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21 Novembre 2025 - 08:56
La prima neve accende il Pinerolese e il Cuneese, scenari d’inverno e nuove precipitazioni nelle prossime ore
Una notte silenziosa, un risveglio imbiancato e quell’odore d’inverno che arriva senza bussare. Il Pinerolese e il Cuneese si sono svegliati oggi sotto una nevicata elegante più che intensa, capace di trasformare il paesaggio senza però creare accumuli significativi. Un assaggio della stagione fredda che, secondo le previsioni delle prossime ore, potrebbe intensificarsi in diversi settori del Piemonte, seguendo una distribuzione molto variabile in base alla quota e all’orografia.
La neve è caduta nelle vallate cuneesi e pinerolesi con una certa continuità, senza tuttavia generare spessori di rilievo. Le immagini della mattina mostrano tetti imbiancati, strade coperte da un velo leggerissimo e campi ammorbiditi da un manto uniforme: più un cambio di atmosfera che un vero evento nevoso. Nei centri urbani, la circolazione non ha registrato particolari criticità, mentre nelle aree collinari alcuni tratti sono risultati scivolosi, soprattutto all’alba.
Le previsioni indicano un peggioramento nel corso del tardo pomeriggio e della serata, con epicentro sulle aree meridionali del Piemonte. Tra Fossano, Cuneo, Mondovì e Ceva, così come in Langhe e Acquese, è attesa una nuova imbiancata tra 1 e 5 centimetri dai 300-500 metri di quota. A salire, la situazione cambia radicalmente: sulle alte Langhe e nelle valli del Monregalese e del Cebano gli accumuli possono raggiungere i 7-10 centimetri dai 600-800 metri, mentre oltre i 1.000 metri si salirà facilmente ai 10-20 centimetri, con punte superiori ai 30 centimetri sulle Alpi Marittime e Liguri oltre i 1.500-2.000 metri.
Su Torinese, Astigiano e Monferrato, il quadro resta più incerto: tra la sera e la notte è possibile la comparsa di pioggia mista a neve dai 300-400 metri, con lievi depositi sulle colline del Po oltre i 500-600 metri. In pianura, invece, prevarranno pioviggini e deboli precipitazioni sparse senza accumuli significativi.
Il contesto meteorologico odierno si inserisce in un trend ormai noto degli ultimi anni, con inverni caratterizzati da forti differenze tra pianura e rilievi. A livello regionale, i dati degli ultimi cinque anni mostrano una diminuzione media delle nevicate sotto i 300 metri, con episodi più frequenti ma meno duraturi in collina e una maggiore concentrazione di neve sulle fasce alpine tra i 1.000 e i 2.000 metri. Nell’ultimo decennio, il Piemonte ha visto una progressiva tropicalizzazione del clima invernale, con nevicate più rare in pianura ma picchi localizzati abbondanti in quota. A vent’anni, i confronti indicano un calo evidente degli accumuli nelle zone pedemontane e un incremento relativo degli eventi intensi sulle Alpi meridionali, soprattutto nel Cuneese, per effetto di correnti umide da sud-ovest che favoriscono precipitazioni orografiche.
Non si tratta di fenomeni isolati: i report climatologici regionali confermano un inverno che, pur mantenendo la neve come protagonista sulle montagne, vede le basse quote sempre più spesso condizionate da temperature marginali e precipitazioni deboli. Il risultato è un mosaico in cui pochi metri di dislivello fanno la differenza tra un paesaggio imbiancato e una strada bagnata.
Nelle prossime ore il Piemonte vivrà dunque una dinamica ormai classica: neve ben presente in collina e montagna, modesta o assente in pianura, con i rilievi delle Langhe, del Monregalese e delle Alpi Marittime destinati a registrare gli accumuli più significativi. Attenzione alla viabilità, soprattutto dai 600-800 metri dove i primi depositi possono rendere critici tratti secondari e provinciali. I centri urbani, invece, dovranno fare i conti soprattutto con il bagnato e con possibili gelate nelle ore serali.
L’inverno, insomma, ha iniziato a farsi sentire. E lo farà ancora: con voce decisa sui rilievi, e con un sussurro prudente nelle pianure piemontesi.
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