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Undici festival per ridisegnare la scena musicale torinese nel biennio 2026-2027: ecco quali

Il bando della Città assegna 20mila euro l’anno ai migliori progetti: musica come identità, innovazione e strategia culturale verso la candidatura del 2033

Undici festival per ridisegnare la scena musicale torinese nel biennio 2026-2027: ecco quali

Undici festival per ridisegnare la scena musicale torinese nel biennio 2026-2027: ecco quali (foto d'archivio)

Torino sceglie i festival che accompagneranno la città nel prossimo biennio e lo fa puntando su una combinazione calibrata di tradizione, sperimentazione e radicamento territoriale. La graduatoria del bando “Festival Musicali 2026-2027”, appena pubblicata, definisce l'identità culturale che l’amministrazione vuole sostenere: una filiera musicale che mescola nomi storici e nuove realtà capaci di parlare ai pubblici più diversi, generando valore sociale oltre che artistico.

Undici progetti sono stati selezionati tra trenta candidature, ciascuno destinatario di un contributo annuale di 20 mila euro: Jazz is Dead!, Spellbound!, C2C Festival, University Welcome Fast, CreativAfrica, Festival Panafricano, _resetfestival, Torino Music Meeting, Metrofrequenze, La Postura del Consenso e TOM Fest. Un mosaico che restituisce la ricchezza di una città che continua a usare la musica come linguaggio comune e come infrastruttura culturale.

L’assessora alla Cultura Rosanna Purchia ha sottolineato un punto chiave: la musica non è un ornamento, ma un pezzo identitario della città. È un comparto che produce valore culturale, economico e sociale, sostiene artisti e professionisti, consolida le nuove creatività e riattiva la vita culturale nei quartieri, dove la presenza dei festival diventa catalizzatore di comunità. La scelta di un bando biennale non è casuale: garantire stabilità significa permettere a chi organizza eventi di costruire progettualità solide e non più legate alla precarietà dell’iniziativa annuale.

Il legame con la candidatura di Torino a Capitale Europea della Cultura 2033 emerge come orizzonte strategico. In questa prospettiva, la continuità degli eventi e la capacità di generare cohesione sociale attraverso la musica diventano tasselli fondamentali.

L’assessore ai Grandi Eventi Domenico Carretta ha aggiunto un altro elemento: Torino non ha mai “staccato la spina”, e anzi questo bando è stato pensato per proteggere i festival storici che definiscono da anni l’identità musicale cittadina e, allo stesso tempo, dare ossigeno a progetti nuovi, incubatori di linguaggi e pubblici futuri. È un equilibrio che permette alla città di restare un punto di riferimento nazionale per musica elettronica, jazz, contaminazioni contemporanee e produzioni indipendenti.

La valutazione delle proposte non si è basata solo sul valore artistico. La commissione ha considerato l’impatto sul territorio, l’affidabilità organizzativa, la sostenibilità economica e ambientale, la capacità di coinvolgere i giovani e di attivare sinergie reali con altri attori culturali e sociali. Un approccio che riconosce come il festival non sia più soltanto un evento, ma un ecosistema.

Torino vive un momento di trasformazione e competizione culturale internazionale: i festival selezionati rappresentano uno sguardo sulla città che vuole essere innovativa, accessibile e profondamente radicata nelle sue comunità. Il sostegno economico non è solo un premio, ma un investimento mirato che guarda al futuro e alla capacità di formare nuove generazioni di pubblico, professionisti e artisti.

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