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Uso precoce di tv, tablet e schermi per i bambini: in Piemonte un incontro aperto a genitori ed educatori

A Casale Monferrato un confronto sulle conseguenze cognitive e relazionali dell’esposizione precoce a tv e tablet nei bambini 0-6 anni

Uso precoce di tv, tablet e schermi per i bambini: in Piemonte un incontro aperto a genitori ed educatori

Uso precoce di tv, tablet e schermi per i bambini: in Piemonte un incontro aperto a genitori ed educatori (immagine di repertorio)

L’uso precoce e non regolato di tv, tablet e dispositivi digitali continua a preoccupare il mondo sanitario. A Casale Monferrato, l’Asl AL dedica al tema un incontro aperto a genitori, caregiver e operatori dell’infanzia, previsto per il 22 novembre nell’ambito della rassegna “Camminiamo insieme con le famiglie 0-6”. Al centro della riflessione ci saranno gli effetti dell’esposizione agli schermi nei primi anni di vita, un fenomeno sempre più diffuso e spesso sottovalutato, che le evidenze scientifiche indicano come potenzialmente dannoso in più aree dello sviluppo.

Ospite dell’iniziativa sarà Simone Lanza, maestro elementare e studioso di scienze umane che collabora con il Centro di Ricerche Benessere Digitale dell’Università Bicocca. Il suo lavoro indaga da anni l’impatto del cosiddetto tempo schermo su attenzione, memoria, linguaggio ed equilibrio emotivo dei bambini. Secondo le ricerche più recenti, già nei primi mesi di vita l’esposizione audiovisiva può interferire con i processi di maturazione cognitiva: un ambiente ricco di stimoli passivi, come i video, riduce la qualità dell’interazione con gli adulti, elemento cruciale per lo sviluppo del linguaggio. Anche il sonno risente dell’overdose digitale, con difficoltà di addormentamento e risvegli più frequenti.

I dati raccolti dall’indagine nazionale “Sorveglianza Bambini 0-2 anni 2022” raccontano una realtà in cui l’uso degli schermi è ormai entrato nelle abitudini familiari: più di un quinto dei bambini italiani tra i 2 e i 5 mesi trascorre del tempo davanti a tv, smartphone o tablet, con tempi che possono arrivare fino a una o due ore al giorno. Un numero che stride con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che indica come soglia ideale lo zero assoluto fino ai due anni, anche in modo occasionale.

Negli anni che precedono l’ingresso alla primaria, spiegano gli esperti, l’uso non controllato di dispositivi digitali può ridurre la capacità di concentrazione, rendere più difficoltosa la memorizzazione, influenzare la regolazione emotiva e limitare la socialità. Nei contesti familiari in cui gli schermi diventano baby-sitter improvvisati, aumentano i rischi di ritardi comunicativi e di difficoltà di autoregolazione. Sul piano fisico, l’esposizione serale alla luce blu compromette la qualità del sonno e interferisce con i ritmi circadiani, mentre sul piano relazionale sostituisce momenti essenziali di gioco simbolico e confronto diretto con gli adulti.

L’incontro di Casale Monferrato nasce per offrire strumenti concreti a famiglie e operatori: dai modelli di uso consapevole ai segnali d’allarme da non ignorare, passando per strategie educative capaci di ridurre la dipendenza precoce dagli schermi e valorizzare il ruolo attivo degli adulti nella mediazione digitale. L’obiettivo è costruire una cultura della prevenzione che non demonizzi la tecnologia, ma ne riconosca l’impatto nei momenti più delicati dello sviluppo infantile.

In un Paese in cui l’età di primo accesso ai dispositivi continua ad abbassarsi e la pressione dei contenuti digitali è sempre più invasiva, la riflessione sollevata dall’Asl AL appare non solo opportuna ma necessaria. Le famiglie, gli educatori e i servizi territoriali si trovano oggi di fronte alla responsabilità di trovare un equilibrio tra innovazione e tutela dello sviluppo, ricordando che negli anni 0-6 la relazione umana resta la tecnologia più potente a disposizione dei bambini.

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