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25 Novembre 2025 - 19:03
Tumore alla prostata, alle Molinette parte lo studio genetico che può cambiare le cure
La nuova frontiera della cura del tumore alla prostata passa da Torino. Alla Clinica Urologica delle Molinette, centro dell’AOU Città della Salute e della Scienza, è stato avviato uno studio genetico che punta a una trasformazione profonda del percorso terapeutico dei pazienti con tumori prostatici localizzati. L’obiettivo è chiaro: personalizzare il trattamento, capire in anticipo chi dovrà davvero essere operato e chi potrà invece evitare interventi invasivi.
Il progetto – ideato dal professor Marco Oderda, con il contributo del dottor Giorgio Calleris, sotto la direzione del professor Paolo Gontero – coinvolgerà uomini tra 45 e 75 anni con diagnostica di tumore prostatico ISUP 2, una forma intermedia in cui le scelte cliniche sono spesso incerte. È qui che entrano in gioco i test genetici. In particolare il Prolaris, uno strumento che analizza l’espressione di geni legati alla progressione tumorale e restituisce un punteggio capace di prevedere l’evoluzione della malattia.
Il test non è una novità assoluta per il centro torinese: arriva dopo l’esperienza maturata in uno studio pubblicato sulla rivista internazionale The Prostate, in cui 40 pazienti in sorveglianza attiva sono stati monitorati senza ricorrere subito alla chirurgia. In quel campione il test genetico ha permesso di distinguere con buona accuratezza chi poteva continuare la sorveglianza da chi invece ha avuto un peggioramento tale da richiedere un intervento. Risultati che hanno convinto il gruppo a estendere la ricerca su scala più ampia.
Ora il progetto mira a essere integrato, in modo strutturato, nei percorsi clinici della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, così da trasformare l’indagine genetica in un passaggio stabile della presa in carico dei pazienti. Un’informazione aggiuntiva e più precisa, capace di arricchire ciò che oggi deriva da parametri clinici, biopsie, imaging e monitoraggi periodici.
La ricerca alle Molinette non si limita all’utilizzo del Prolaris. L’Urologia del centro è da anni impegnata nello sviluppo di terapie focali: procedure che hanno l’obiettivo di colpire solo la parte malata preservando il resto del tessuto prostatico. Tra gli studi attivi ci sono le microonde (targeted microwave ablation), l’elettroporazione irreversibile per i pazienti con recidiva post-radioterapia e la transperineal laser ablation con laser a diodi, che permette di trattare allo stesso tempo tumore e ipertrofia prostatica benigna.
Negli ultimi mesi l’ospedale ha anche potenziato la propria dotazione chirurgica grazie a una piattaforma robotica single-port, acquisita tramite una donazione. È una tecnologia che permette di operare attraverso una sola incisione cutanea, riducendo dolore post-operatorio, durata della degenza e impatto sull’organismo. Un passo in avanti verso una chirurgia sempre meno invasiva, pensata per essere utilizzata solo quando realmente necessaria.
Il progetto delle Molinette entra dentro una cornice più ampia: quella di “Curarsi con la ricerca in Piemonte”, la rubrica realizzata dalla Regione Piemonte in collaborazione con il DAIRI Regionale (DAIRI-R), dedicata alle eccellenze scientifiche delle Aziende Sanitarie e degli IRCCS del territorio. La rubrica, che racconta settimanalmente studi, pratiche innovative e integrazione tra ricerca e assistenza, ha l’obiettivo di mostrare come le innovazioni nate nei reparti e nei laboratori possano migliorare concretamente la qualità delle cure.
Lo studio genetico sul tumore prostatico si inserisce perfettamente in questa filosofia: integra diagnosi, genomica, chirurgia mini-invasiva e percorsi oncologici territoriali. Una direzione che punta all’essenziale: interventi mirati solo quando servono realmente, tempi più rapidi per chi ha malattie più aggressive, qualità di vita migliore durante l’attesa e dopo eventuali trattamenti.
Alle Molinette, oggi, la ricerca non è un complemento della cura: è parte del processo clinico. E questa nuova linea di lavoro punta a diventare un modello in tutto il Piemonte.

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