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Liceo Newton, Anna Frank e Ubertini, il piano regionale agita Chivasso, Leinì e Caluso. Tensione alle stelle con docenti e Comuni

La VI Commissione regionale approva il piano, mentre i territori denunciano scelte calate dall’alto

Scuole, il piano regionale agita Chivasso, Leinì e Caluso: tensione alle stelle

Scuole, il piano regionale agita Chivasso, Leinì e Caluso: tensione alle stelle

La VI Commissione del Consiglio regionale ha dato il via libera al nuovo piano di dimensionamento scolastico per l’anno 2026/2027, completando gli accorpamenti richiesti dal Pnrr e inserendo nella riorganizzazione istituti di Chivasso, Leinì e Caluso, territori già scossi da settimane di polemiche e proteste. Il parere favorevole è arrivato a maggioranza, sotto la presidenza di Paola Antonetto, e chiude una fase definita da più parti “complessa”, sia politicamente sia sul piano amministrativo. La delibera rappresenta l’ultimo passaggio utile per rispettare la scadenza ministeriale, una corsa contro il tempo che la stessa Giunta ha riconosciuto come delicata.

A presentare nel dettaglio il documento è stata la vicepresidente della Regione, Elena Chiorino, che ha ricordato l’impegno profuso nelle ultime settimane per tenere insieme gli obiettivi del Pnrr, le richieste dei territori, la necessità di non perdere finanziamenti e un quadro demografico in irreversibile declino. Le sue parole arrivano senza filtri, riportate integralmente come pronunciate in Commissione: «Poiché l’anno scolastico 2026-2027 è l'ultimo anno utile per il rispetto degli obiettivi assegnati, la Regione è riuscita a ottenere dal Ministero all’Istruzione un differimento temporale di un mese, che scade il 30 novembre, per poter costituire una Commissione tecnica mista Regione–Ufficio scolastico regionale che ha preso in esame le 7 proposte non finalizzate dalla Città metropolitana di Torino e le 2 non finalizzate dalla Provincia di Cuneo».

Il liceo Newton di Chivasso

Il cuore della riorganizzazione riguarda sette proposte avanzate dalla Città Metropolitana di Torino e due dalla Provincia di Cuneo, tutte ritenute necessarie per consolidare la rete scolastica alla luce del calo degli studenti e dei parametri minimi imposti a livello nazionale. Le proposte vengono riportate una per una, così come vengono descritte negli atti, per non alterare il quadro:

  • la soppressione della Direzione didattica “Allievo” e l’unificazione con l’Istituto comprensivo “Frassati”;

  • la soppressione della Direzione didattica “Collodi” e della scuola secondaria di I grado “Calamandrei” e l’unificazione di un nuovo Istituto comprensivo; la soppressione dell’Istituto di istruzione superiore “Beccari” e dell’Istituto superiore “Steiner” con l’unificazione e l’istituzione di un nuovo Istituto di istruzione superiore;

  • la soppressione dell’istituto di istruzione superiore “Galilei Ferrari” e l’unificazione con gli Istituti di istruzione superiore “Majorana” e “Giolitti”;

  • la soppressione della Direzione didattica “Anna Frank” di Leinì e la sua unificazione all’Istituto comprensivo di Leinì;

  • la confluenza della succursale di Chivasso dall’Istituto di istruzione superiore “Ubertini” di Caluso e il suo accorpamento al Liceo “Newton” di Chivasso e – contestualmente – la soppressione con unificazione degli Istituti superiori “Ubertini” e “Martinetti” di Caluso e l’istituzione di un nuovo Istituto con sede a Caluso;

  • la confluenza dei Punti di erogazione del servizio del Comune di Piscina, attualmente afferenti all’Istituto comprensivo “Pinerolo IV” nell’Istituto comprensivo di Airasca e contestuale soppressione con l’unificazione degli Istituti “Pinerolo III” e “Pinerolo IV”, con l’istituzione di un nuovo Istituto comprensivo con sede in Pinerolo.

Le due proposte riguardanti la provincia di Cuneo recitano invece:

  • la soppressione dell’Istituto comprensivo “Revello”, con sede a Revello, e dell’Istituto comprensivo di “Sanfront Paesana”, con sede a Sanfront, e la loro unificazione in un nuovo Istituto comprensivo con sede a Sanfront;

  • la soppressione dell’Istituto comprensivo “Cesare Pavese”, con sede a Santo Stefano Belbo, e dell’Istituto comprensivo “Beppe Fenoglio”, con sede a Neive, e la loro unificazione con l’istituzione di un nuovo Istituto comprensivo con sede a Neive in quanto Istituto comprensivo con il maggior numero di alunni.

Nel suo intervento, Chiorino ha chiarito anche le ragioni politiche alla base della scelta regionale, respingendo le accuse di un’azione unilaterale e ricordando come il processo derivi da indirizzi nazionali: «Con questo atto, la Regione ha ritenuto di assumersi la responsabilità di una decisione che né la Città metropolitana di Torino né la provincia di Cuneo hanno ritenuto di assumersi. Tengo a sottolineare che la riorganizzazione riguarda le sedi dei dirigenti scolastici, ovvero i presidi, e che per gli studenti e per le loro famiglie non cambierà nulla, dal momento che non si prevedono chiusure di Istituti e le segreterie sono garantite rispetto ai Comuni in cui le scuole hanno sede».

