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24 Novembre 2025 - 13:27
Sicurezza urbana, il Piemonte rafforza il Patto con Torino e aumenta i fondi
Il Piemonte sceglie la continuità e raddoppia l’impegno sulla sicurezza urbana. La Giunta regionale ha approvato un nuovo finanziamento da 1,3 milioni di euro a favore del Ministero dell’Interno per garantire altri due anni di operatività al Patto per la sicurezza firmato da Regione, Prefettura e Città di Torino. Un modello che, dalla sua prima attivazione nell’agosto 2023, ha costruito un sistema di azione coordinata tra tutte le forze in campo, con un primo stanziamento da un milione di euro per il biennio precedente.
L’assessore regionale alla Sicurezza, Enrico Bussalino, parla di un percorso “da consolidare”, convinto che la chiave sia la cooperazione: «Intendiamo dare continuità al rafforzamento delle azioni sinergiche tra i diversi soggetti di governo del territorio, un modello operativo basato sulla collaborazione interistituzionale che permette di sostenere in modo efficace le attività di controllo». L’incremento delle risorse riflette l’obiettivo di migliorare strumenti, mezzi e capacità operative degli agenti che operano quotidianamente in città, dalle pattuglie alle tecnologie di monitoraggio.

Enrico Bussalino
Il nuovo stanziamento servirà infatti a far proseguire progetti già avviati e ulteriormente ampliati. Tra questi figurano l’acquisto di veicoli destinati alle forze dell’ordine e il potenziamento dell’infrastruttura di videosorveglianza della Città di Torino, oggi uno dei nodi cruciali delle attività di prevenzione e repressione dei reati nei quartieri più complessi. L’obiettivo è duplice: aumentare la presenza sul territorio e garantire un livello più elevato di controllo in aree spesso caratterizzate da criticità crescenti, dallo spaccio ai danneggiamenti, dai fenomeni di degrado urbano agli episodi di microviolenza.
La gestione dei fondi sarà affidata alla Cabina di regia istituita presso la Prefettura, dove siedono i rappresentanti di Regione, Comune e forze dell’ordine. Toccherà a questo organismo individuare i singoli interventi da finanziare, calibrandoli sulle esigenze dei diversi quartieri cittadini e sull’evoluzione delle priorità investigative. La logica rimane quella del Patto: interventi mirati, integrazione tra corpi diversi, utilizzo intelligente delle tecnologie e rapidità di esecuzione.
Questo ulteriore investimento arriva in un momento in cui Torino continua a essere teatro di episodi che richiamano l’attenzione sulla necessità di una presenza forte e coordinata dello Stato. La decisione regionale appare quindi come un segnale politico e operativo: rafforzare una strategia comune, rendere più efficace il lavoro delle forze dell’ordine e costruire strumenti che consentano controlli più capillari e risposte rapide alle emergenze.
La continuità del Patto, sostenuta da risorse crescenti, delinea un orizzonte preciso: la sicurezza urbana non come somma di interventi isolati, ma come architettura stabile in cui Regione, Prefettura e Comune condividono responsabilità, priorità e strumenti. Un modello che punta a consolidarsi come riferimento nazionale e che, nelle intenzioni dell’esecutivo piemontese, può diventare il perno di una politica di sicurezza moderna, integrata e orientata ai risultati.
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