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24 Novembre 2025 - 13:53
Rallentamenti e caos sulla linea AV Milano-Verona dopo un investimento: mattinata di disagi (foto di repertorio)
La mattinata si è trasformata rapidamente in una corsa a ostacoli per migliaia di viaggiatori del Nord Italia. Poco dopo le 9.30 la circolazione ferroviaria sull’asse Milano-Verona ha improvvisamente rallentato fino quasi a fermarsi. Alla base del blocco c’è l’investimento di una persona tra Lonato e Desenzano, un tratto strategico dell’Alta Velocità che, quando si interrompe, manda in sofferenza l’intero corridoio est-ovest. L’Autorità Giudiziaria ha disposto accertamenti immediati, indispensabili in casi del genere, ma che hanno imposto una sospensione tecnica inevitabile. Da quel momento la situazione, già delicata, è precipitata.
Le prime comunicazioni di Trenitalia, arrivate a ondate, hanno parlato di ritardi stimati fino a 120 minuti e di convogli instradati su percorsi alternativi. Da lì si è aperto uno scenario fatto di deviazioni, fermate saltate e coincidenze svanite all’ultimo istante. La direttrice più colpita è stata quella fra Milano, Verona e Venezia, cuore pulsante dell’alta velocità del Nord Italia. Alcuni treni sono stati deviati via Poggio Rusco, altri via Bologna, con tempi di percorrenza dilatati e una riorganizzazione in tempo reale che ha messo a dura prova il personale in servizio.
La giornata è stata particolarmente complessa per chi si muoveva da e verso località come Peschiera del Garda, Desenzano e Brescia, dove diverse fermate sono state cancellate senza preavviso, obbligando i passeggeri a una riprogrammazione improvvisata del viaggio. Più di un convoglio, giunto all’altezza della tratta interrotta, è stato costretto a terminare la corsa altrove: emblematico il caso dell’EuroCity Genève–Venezia, che ha concluso il proprio itinerario a Milano Centrale, costringendo i viaggiatori a proseguire con un’altra relazione internazionale.
Sulla linea sono rimasti coinvolti anche treni di lunga percorrenza ad alta frequentazione: alcuni Frecciarossa diretti verso Venezia Santa Lucia, Torino Porta Nuova e Milano Centrale hanno accumulato oltre un’ora di rallentamento. A bordo molti passeggeri hanno appreso delle modifiche itinerario solo a ritardo iniziato, mentre il personale dell’Assistenza clienti cercava di riorganizzare coincidenze e riprotezioni, soprattutto nelle grandi stazioni come Verona Porta Nuova e Milano Centrale, prese d’assalto da chi tentava di trovare un’alternativa.
Le scelte operative di instradare alcuni convogli lungo tratte più lunghe sono sembrate, col passare delle ore, una soluzione obbligata per evitare il collasso dell’intera dorsale. Meglio allungare il percorso che lasciare i treni fermi per ore in stazione: una filosofia di emergenza che gli addetti ai lavori conoscono fin troppo bene. Al tempo stesso, l’assenza di una stima ufficiale sulla normalizzazione ha reso la situazione particolarmente stressante per chi si trovava già in viaggio o stava per partire senza sapere se e come sarebbe arrivato a destinazione.
In casi come questo, la tensione operativa cresce insieme alla necessità di garantire allo stesso tempo la tutela delle persone coinvolte nell’incidente e la continuità del servizio. L’equilibrio è fragile, e ogni intervento della magistratura, per quanto doveroso e indispensabile, si trasforma in un domino di ritardi e disagi che coinvolge un territorio amplissimo. Oggi lo si è visto chiaramente: una sola interruzione può generare ripercussioni a catena su tutto il Nord Italia.
Il pomeriggio lascia sperare in un graduale ritorno alla normalità, ma la circolazione sulla Milano-Verona resta particolarmente delicata. Per chi deve mettersi in viaggio nelle prossime ore, l’unica regola resta quella più semplice: consultare continuamente gli aggiornamenti ufficiali, presentarsi con anticipo e prepararsi, se necessario, a un viaggio più lungo del previsto. Oggi l’Alta Velocità ha ricordato, una volta di più, quanto possa essere vulnerabile di fronte agli imprevisti e quanto sia complesso rimettere in moto un sistema così vasto una volta che si inceppa.

Immagine di repertorio
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