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21 Novembre 2025 - 14:03
Dalle aule piemontesi ai laboratori tedeschi: l’avventura europea del Fermi-Galilei con “Donne nelle STEAM”
Un viaggio che è insieme formazione, scoperta e confronto. È l’esperienza che gli studenti dell’Istituto Fermi-Galilei stanno vivendo in Germania grazie al progetto Erasmus+ KA122, dedicato quest’anno al tema “Donne nelle STEAM”, un percorso che unisce scienza, tecnologia, arte e inclusione. Il gruppo è partito il 15 novembre, accompagnato dalla professoressa Silvia Tabacco e dal professor Fabrizio Zamparelli, iniziando un itinerario pensato per avvicinare gli studenti a un’Europa sempre più interconnessa non solo dalla mobilità, ma da un’idea comune di crescita culturale.
La prima tappa ha avuto il sapore del viaggio vero e proprio: l’arrivo a Zurigo, notte in transito e poi, la domenica mattina, la partenza verso Marburg, città universitaria di lunga tradizione e sede di una delle facoltà di fisica più attive nel panorama tedesco. L’accoglienza, come spesso accade nelle mobilità Erasmus, è stata parte integrante dell’esperienza. Le famiglie ospitanti hanno aperto le porte delle proprie case, trasformando la permanenza in un’occasione di immersione autentica nella quotidianità tedesca. «Ci siamo sentiti accolti da subito», raccontano gli studenti, colpiti dalla naturalezza con cui sono stati introdotti alla vita della città.
Nei primi giorni la mobilità ha assunto un tono fortemente scientifico. Alla Facoltà di Fisica di Marburg, i ragazzi hanno potuto assistere e partecipare ad esperimenti complessi, guidati da ricercatori e docenti universitari. È stato un confronto diretto con metodi di ricerca avanzati, con strumentazioni di laboratorio non sempre disponibili nelle scuole e con una mentalità accademica che punta su rigore, interdisciplinarità e curiosità. Per molti è stata la prima volta dentro un vero laboratorio universitario; per altri, la conferma di una vocazione scientifica futura.

Ma il progetto non si è esaurito nella dimensione tecnica. A fianco della fisica e della tecnologia, c’è stato spazio per la creatività, grazie alla collaborazione con gli studenti tedeschi per uno spettacolo teatrale inserito nella “Serata di arte e cultura”. I ragazzi del Fermi-Galilei hanno contribuito alla preparazione dello show, presentando la propria scuola, costruendo scene e performance insieme ai coetanei tedeschi e lavorando su una forma di comunicazione – quella teatrale – che richiede ascolto, fiducia reciproca e capacità di integrazione. Il risultato è stato un evento che ha unito lingue, idee e approcci diversi, offrendo agli studenti un modo nuovo per interpretare il concetto di scambio culturale.
La seconda parte del viaggio li ha portati a Francoforte, dove hanno preso parte a ulteriori attività laboratoriali e seminari. Qui l’intento è stato quello di ampliare la prospettiva, avvicinando gli studenti a una città che è simbolo di innovazione, finanza ed europeismo. Le attività proposte hanno avuto un taglio pratico e interdisciplinare, in linea con l’impostazione del progetto: non solo scienza e tecnologia, ma riflessioni sulle professioni del futuro e sul ruolo che le competenze STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts, Mathematics) avranno nei prossimi anni, soprattutto per le donne, ancora sottorappresentate nei settori scientifici.
“Donne nelle STEAM” nasce infatti con un obiettivo preciso: stimolare la partecipazione femminile alle discipline scientifiche, rafforzando modelli positivi e riducendo stereotipi che ancora oggi condizionano le scelte scolastiche e professionali. L’esperienza tedesca ha offerto non solo un’immersione nella formazione europea ma anche esempi concreti di come l’università e i centri di ricerca del continente stiano lavorando per garantire pari opportunità e percorsi inclusivi.
Il progetto del Fermi-Galilei, in questo senso, è più di un semplice viaggio: è un tassello di una strategia educativa che guarda lontano, spingendo gli studenti ad uscire dal proprio orizzonte quotidiano e a confrontarsi con un’Europa che chiede competenze, consapevolezza e capacità di cooperare. È una formazione che non passa solo attraverso le lezioni o i laboratori, ma attraverso la vita nelle famiglie ospitanti, la gestione delle differenze culturali, la necessità di comunicare in un’altra lingua, la partecipazione attiva ad attività artistiche e scientifiche.
E proprio questa è la cifra dell’Erasmus: non portare gli studenti in viaggio, ma portarli dentro un’idea di Europa, fatta di scambi, collaborazioni e percorsi condivisi. Anche in questo caso l’obiettivo sembra raggiunto: i ragazzi sono tornati con un bagaglio più ampio, fatto di competenze tecniche e relazionali, ma soprattutto di apertura mentale. La conferma che un progetto ben costruito può davvero incidere sulla crescita di giovani cittadini europei.
In un’epoca in cui la scuola è chiamata a preparare studenti per professioni che ancora non esistono, iniziative come questa diventano un investimento indispensabile. Il Fermi-Galilei lo sa e continua a farlo, costruendo una formazione che tenga insieme scienza, cultura e identità europea. Un modo concreto per mostrare che, dentro e fuori dalle aule, l’inclusione e l’internazionalizzazione non sono slogan, ma percorsi reali.






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