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Nuova interruzione sulla Torino-Ceres, Avetta all’attacco: "Promesse tradite, la Giunta pretenda da Rfi un cronoprogramma certo e servizi sostitutivi adeguati"

Il consigliere regionale denuncia i continui stop, le ricadute su pendolari e turismo invernale e il rischio che la linea non venga trattata come infrastruttura strategica

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Nuova interruzione sulla Torino-Ceres, Avetta all’attacco: "Promesse tradite, la Giunta pretenda da Rfi un cronoprogramma certo e servizi sostitutivi adeguati"

La Torino-Ceres torna a fermarsi. Ancora. E questa volta l’ennesimo stop arriva dopo mesi di rassicurazioni. L’ultima interruzione estiva, ricordano i sindaci, era stata accompagnata da una promessa chiara: nessun altro blocco del servizio. Ma Rfi, smentendo impegni e comunicazioni precedenti, ha annunciato una nuova sospensione dal 24 gennaio al 3 febbraio per completare i lavori finanziati dal Pnrr, vincolati alla scadenza del giugno 2026.

Il territorio, già provato da anni di disservizi, non l’ha presa bene. I Sindaci e i comitati dei pendolari parlano di disagi ripetuti e ormai insostenibili. E non si tratta di un periodo qualsiasi: dieci giorni che coincidono con l’alta stagione del turismo della neve, quando il collegamento con le Valli di Lanzo rappresenta un asse decisivo per l’economia locale.

È su questa irritazione diffusa che interviene il consigliere regionale Alberto Avetta (Pd), che ha depositato un’interrogazione a Palazzo Lascaris per chiedere alla Regione un cambio di passo. Le sue parole sono pesanti: «La linea ferroviaria Torino-Ceres non conosce pace. Durante l’ultima interruzione era stato assicurato che non ce ne sarebbero state altre. Ora Rfi annuncia una nuova sospensione: è l’ennesima smentita delle promesse fatte».

Per Avetta il punto non è solo la cattiva comunicazione, ma la totale assenza di una pianificazione credibile: «La Giunta Cirio deve pretendere da Rfi un cronoprogramma definitivo dei lavori e la garanzia di un servizio sostitutivo di bus adeguato alle esigenze dei pendolari». Altrimenti — insiste — bisognerà trarre una conclusione politica: che la Torino-Ceres non è considerata un’infrastruttura strategica né per il ciriacese, né per le Valli, né per il collegamento tra Torino e il suo aeroporto.

Il timore del consigliere è chiaro: senza tempi certi e soluzioni concrete, ogni promessa rischia di trasformarsi nell’ennesima illusione. E pendolari e amministratori locali, che negli anni hanno accumulato disagi, ritardi e sostituzioni improvvisate, non sono più disposti a prendere per buone rassicurazioni che, alla prova dei fatti, durano lo spazio di una stagione.

In attesa della risposta della Giunta, resta l’impressione di trovarsi davanti a una linea ferroviaria sospesa tra cantieri senza fine e obiettivi strategici mai del tutto riconosciuti. Un’arteria che dovrebbe unire Torino al suo territorio più prossimo e al principale scalo aeroportuale, e che invece continua a essere il simbolo di una mobilità che non decolla.

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