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Piemonte spaccato in due: l'inverno entra con neve intensa sulle valli, pianure asciutte

Tra Valle d’Aosta, Stura, Monviso, Susa, Lanzo, Canavese e Ossola attese nuove imbiancate fino ai fondovalle, con accumuli importanti oltre i 1.800 metri e ombra pluviometrica diffusa sulla pianura

Piemonte spaccato

Piemonte spaccato in due: l'inverno entra con neve intensa sulle valli, pianure asciutte

Lunedì si aprirà con un Piemonte spaccato in due. Da una parte le alte valli alpine, dove l’inverno entrerà nel vivo con nevicate fitte, continue, a tratti violente. Dall’altra le pianure e le colline, che resteranno quasi totalmente all’asciutto, protette dalla consueta ombra pluviometrica che accompagna queste perturbazioni da Ovest. È un quadro meteo complesso, che arriva dopo un fine settimana gelido, segnato da minime fino a –7/-10°C anche in pianura e da cieli limpidi che hanno lasciato spazio al gelo.

Nelle prossime ore, infatti, una perturbazione atlantica raggiungerà le Alpi occidentali portando un doppio impulso instabile: il primo nella notte, il secondo – più energico – tra il pomeriggio e la sera di lunedì. Le correnti occidentali e sudoccidentali, miti e umide, faranno da motore al peggioramento, ma senza riuscire a coinvolgere davvero la pianura, dove prevarranno condizioni asciutte o, al massimo, episodi di nevischio locale.

Sulle valli andrà diversamente. Il primo sfondamento interesserà soprattutto le aree interne oltre i 1.000-1.300 metri, con neve intermittente e rovesci intensi sui crinali. Più in basso, tra valli Chisone, Susa, Lanzo, Canavese, Sesia, Ossola e Formazza, non è escluso del nevischio fino agli 800-900 metri. In alcune aree collinari del Novarese, del Verbano e dell’Appennino alessandrino potrebbe comparire anche una pioviggine congelante, fenomeno insidioso tipico delle irruzioni fredde residue.

Foto:  Andrea Vuolo

Dopo una pausa in tarda mattinata, il secondo impulso riporterà condizioni perturbate su tutte le vallate alpine. Nevicherà in modo moderato già dagli 800-1.000 metri, con rovesci localmente fitti sulle alte valli interne. Qui gli accumuli potrebbero superare i 20-40 centimetri oltre i 1.800-2.200 metri, mentre a quote medie sono attesi 5-15 centimetri tra 1.000 e 1.500 metri.

Il quadro più significativo riguarderà però la Valle d’Aosta centro-occidentale, dove si prevedono picchi di 60-80 centimetri lungo le testate occidentali. La neve scenderà fino al fondovalle centrale (Châtillon, Saint-Vincent) e potrà depositarsi anche ad Aosta città, con 10-15 centimetri di accumulo, un evento non così frequente negli ultimi anni.

Tra Susa, Lanzo, Cuorgnè, Ivrea, Sesia e Ossola, alcuni nuclei precipitativi potranno sfondare in basso, imbiancando talvolta gli sbocchi vallivi dai 600-800 metri, soprattutto in serata.

Sulle pianure piemontesi, invece, nulla cambierà: nevischio sporadico, cieli coperti, umidità elevata e nessun accumulo. Tutto scorrerà ai margini del maltempo, protetti dalla barriera alpina e dalle correnti sudoccidentali che dirottano gran parte dell’energia precipitativa sulle valli.

Nella notte su martedì i fenomeni si attenueranno rapidamente. Il cielo si aprirà, il vento di foehn comincerà a scendere dai crinali e la settimana prenderà una piega diversa: giornate soleggiate, aria più secca e temperature tipiche del periodo, con minime tra –5 e +1°C e massime fino a 8-11°C.

Un’altra pagina di un inverno che, almeno sulle montagne piemontesi, sembra finalmente aver trovato tono, ritmo e un primo serio assaggio di neve vera.

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