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19 Novembre 2025 - 15:11
Clavesana, stop al progetto per il deposito rifiuti: una comunità continua a opporsi
La Provincia di Cuneo ha deciso di sospendere per sette mesi l’iter del progetto per un deposito di rifiuti a Clavesana, proposto dall’azienda Cement e contestato da mesi dal comitato cittadino Clavesana dice no. La comunicazione è arrivata al termine della conferenza dei servizi che si è svolta questa mattina, segnando un nuovo punto di svolta in una vicenda che ha mobilitato residenti, amministratori locali e rappresentanti politici.
La sospensiva impone alla ditta proponente un passaggio decisivo: entro sei mesi dovrà presentare al Comune di Clavesana una relazione paesaggistica sulle opere realizzate in passato senza la necessaria autorizzazione. Sarà poi l’ente locale a valutare il documento e a trasmetterlo alla Soprintendenza, chiamata a esprimere un parere vincolante. Solo dopo questo passaggio il procedimento potrà riprendere il suo corso amministrativo, sempre che gli esiti tecnici non portino verso il rigetto definitivo.
Nel territorio, il provvedimento della Provincia è stato accolto con sollievo, ma non con trionfalismi. Tra le voci più critiche spicca quella della consigliera regionale di Alleanza Verdi e Sinistra, Giulia Marro, da mesi impegnata nel seguire la vicenda e nel sostenere le istanze del comitato locale. La sospensione, osserva, rappresenta una tappa importante del percorso, un segnale istituzionale che recepisce preoccupazioni ambientali e dubbi procedurali già sollevati in più sedi.

Cartellone del comitato per il "no"
L’opposizione al progetto nasce infatti da un timore diffuso: l’impatto che un deposito di rifiuti potrebbe avere su un territorio fortemente legato alla sua vocazione agricola, alle produzioni di qualità e alla tutela del paesaggio collinare. Il tema della compatibilità ambientale, che include l’inserimento paesaggistico e il rispetto delle norme già previste, è stato al centro delle osservazioni inviate negli ultimi mesi da comitato, cittadini e associazioni. In questo quadro, il parere della Soprintendenza diventa decisivo per stabilire se quanto già realizzato sia recuperabile o se rappresenti invece un ostacolo insormontabile alla prosecuzione del progetto.
La scelta della Provincia arriva dopo settimane di confronto e segue anche le osservazioni formulate dagli uffici regionali, che hanno contribuito a chiarire alcuni punti critici. Per il comitato Clavesana dice no, la sospensione non chiude definitivamente la partita, ma rafforza il fronte che chiede maggiore trasparenza, rigore amministrativo e un’attenzione più profonda agli equilibri ambientali della zona.
Il provvedimento, inoltre, ridisegna il tempo della discussione pubblica: sette mesi di pausa amministrativa non rappresentano una soluzione definitiva, ma aprono una fase in cui documenti tecnici, valutazioni paesaggistiche e pareri istituzionali saranno determinanti per la sorte del progetto. Allo stesso tempo, è un periodo in cui la mobilitazione locale promette di non fermarsi, come confermano le prese di posizione politiche e il lavoro sul territorio portato avanti da associazioni e cittadini.
La vicenda di Clavesana si inserisce in un quadro più ampio: quello dei piccoli comuni che rivendicano il diritto di orientare le scelte legate alla gestione dei rifiuti, alla tutela del paesaggio e al futuro dei propri spazi produttivi. La sospensiva non mette la parola fine al progetto della ditta Cement, ma segna un passaggio significativo, che per molti rappresenta una vittoria temporanea in attesa di un verdetto più netto.
La partita ora si gioca su un doppio livello: quello tecnico-amministrativo, affidato alla relazione paesaggistica e al parere della Soprintendenza, e quello politico-territoriale, dove la mobilitazione continua a essere considerata determinante per indirizzare il percorso decisionale.
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