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Promesse ferme ai binari: la SFM-7 non arriva a Germagnano e l’intera linea verso Ceres resta monca

Promesse ferme ai binari: la SFM-7 non arriva a Germagnano e l’intera linea verso Ceres resta monca

Promesse ferme ai binari: la SFM-7 non arriva a Germagnano e l’intera linea verso Ceres resta monca

Il prossimo cambio orario di dicembre si avvicina e sulla linea ferroviaria che attraversa le Valli di Lanzo, tra la stazione di Cirié e quella di Germagnano, le attese restano sospese. Il contratto di servizio sottoscritto fra Regione Piemonte e Trenitalia prevede infatti l’estensione della linea metropolitana del trasporto (la SFM‑7) proprio fino a Germagnano, ma nella realtà la linea oggi si ferma ancora a Cirié, lasciando un segmento fondamentale per la mobilità pendolare e turistica senza l’effettivo adeguamento promesso. 

La questione assume una duplice importanza: da un lato la necessità infrastrutturale, ossia rendere la tratta pienamente funzionante con convogli idonei, frequenze adeguate e una continuità reale tra Cirié e Germagnano; dall’altro la dimensione sociale e territoriale: le Valli di Lanzo hanno bisogno di un servizio ferroviario che non costringa i pendolari o i turisti a cambiare treno o mezzo a Cirié, situazione percepita non solo come un disagio tecnico ma come una condizione che penalizza lo sviluppo del territorio. Come ha spiegato il consigliere regionale Alberto Avetta: «Il Contratto di Servizio Metropolitano (…) prevede che la linea ferroviaria SFM-7 raggiunga Germagnano, ma oggi il servizio si ferma a Cirié, da dove i passeggeri sono costretti a proseguire su gomma fino a Ceres»».

Il prolungamento da Cirié a Germagnano è in realtà già nelle tabelle operative degli enti: come segnalato da un comunicato ufficiale della Regione, i lavori di adeguamento della massa assiale e della sagoma limite della tratta Cirié-Germagnano erano finalizzati a permettere l’estensione delle linee SFM 4 e SFM 7 entro il primo trimestre del 2025. Eppure, a oggi, non è dato conoscere un cronoprogramma certo e pubblicamente aggiornato che assicuri quando e come questa estensione sarà effettiva. Il silenzio istituzionale da questo punto di vista emerge come un elemento che amplifica il sentimento di frustrazione fra gli utenti.

Un altro fattore rilevante riguarda la completissima riattivazione dell’intera linea ferroviaria Torino‑Ceres railway. La tratta Germagnano-Ceres risulta ancora soggetta a bus sostitutivi e non inclusa nel servizio ferroviario diretto nella maggior parte dei casi. Come riportato da testate locali, la riapertura totale è prevista entro la primavera 2026, ma il passaggio di consegne e la presenza di treni adeguati restano un’incognita. In questo scenario, la mancata estensione della SFM-7 fino a Germagnano appare come un vero e proprio collo di bottiglia: finché non sarà attiva la tratta completa, l’uso del bus o il cambio obbligato riducono l’attrattività del servizio ferroviario e aumentano l’attrito con i pendolari.

Le ragioni per cui diventa indispensabile dare seguito alle previsioni contrattuali sono dunque molteplici. In primo luogo, il cambio treno a Cirié costituisce una rottura del flusso di viaggio: tempo aggiuntivo, disagi nelle coincidenze, difficoltà soprattutto per chi trasporta bici o ha mobilità ridotta. È quanto denunciato dall’Osservatorio sulla Ferrovia Torino-Ceres: «Rottura di carico … è quella che interessa tanti pendolari e studenti che transitano per Cirié e che deve essere eliminata il prima possibile» 

In secondo luogo, la tratta Cirié-Germagnano è strategica non solo per i pendolari che raggiungono Torino, ma anche per la valorizzazione turistica delle Valli di Lanzo, un territorio che potrebbe beneficiare di collegamenti stabili e rapidi con il capoluogo e l’aeroporto. Come ha sottolineato Avetta, «il tanto sbandierato futuro turistico delle Valli è troppo spesso ostaggio delle carenze del trasporto pubblico locale»

Un terzo elemento riguarda gli investimenti già posti in essere: i fondi del PNRR e gli interventi infrastrutturali (binari, elettrificazione, sistemi di controllo, soppressione dei passaggi a livello) sono stati avviati proprio nella logica di modernizzare la ferrovia fino a Ceres e, per estensione, rendere pienamente operativa la SFM-7. Se gli obiettivi non venissero raggiunti entro una tempistica credibile, parte del valore dell’investimento rischierebbe di rimanere solo sulla carta.

Tuttavia il quadro che emerge è quello di un’infrastruttura in evoluzione ma con troppi punti interrogativi. I lavori sulla tratta Torino–Cirié–Germagnano continuano e provocano interruzioni nei weekend, con bus sostitutivi attivati.  La tratta Germagnano-Ceres resta in attesa di convogli idonei e di un assetto operativo che consenta di eliminare il cambio obbligato, come lamentato da diversi articoli. 

Alla luce di ciò, appare urgente – e la richiesta è rivolta direttamente alla Regione Piemonte e all’Agenzia per la Mobilità Metropolitana del Piemonte, in qualità di garanti del contratto SFM – che venga pubblicato un cronoprogramma chiaro, trasparente e aggiornato delle prossime tappe: estensione della SFM-7 fino a Germagnano, riattivazione del servizio fino a Ceres, tempi di completamento, tipo di materiale rotabile previsto, impatto sui cambi treno e sugli orari. Questo perché non si può più accettare che il servizio bus tra Cirié e Ceres resti una misura-tampone “eternalizzata”, trasformandosi in norma anziché eccezione.

Infine, con il cambio orario in arrivo a dicembre, l’assenza di notizie e certezze opera come un freno: gli utenti, pendolari, studenti, turisti hanno bisogno di sapere se potranno contare su un treno diretto o se dovranno ancora prevedere cambi, attese e disagi. La fiducia nel trasporto pubblico si costruisce anche su puntualità e coerenza rispetto alle promesse.

In conclusione, la linea SFM-7 e la ferrovia Torino-Ceres rappresentano una occasione strategica per il Piemonte: mobilità urbana, connessione aeroportuale, rilancio delle Valli di Lanzo. Ma per coglierla serve che le promesse contrattuali non restino sulla carta. Il silenzio sulle date, sul materiale rotabile, sulla continuità del servizio rischia di trasformare una grande potenzialità in un’occasione mancata. Pendolari e territorio non chiedono favori, chiedono coerenza e concretezza: la Regione e Trenitalia devono rendere conto.

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