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26 Novembre 2025 - 17:17
Virus inarrestabile: 2,1 milioni di malati e stagione partita con un mese di anticipo (foto di repertorio)
La stagione influenzale arriva in Italia con settimane di anticipo e con numeri già pesanti. Secondo il sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, dall’inizio dell’autunno oltre 2,1 milioni di italiani sono finiti a letto a causa di infezioni respiratorie. Mentre circolano i virus tipici della stagione fredda – dai Rhinovirus al Sars-CoV-2 – l’allarme più consistente arriva dall’influenza, in crescita repentina e spinta da una nuova variante del virus A/H3N2 (subclade K) che ha anticipato l’ondata stagionale di 3-4 settimane, come segnala l’Ecdc.
Nell’ultima settimana, l’11,2% dei campioni analizzati dai laboratori italiani è risultato positivo a virus influenzali: un dato che lo scorso anno si registrò solo a metà dicembre. E, come avviene a ogni stagione, i più colpiti restano i bambini piccoli, con oltre 25 infezioni ogni 1.000 nella fascia prescolare.
Il quadro epidemiologico preoccupa gli specialisti. «È un virus molto furbo, muta come il Covid, e le nuove varianti riescono a evadere sia l’immunità naturale sia quella indotta dai vaccini precedenti. Quest’anno rischiamo 18-20 milioni di casi: un italiano su tre», avverte Matteo Bassetti, direttore delle Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova. Lo specialista guarda all’estero, dove i segnali non sono incoraggianti: «I dati inglesi già parlano di un mezzo disastro, pur essendo una popolazione molto vaccinata. L’influenza è arrivata prima del previsto. Lo stesso sta accadendo ormai anche in Italia».

Matteo Bassetti
Il giudizio sulla prevenzione è però tranchant: «In questo Paese siamo andati indietro come i gamberi: non sappiamo fare prevenzione. Un italiano su cinque si vaccina, tra gli anziani solo uno su due, contro l’obiettivo Oms del 75%».
A Firenze, i medici di famiglia riuniti al congresso della Simg richiamano proprio a questo punto nevralgico. «Australia, Nuova Zelanda e diversi Paesi asiatici hanno registrato una stagione intensa, con forte pressione sui servizi territoriali: ribadiamo l’importanza della prevenzione», afferma il presidente Alessandro Rossi. Le analogie tra emisferi non sono sempre perfette, ma il trend appare chiaro e i medici invitano a non aspettare oltre.
«Ogni punto percentuale in più di copertura vaccinale significa meno complicanze, meno ricoveri e meno pressione sugli ospedali», ricorda Tecla Mastronuzzi, responsabile Prevenzione Simg. «La vaccinazione resta lo strumento più efficace. Come negli scorsi anni, raccomandiamo la co-somministrazione con i vaccini contro Covid-19, Pneumococco, Virus Respiratorio Sinciziale e Herpes Zoster».
Proprio sul fronte del virus respiratorio sinciziale, i dati dell’Osservatorio di Cittadinanzattiva mostrano una copertura neonatale con anticorpo monoclonale superiore all’80%. Ma restano criticità nella vaccinazione di donne in gravidanza e anziani.
Per Valeria Fava, coordinatrice nazionale delle politiche per la salute di Cittadinanzattiva, l’Italia ha strumenti efficaci ma manca una strategia stabile: «L’Italia ha tutti gli strumenti, ma manca ancora una visione programmatica unitaria. La prevenzione non è una spesa, ma un investimento strategico che produce un risparmio esponenziale per il servizio sanitario nazionale».

VALERIA FAVA
Al momento, quindi, il Paese affronta un inverno anticipato, un’influenza più aggressiva e una domanda crescente di protezione. Gli esperti parlano di una stagione che rischia di diventare una delle più impegnative degli ultimi anni. Le vaccinazioni restano la prima linea di difesa, ma la loro diffusione fatica a tenerne il passo.
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