Sullo sfondo resta la tensione politica crescente. La prima voce a rompere gli equilibri è quella di Nadia Conticelli (Pd), che riconosce l’onestà politica dell’assessora ma denuncia la fragilità delle scelte: «La decrescita demografica non è certo imputabile alla Giunta, ma non si può per questo smantellare il sistema scolastico: alcuni accorpamenti non sembrano avere contiguità territoriale e, per quanto riguarda gli Istituti superiori, assistiamo ad accorpamenti tra scuole con gli indirizzi più diversi».

Sulla stessa linea, ma con un tono più allarmato, interviene Valentina Cera (Avs) insieme ad Alice Ravinale: «Gli accorpamenti sono operazioni che nessuno compie volentieri. Ed è doloroso il rischio che possa venire compromessa l’attenzione ai bisogni educativi».

Dal fronte opposto arriva invece una difesa decisa dell’operato regionale. Carlo Riva Vercellotti (FdI), con Davide Zappalà, non lascia spazio a interpretazioni: «Accusare la Regione di ‘smantellamento del diritto allo studio’ è assai grave e la ‘carne viva’ dei temi legati all’istruzione non è tanto l’accorpamento dei dirigenti scolastici quanto l’offerta formativa».

A chiudere la parte istituzionale interviene ancora Paola Antonetto, che respinge al mittente le critiche: «Polemica sugli accorpamenti pretestuosa e insensata. Affermare che si lede il diritto allo studio è falso e vergognoso: irresponsabile alimentare allarmismo su basi inesistenti».

Antonetto ribadisce poi davanti alla stampa: «Il tema della delibera è la soppressione di codici meccanografici, non la chiusura di sedi scolastiche. Non solo le scuole resteranno aperte, ma verranno mantenute le segreterie, oltre al personale ATA, cosa che in passato non è avvenuta. Possiamo rassicurare le famiglie che non è in discussione né la chiusura delle scuole, né l’offerta formativa, ma aspetti meramente burocratici».

Il suo intervento prosegue toccando anche i territori più sensibili, tra cui Leinì, Chivasso e Caluso: «L’accorpamento degli istituti riguarda tra gli altri l’Anna Frank di Leinì, accorpato all’istituto comprensivo; la succursale chivassese dell’IIS Ubertini di Caluso, accorpata al Newton di Chivasso; l’unione degli istituti superiori calusiesi Ubertini e Martinetti».

Poi l’affondo politico: «Si sta alimentando una polemica insensata, addirittura alimentando pericolosi allarmismi su fondamenti inesistenti. Affermare che si lede il diritto allo studio dei ragazzi è vergognoso, perché completamente falso. Sono vent’anni che vengono portati avanti procedimenti di accorpamento, in tutto il territorio regionale, anche durante i mandati delle Giunte di Centrosinistra, senza che sia stata sollevata la minima polemica. Ed è pretestuoso accusare la Giunta regionale di dare corso a scelte e indicazioni che provengono dal governo Draghi, dall'ex-ministro Bianchi e, in ultima analisi, dalla Città Metropolitana, che ha fornito gli elenchi degli istituti da accorpare. Elenchi dei quali la Regione non ha possibilità di modifica: l’unica opzione disponibile è stata quella di stralciare due istituti tra quelli inseriti nell’elenco. Per non parlare del fatto che se non si desse corso agli accorpamenti, verrebbero meno i fondi Pnrr ottenuti: ben lo sa la Regione Campania, che ha provato a fare ricorso al Tar ed è stata bocciata al Consiglio di Stato, col risultato di dover procedere in tutta fretta con l’unificazione degli istituti richiesta».

Nel frattempo, fuori dai palazzi istituzionali, la protesta degli insegnanti prende forma. Uno dei nodi sollevati riguarda la presunta mancata audizione delle scuole in Commissione. Anche qui Antonetto risponde senza esitazioni: «Peccato che non sia mai giunta una richiesta in tal senso. L’accusa, di nuovo, è completamente falsa. Denota superficialità o scarsa conoscenza delle regole di funzionamento della Commissione: non è l’ente che convoca, ma gli enti o le associazioni che chiedono di essere auditi. Cosa che in questo caso non hanno fatto».

La tensione è alta, soprattutto a Chivasso, dove il Comune ha diffuso una nota ufficiale per esprimere la propria contrarietà allo scorporo della succursale dell’Ubertini di Caluso, destinata al Liceo Newton. Le parole dell’amministrazione del sindaco Claudio Castello sono nette: «Nonostante il parere dell’amministrazione comunale di Chivasso non sia attinente al dimensionamento degli istituti secondari di secondo grado, da Palazzo Santa Chiara emerge forte contrarietà a quanto prevede il piano regionale relativamente alla succursale dell’Ubertini di Chivasso che prevede il suo scorporo dalla sede centrale di Caluso e l’attribuzione al Liceo Newton della città dei nocciolini».

La presa di posizione prosegue sottolineando le criticità segnalate anche dal Consiglio d’Istituto del Newton: «L’amministrazione comunale condivide il ‘no’ espresso a pieno titolo dal Consiglio d’Istituto del Newton che solleva rilievi sulla complessità organizzativa e gestionale di più plessi, sulla quantità ed eterogeneità di docenti e discenti coinvolti. A rischio è l’attuazione del Piano dell’Offerta Formativa».

La conclusione del Comune è un appello alla prudenza: «L’amministrazione comunale di Chivasso confida che queste criticità possano essere tenute in debita considerazione dalla Commissione tecnica che dovrà esprimersi entro questo mese, dopo il differimento temporale per l’adozione del Piano regionale di dimensionamento della rete scolastica della Regione Piemonte per l’anno 2026/2027».

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