboratorio capace di lavorare trasversalmente – oppure un ulteriore salto verso prodotti e servizi che non riguardano più soltanto l’auto, ma la mobilità nel suo insieme.

La presenza di Lamborghini come socio di minoranza offre invece un segnale di continuità con il mondo del design sportivo italiano, confermando che il marchio non verrà snaturato ma inserito in un ecosistema più ampio.

La partita, ora, si gioca su due fronti: da un lato, la capacità di UST di valorizzare un marchio storico senza assorbirlo in una logica puramente tecnologica; dall’altro, il futuro di Italdesign come laboratorio creativo in un settore che sta ridisegnando se stesso tra elettrificazione, automazione e nuovi modelli industriali.

Per il momento, una sola cosa è certa: l’era Giugiaro è finita da tempo, quella Audi si chiude oggi. Si apre un capitolo tutto nuovo, destinato a incidere non solo sulla società di Moncalieri, ma sull’intero tessuto del design automobilistico europeo.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori