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20 Novembre 2025 - 09:20
Neve sottile e gelo improvviso avvolgono Balme
Balme si è svegliata con un velo candido che non inganna: sono soltanto un paio di centimetri, ma bastano a restituire l’immagine di un inverno che prova a farsi spazio tra i residui dell’autunno. La località dell’alta valle di Lanzo, avvolta da aria tagliente e una temperatura scesa fino a –5°C, si presenta come uno dei punti più freddi del Piemonte nelle ultime ore, diventando suo malgrado una cartolina delle oscillazioni atmosferiche che stanno attraversando l’intero arco alpino. La neve caduta nella notte ha imbiancato tetti, prati e strade secondarie, mentre un leggero nevischio ha continuato a scendere al mattino, sostenuto da un flusso umido che ha portato i fiocchi fino ai 650–700 metri di quota, segnando un limite altimetrico più basso rispetto ai giorni precedenti.
Nelle valli alpine il fenomeno è stato netto, con precipitazioni minute ma costanti, mentre nei fondovalle e in pianura la perturbazione si è tradotta in pioviggini sparse, quelle tipiche giornate che sembrano non cominciare mai davvero e che lasciano un’umidità persistente nell’aria, preludio di un raffreddamento più marcato nelle ore notturne. L’impressione, diffusa tra gli osservatori meteo e gli appassionati, è che il Piemonte stia entrando nella sua fase più instabile della stagione, un periodo in cui masse d’aria contrastanti si fronteggiano con effetti che possono cambiare in poche decine di chilometri.
Dalle prime analisi, la dinamica che ha portato la nevicata a Balme appare chiara: un nucleo di aria più fredda in discesa dal nord Europa ha agganciato un flusso umido proveniente da ovest, generando condizioni favorevoli a fenomeni deboli ma diffusi. Una situazione che, secondo diversi centri di monitoraggio, potrebbe ripetersi nelle prossime settimane con frequenza crescente, soprattutto se le correnti settentrionali continueranno a incanalarsi lungo l’arco alpino occidentale. L’inverno, insomma, sembra voler procedere a piccoli passi, costruendo la sua presenza con episodi isolati ma significativi, ben lontani dalle grandi nevicate del passato ma comunque capaci di modificare il paesaggio.

L’aspetto interessante, dal punto di vista meteorologico, è la variazione del limite delle nevicate, che solo fino a due giorni fa era attestato molto più in alto. Il fatto che la quota si sia abbassata a ridosso dei 700 metri rappresenta un segnale della progressiva intrusione dell’aria fredda, non ancora sufficiente a garantire accumuli importanti ma utile a disegnare uno scenario più invernale. In pianura, invece, la pioggia debole non è mai riuscita a consolidarsi in un fenomeno strutturato, frenata da una nuvolosità bassa e da una pressione atmosferica che resta incerta, sospesa tra l’azione delle prime correnti artiche e la resistenza delle masse atlantiche.
Mentre Balme si copre di bianco, altrove il Piemonte resta appeso a un equilibrio fragile: Torino si è svegliata grigia, con una foschia che sfuma i profili degli edifici e una temperatura più mite, ma altrettanto carica di umidità. Nelle zone collinari, dal Chierese al Monferrato, la pioviggine ha bagnato i vigneti senza lasciare segni rilevanti, mentre verso il Cuneese la nuvolosità ha mostrato aperture momentanee che non modificano il quadro generale.
Gli amanti della montagna guardano con attenzione a questi primi episodi perché rappresentano, di fatto, la base della stagione sciistica. Non che due centimetri rappresentino un segnale incoraggiante dal punto di vista turistico, ma sono comunque un punto di partenza. Negli ultimi anni, la scarsità di neve precoce ha più volte portato alla chiusura o al rinvio dell’apertura degli impianti, costringendo gli operatori a fare i conti con un calendario sempre più imprevedibile. Balme, come molte altre località delle Alpi occidentali, ha vissuto stagioni in cui la neve naturale arrivava con troppo ritardo, sacrificando intere settimane di attività ricettiva.
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