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Striscione “Viva Mattarella” riappare in piazza San Carlo dopo le tensioni tra Governo e Quirinale

Un gesto simbolico nel “salotto” di Torino mentre Roma discute di indiscrezioni, accuse e rapporti istituzionali incrinati

Striscione “Viva Mattarella” riappare in piazza San Carlo dopo le tensioni tra Governo e Quirinale

Striscione “Viva Mattarella” riappare in piazza San Carlo dopo le tensioni tra Governo e Quirinale

Nel centro storico di Torino è ricomparso lo striscione con la scritta “Viva Mattarella”, appeso dal terrazzo di una palazzina affacciata su piazza San Carlo, all’angolo con via Santa Teresa. È lo stesso punto in cui, all’inizio del 2025, era apparso un analogo drappo, segnale di quel che sembra essere per molti un richiamo simbolico e una provocazione verso l’attualità politica nazionale. L’iniziativa – benché minimale nella forma – si innesta in un contesto di crescente tensione tra il Governo e il Colle, che in queste ore trova ulteriore alimento nelle indiscrezioni trapelate su un presunto piano del Quirinale contro Giorgia Meloni.

Secondo l’articolo del quotidiano La Verità, ripreso da numerosi media, alcuni ambienti vicini al Quirinale avrebbero elaborato una strategia per frenare l’azione del governo di Giorgia Meloni, alimentando rapide reazioni politiche. Il Colle – tramite nota ufficiale – ha definito il contenuto “ridicolo”, affermando che «dà credito ad attacchi alla Presidenza della Repubblica». Nelle ore successive, l’assenza di smentite da parte dei soggetti citati – e la definizione da parte di osservatori del “day after” come giorno di sconcerto – hanno contribuito ad alimentare un clima di incertezza, inedito per i rapporti tra esecutivo e istituzione presidenziale.

Lo striscione torinese assume quindi un ruolo plastico di questa tensione: da una parte, il richiamo al presidente Mattarella pare declinare un sostegno istituzionale o un’omaggio al capo dello Stato; dall’altro, la collocazione simbolica nel “salotto” di Torino – piazza San Carlo – suggerisce un messaggio pubblico, visibile e provocatorio. Non è un caso che proprio in questi giorni il dibattito politico nazionale parli di rapporti istituzionali messi alla prova, con il governo che accusa il Quirinale di uscite o manovre non concordate e il Colle che evidenzia come certi articoli giornalistici possano mettere in crisi la fiducia nell’operato istituzionale.

Sergio Mattarella

Le polemiche si inseriscono in un contesto politico segnato da più fronti di criticità: il rapporto tra governo e magistratura, le nomine in importanti asset strategici dello Stato, la gestione di alcuni dossier economici e diplomatici che vedono in tensione la visibilità da parte dell’esecutivo e l’azione di garanzia del presidente della Repubblica. In questo quadro, appigli come lo striscione – apparentemente leggero – diventano elementi significativi di un messaggio più ampio: testimoniare un’identificazione con la figura del presidente, oppure interpretare – secondo lettori più critici – una presa di distanza rispetto all’azione governativa che si ritiene in conflitto con certe consuetudini istituzionali.

Tra le reazioni più rilevanti si segnala che la premier Giorgia Meloni ha effettuato una visita al Quirinale, incontrando Mattarella, circostanza che testimonia quanto la comunicazione tra le parti non sia dispersa ma continuamente ricomposta, nonostante i segnali di rottura. Il fatto che il Colle abbia preferito mantenere un rigido no-comment sull’articolo e sulle affermazioni che attribuivano al Quirinale un piano contro il Governo, fa capire che la posizione presidenziale voglia restare distante da una disputa aperta, ma nel contempo non ignora l’impatto che tali voci possono avere sul sistema politico.

Lo striscione in piazza San Carlo conferma così che l’aria è elettrica: non si tratta soltanto di una manifestazione estetica o nostalgica, ma di un atto che rimanda alla “partecipazione simbolica” nella contesa istituzionale e politica. E sebbene nel capoluogo piemontese possa apparire un segnale locale, la sua valenza è nazionale, perché rimette al centro il tema del rapporto tra presidente e governo, tra servizio dello Stato e leadership politica.

In definitiva, davanti al drappo che recita “Viva Mattarella” si affaccia una domanda: cosa vuole dire oggi manifestare sostegno al presidente della Repubblica? E che lettura dà di quel sostegno chi lo espone in modo pubblico? In una stagione politica nella quale ogni gesto può essere letto come un messaggio, la sagoma dello striscione torinese è specchio di una contesa su visibilità, istituzione, potere e lealtà; e quel messaggio – anche se non scritto – dice che il sistema è sotto sforzo, i rapporti sono compressi, e la politica istituzionale vive un momento di incertezza.

Giorgia Meloni

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