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Torino 2006 ha cambiato il volto del Piemonte: vent’anni dopo il turismo cresce di oltre il 100%

Dati e prospettive di una regione che ha trasformato l’eredità olimpica in sviluppo e identità

Torino 2006 ha cambiato il volto del Piemonte: vent’anni dopo il turismo cresce di oltre il 100%

Torino 2006 ha cambiato il volto del Piemonte: vent’anni dopo il turismo cresce di oltre il 100%

Il Piemonte del 2025 non assomiglia più a quello che precedeva le Olimpiadi invernali del 2006. L’appuntamento sportivo che ridisegnò la geografia urbana di Torino e rilanciò il suo profilo internazionale continua a produrre effetti tangibili: secondo i dati illustrati durante il focus promosso da Ascom Confcommercio Torino in occasione dei cinquant’anni dell’associazione Gia delle guide turistiche, gli arrivi sono cresciuti del 90% in tutta la regione e di oltre il 100% a Torino e nella sua area metropolitana. Ancora più evidente l’aumento dei pernottamenti: +52% in Piemonte, +73% nell’area torinese, con un incremento del 70% nel solo capoluogo.

È da questi numeri che si è partiti per raccontare la trasformazione di un territorio che ha imparato a fare del turismo una delle proprie leve più solide. La presidente di Ascom, Maria Luisa Coppa, ha ricordato come il comparto valga ormai oltre il 10% del Pil regionale, sottolineando la necessità di una strategia condivisa tra mondo produttivo e istituzioni. Lo stesso sindaco Stefano Lo Russo ha richiamato la “narrazione di una città che ha scommesso sul suo futuro quando non era facile farlo”, valorizzando il ruolo delle guide come ambasciatrici dei luoghi, delle storie e delle eccellenze torinesi.

La Regione, attraverso l’assessore Paolo Bongioanni, rivendica un approccio “di prodotto e di sistema”, che punta su una promozione integrata e su misure operative, come il recente bando da 1,5 milioni di euro dedicato allo sviluppo di progetti turistici. Per il presidente della Camera di Commercio, Massimiliano Cipolletta, i numeri confermano una direzione chiara: un sistema economico diversificato in cui la Torino che innova e quella che accoglie non sono più realtà distinte, ma componenti interconnesse della stessa crescita.

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A quasi vent’anni dai Giochi del 2006, ciò che emerge è un turismo meno episodico e più strutturato, capace di attrarre visitatori interessati non solo ai grandi eventi, ma anche a un patrimonio culturale e paesaggistico che si è imposto sulla scena nazionale. L’enogastronomia, l’arte contemporanea, il cinema, i percorsi outdoor e la rete dei musei hanno trasformato l’area metropolitana torinese in un ecosistema che dialoga con Langhe, Monferrato, Valli Olimpiche e laghi prealpini, costruendo una continuità territoriale che vent’anni fa sembrava impensabile.

L’eredità olimpica, diventata nel tempo un laboratorio urbano, oggi si fonde con un modello di accoglienza più maturo: infrastrutture migliorate, capacità ricettiva ampliata, professionalizzazione del settore e un brand territoriale che continua a rafforzarsi, trainato da eventi come Salone del Libro, Artissima, Atp Finals, Festival del Cinema Young e dai nuovi progetti legati alla Metro 2 e alla riqualificazione della zona di Porta Susa.

A determinare la crescita del turismo piemontese sono dunque scelte che hanno radici profonde e che oggi convergono in un unico risultato: un territorio che non si limita più a ospitare, ma che produce cultura, accoglie investimenti, costruisce percorsi esperienziali e alimenta un’identità contemporanea senza dimenticare la propria storia. Le celebrazioni per i cinquant’anni delle guide Gia diventano così l’occasione per misurare quanto quella scommessa del 2006 non sia stata effimera, ma l’inizio di una trasformazione che continua a dare risultati concreti.

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