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18 Novembre 2025 - 15:50
Torino accelera sulla Metro 2, primo lotto in funzione tra 2032 e 2033
Torino riaccende i fari sulla Metro 2, la linea destinata a ridisegnare gli spostamenti tra nord e centro città. E lo fa con una data che, dopo anni di attese e rinvii, assume finalmente un contorno definito: fine 2032–inizio 2033. È l’orizzonte temporale indicato dal commissario straordinario e amministratore delegato di Infra.To, Bernardino Chiaia, intervenuto durante la diretta radiofonica del martedì insieme al sindaco Stefano Lo Russo.
A rendere concreto il percorso è la prima tappa operativa attesa nelle prossime settimane: l’aggiudicazione della gara internazionale da 500 milioni per il sistemista tecnologico dei treni, il cuore del progetto. Un passaggio indispensabile non solo per rispettare gli impegni con il Ministero, ma anche per attivare le successive procedure sulle opere civili, che dovranno essere calibrate sul modello di convoglio scelto.
Il sindaco Lo Russo ha accolto la notizia con evidente soddisfazione, ricordando come questo passaggio sia decisivo per garantire l’avanzamento di un’opera attesa da decenni e fondamentale per la mobilità torinese. Secondo Chiaia, le nuove tecnologie consentiranno frequenze fino a un treno al minuto, con regolazioni automatiche basate sul numero dei passeggeri e sistemi predittivi in grado di ridurre drasticamente le interruzioni per manutenzione. È, nelle parole del commissario, un salto in avanti destinato a incidere su efficienza e affidabilità del servizio.

Nel disegno complessivo, anche l’identità visiva della futura linea avrà un ruolo chiave. È stato infatti avviato un concorso di idee per definire estetica e riconoscibilità di stazioni, scale, pensiline e accessi, con un’attenzione particolare alla coerenza tra architettura e quartieri attraversati. L’obiettivo è costruire non solo un’infrastruttura, ma un sistema urbano integrato, visivamente chiaro e percepibile come parte del tessuto cittadino.
Accanto alla spinta sulla Metro 2, Chiaia ha affrontato anche il capitolo più delicato del momento: il prolungamento della Metro 1 verso Cascine Vica, complicato dalla richiesta di concordato preventivo presentata da Ici, capofila del raggruppamento che sta realizzando la tratta ovest. La situazione è seria, ma non ferma il cantiere.
Il presidente di Infra.To ha sottolineato come la società abbia scelto una linea di continuità rispetto ad altre stazioni appaltanti che, già mesi fa, avevano interrotto i rapporti con l’impresa. A Torino si è preferito sostituirsi temporaneamente a Ici nei pagamenti più urgenti – stipendi, Cassa Edile, assicurazioni, forniture di calcestruzzo – per evitare il blocco totale delle opere e tutelare sia l’interesse pubblico sia i subappaltatori. Una strategia che ha permesso di completare lo scavo delle gallerie, il deposito e l’officina, garantendo anche l’arrivo e la sistemazione dei nuovi treni Alstom.
Ora si attende la decisione del tribunale fallimentare di Roma che dovrà definire il futuro della procedura di concordato. Qualunque sia l’esito, ha assicurato Chiaia, l’obiettivo resta quello di tutelare i territori interessati, soprattutto Collegno e Rivoli, e procedere quanto prima alla riapertura delle strade coinvolte dai lavori.
Tra le difficoltà del presente e la visione del futuro, l’immagine che emerge è quella di una Torino che prova a tenere insieme pragmatismo e ambizione. La sfida della Metro 2 – con la prospettiva di un primo lotto da Rebaudengo a Porta Nuova operativo tra il 2032 e il 2033 – e la resilienza dimostrata sul fronte del prolungamento della Linea 1 raccontano di una città che, pur tra ostacoli tecnici e incognite finanziarie, continua a muoversi verso una mobilità metropolitana più moderna, frequente e integrata.
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