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A scuola senza zaino: Ciriè II cambia modello e sceglie la rivoluzione gentile di Orsi

Vauda Canavese entra nella rete nazionale: un nuovo modo di apprendere, tra comunità, spazi condivisi e responsabilità collettiva

A scuola senza zaino

A scuola senza zaino: Ciriè II cambia modello e sceglie la rivoluzione gentile di Orsi

Una scuola che alleggerisce lo zaino, ma soprattutto il modo di imparare. È la direzione scelta dall’Istituto Comprensivo Ciriè II, che dal prossimo anno scolastico porterà le scuole dell’infanzia e la primaria di Vauda Canavese dentro il modello della Scuola Senza Zaino, la filosofia educativa nata in Toscana nei primi anni Duemila grazie al dirigente Marco Orsi e oggi adottata in centinaia di istituti italiani.

La decisione segna un passaggio significativo. Non si tratta di un semplice cambiamento logistico, ma di una trasformazione culturale che ripensa ruoli, spazi e responsabilità. Al centro c’è un’idea precisa: la scuola come comunità di apprendimento. Le classi Senza Zaino diventano ambienti in cui il materiale non è più personale ma condiviso, dove i libri appartengono al gruppo e dove ogni bambino partecipa alla gestione degli strumenti, dei compiti e degli spazi. L’insegnante non è più una figura frontale, ma una guida che invita a esplorare, progettare, discutere e costruire insieme.

Il modello toscano lavora su tre pilastri — ospitalità degli ambienti, responsabilità condivisa e autonomia — che trovano applicazione concreta nella quotidianità scolastica: isole di lavoro al posto della cattedra, laboratori permanenti, aree lettura accessibili a tutti, materiali usati collettivamente e non più custoditi nello zaino individuale. È un modo diverso di vivere la scuola, più vicino alla cooperazione che alla competizione, più orientato a far crescere il gruppo che a misurare la prestazione del singolo.

L’adesione alla Rete Nazionale delle Scuole Senza Zaino è stata approvata dal Collegio Docenti e dal Consiglio di Istituto, segnando un consenso ampio e convinto. La dirigenza scolastica sottolinea come il progetto rappresenti un’occasione per rinnovare la didattica e per valorizzare un’esperienza educativa basata su collaborazione e creatività. Le insegnanti parlano da tempo di una scuola che metta la persona al centro, capace di educare non solo al sapere, ma allo stare dentro una comunità: un’idea coerente con ciò che il nuovo modello propone.

L’attivazione sarà graduale. Si partirà dalla formazione del personale, con corsi dedicati a conoscere e applicare la metodologia, e da una serie di incontri con le famiglie, chiamate a partecipare attivamente alla trasformazione degli ambienti e delle pratiche. Gli spazi verranno ripensati per essere accoglienti, funzionali e comunicativi: una scuola che parla attraverso ciò che contiene, non solo attraverso ciò che insegna.

Al centro, ancora una volta, c’è una domanda cruciale: come si costruisce motivazione nei bambini? La risposta, a Vauda Canavese, passa da un gesto concreto e simbolico allo stesso tempo: togliere lo zaino per liberare lo sguardo, alleggerire il peso per dare valore al cammino. Una scuola che punta meno sul possesso e più sulla relazione, meno sulla corsa individuale e più sulla crescita collettiva. Una rivoluzione piccola ma profonda, silenziosa ma determinante. Una scuola che non toglie, ma aggiunge.

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