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ll consigliere comunale parcheggia nello spazio riservato ai disabili: «Una sciocchezza».

Peccato non fosse la prima. Per una città che conta migliaia di violazioni ogni anno, la coerenza resta il vero posto introvabile

ll consigliere comunale parcheggia nello spazio riservato ai disabili: «Una sciocchezza».

Pierino Creama

A Torino, dove il lessico civico contempla parole come “inclusione” e “diritti” con la stessa naturalezza con cui si pronuncia “cappuccino”, il consigliere comunale Pierino Crema ha offerto alla città un piccolo esercizio di stile: parcheggiare per ore nello stallo riservato alle persone con disabilità. Un gesto semplice, quasi minimalista, che tuttavia acquisisce un certo pregio estetico se compiuto da chi ha trascorso quarant’anni nei servizi sociali. Come performance artistica è notevole: difendi fragilità tutta la vita e poi, al momento opportuno, le schiacci col paraurti con la grazia di chi sta solo “facendo tardi”. Crema ha definito tutto questo «una sciocchezza». In effetti alcune sciocchezze sanno essere sorprendentemente coerenti.

La scena si consuma nell’autorimessa Santo Stefano, elegante come solo un garage sotterraneo può pensare di essere. Crema è in ritardo per un appuntamento istituzionale — la genesi ideale di qualunque commedia degli equivoci — e constata che ogni stallo è occupato, spesso con quella creatività torinese che trasforma un semplice parcheggio in una diagonale espressionista. Davanti a tanta fantasia automobilistica, l’unico spazio libero è quello giallo. “Necessità”, sostiene lui. Una necessità così urgente da sembrare una calamità naturale, ma solo nei giorni di Consiglio.

A rendere la vicenda più istruttiva è l’intervento dell’opposizione. La foto dell’auto, placidamente adagiata sullo stallo riservato, arriva a Pino Iannò, consigliere comunale e persona con disabilità, da poco dimessosi (o dimesso, secondo versioni più maliziose) dalla segreteria provinciale di Noi Moderati. Un politico che, mentre alcuni gli tolgono il posto nei partiti, difende con ardore il posto — giallo — che altri occupano senza titolo. Da qualche mese Iannò si muove sotto l’insegna della sua associazione “Torino Libero Pensiero”, un nome che evoca — per pura coincidenza? — la celebre loggia massonica “Libero Pensiero”. Un’assonanza talmente perfetta da sembrare scelta con il rigore di un notaio: stessa poesia, stessa solennità, solo un tocco di Mole Antonelliana in più. A Torino, del resto, il confine tra politica e simbologia è spesso un esercizio di calligrafia.

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È lui a depositare un’interpellanza, ricordando che non si tratta soltanto di violare il Codice della strada, ma l’alfabeto elementare del rispetto. Nel documento parla di “indignazione”: parola nobile che, risuonando in una Sala Rossa, assume un tono solenne; pronunciata in un garage ricorda piuttosto il sospiro di chi osserva l’ennesima conferma dell’umana disinvoltura.

L’episodio, però, non è una rarità. A Torino la sosta abusiva negli stalli riservati è quasi una disciplina cittadina non riconosciuta: nel 2024 si sono contate quasi 6.800 sanzioni; nei primi nove mesi del 2025 più di 3.200. Numeri che suggeriscono l’esistenza di un’usanza consolidata, un rito feriale fatto di “solo cinque minuti”, “torno subito” e altre liturgie dell’autogiustificazione. In questo contesto la vettura di Crema non spicca: è semplicemente una tessera particolarmente ironica del grande mosaico urbano del parcheggio creativo.

Crema afferma che non accadrà più, anche se confessa di averlo già fatto “due o tre volte in tre anni”, come se la recidiva fosse una lieve eccentricità e non un’abitudine disinvolta. È un dettaglio che suonerebbe strano in chiunque, ma in un ex educatore socio-assistenziale — uno che, per biografia, dovrebbe poter spiegare a memoria la differenza tra un diritto e un abuso — diventa quasi una nota di humour involontario. L’episodio non è l’errore di un giorno: è un promemoria civico. A Torino alcune linee gialle delimitano diritti, altre scappatoie. Dipende da chi le guarda. E da quanto è in ritardo.

Chi è Crema?


Pierino Crema, nato nel 1954 a Trevignano, è un consigliere comunale di Torino eletto nelle liste del Partito Democratico. Arrivato a Torino negli anni Settanta, ha lavorato come educatore socio-assistenziale in diverse strutture cittadine, tra cui comunità per minori e servizi rivolti a persone con disabilità. Negli anni Ottanta entra nel settore sindacale: dal 1989 opera in distacco sindacale nella funzione pubblica della CGIL Torino, occupandosi dell’area dei servizi sociali. Successivamente ricopre incarichi di responsabilità all’interno dell’organizzazione, tra cui il ruolo di segretario generale di categoria e, dal 2004, quello di membro della segreteria provinciale su temi legati a sanità, servizi sociali e organizzazione interna. Ha anche guidato la società che gestiva l’attività fiscale della CGIL provinciale.

La sua esperienza politica inizia a livello circoscrizionale: nel 1980 viene eletto nella V Circoscrizione di Torino. Dopo un lungo periodo dedicato soprattutto all’attività sindacale, rientra nelle istituzioni nel 2021 con l’elezione in Consiglio comunale. Nel corso del mandato viene nominato presidente della terza Commissione consiliare, che si occupa di commercio, lavoro e formazione. Il suo ruolo riguarda quindi l’esame degli atti amministrativi e delle politiche cittadine afferenti a questi settori.

L’attività di Crema in Consiglio si concentra su temi collegati alle politiche sociali, al lavoro e ai servizi pubblici, ambiti nei quali aveva già operato professionalmente e sindacalmente. Il suo posizionamento interno al gruppo consiliare è descritto come autonomo rispetto alle dinamiche più interne del partito, pur rimanendo inserito nel quadro della maggioranza di centrosinistra.

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